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Racconto n° 2644
Autore: LaDispettosa Altri racconti di LaDispettosa
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Carezze all'alba
La ragazza apre gli occhi passandosi una mano sul viso, come per togliere i residui del sogno che l'ha appena lasciata.
Poi li richiude subito dopo.
Stira le braccia verso l'alto, sopra la testa, poi le allunga verso l'altro lato del letto, come una gatta che si risveglia.
L'uomo è caldo, sotto le lenzuola aggrovigliate. A quel tocco si muove appena.
Si gira verso di lei, su un fianco, lisciando piano con la mano, gli occhi ancora chiusi, la curva dei fianchi.
Poi sospira.
La donna si accosta a lui. Le gambe leggermente aperte a strusciare impercettibilmente la fica sulla coscia dell'uomo.
L'uomo emette un gemito lontano.
Lei inizia a muoversi lentamente verso l'alto. Prima.
Poi verso il basso.
E ancora.
Su.
E giù.
In una lieve oscillazione sfrega il bocciolo caldo contro la sua gamba.
L'uomo apre gli occhi e le sorride, ma lei non risponde. È presa in quel nuovo gioco come su un cavallo a dondolo.
Si stacca da lui tornando dalla sua parte del letto, resa fresca da quel breve distacco con il corpo.
Con i piedi scalcia le coperte fino in fondo, a scoprirsi le cosce nude e lisce, le caviglie sottili, lo slip bianco attaccato e aderente come una seconda pelle. Solleva la maglietta e libera il seno nell'aria afosa della stanza, a puntare con i capezzoli verso il soffitto non appena lo sfiora leggera con il palmo della mano.
Poi scende.
L'uomo la guarda.
Sospira ancora.
Sospira quando vede la mano della donna scavalcare l'elastico delle mutandine e sparire sotto il tessuto.
Lui posa la sua mano su quella di lei ma la donna lo ferma.
- Voglio fare da sola - , gli dice senza guardarlo.
L'uomo si avvicina, sorridendo per quella sua insolita fermezza, e scivola con il corpo verso il fondo del letto, le gambe ripiegate su un lato.
Lei aggancia con due dita lo slip facendolo scorrere fino alle ginocchia.
Le labbra raccolgono il bocciolo di carne come in un abbraccio. La donna le allarga con le dita. Il clitoride germoglia in un fiore rosa, chiuso in sé stesso, morbido e carnoso tra le labbra umide.
Il dito cerca ed esplora la fessura scendendo lentamente. Arriva alla fine, fino in fondo, dove la fica si fa culo.
Poi torna indietro.
Sfiora il bocciolo.
La donna trema, vibrando insensibilmente nel letto.
L'uomo sospira più forte, ora. Cede alle carezze afferrando il cazzo nel palmo della mano, muovendosi lento per seguirne la curva, per saggiarne le vene. Tira la pelle a coprire la punta, poi la lascia andare.
- Fermati. Non toccarti - , gli dice lei con gli occhi chiusi.
L'uomo si ferma. Abbandona la mano sul letto, eccitato, ansioso per il piacere negato.
La donna spinge le dita sul clitoride e le ruota lievemente. Spinge ancora e lascia di nuovo. La gola le strappa un gemito sommesso.
Divarica le gambe e piega le ginocchia. Spinge il bacino in avanti, poi si lascia ricadere.
Con una mano a stringere un seno, a pizzicarlo, torturarlo, schiacciarlo e poi rilassarlo. Con l'altra fra le cosce a carezzare e vezzeggiare il buongiorno di quel nuovo giorno.
Il calore cresce e allora lei abbandona.
Toglie la mano lasciandola sospesa, rilassa la schiena che si era fatta nervo teso.
Sospira.
Attende che il brivido si plachi e poi ricomincia.
Si stuzzica, si provoca. Allarga le labbra e riprende a giocare con la fessura. Come un piacere inseguito e a lungo negato.
Perché chi più a lungo è prigioniero, più si godrà la libertà. Poi.
Di gemere e ansimare mentre il sole sale.
Le dita corrono ancora, salgono e poi scendono fino a trovare l'apertura.
- Voglio le tue mani bene in vista - , dice all'uomo. - Non devi toccarti, ma solo guardare - .
Poi sorride.
Ed entra.
Si penetra con le dita fino a toccare il fondo. E poi risale lenta. Un caldo avallamento, umido e dolce come miele.
L'uomo è nervoso.
Si muove nel letto, si gira e si distende, poi si solleva ancora per guardare. Sembra scomodo. Ma è solo ansioso. Di afferrarla e affondare con le dita nella carne. Di gemere, di gridare come lei sta per fare.
Due dita.
Poi tre.
Unite e racchiuse a spingersi nel ventre. Che poco a poco si riempie. Si scalda e si dilata. Si apre e cede alle pressioni di quel tocco.
La donna geme. Respira forte. Divarica le gambe e il fuoco si fa acqua.
Il bacino trema sotto l'ultimo colpo.
Poi sospira ancora e si rilassa.
Tira fuori le dita. Lucide a formare una ragnatela di fili vischiosi con il corpo, le appoggia sulle labbra dell'uomo. Poi sulla lingua. L'uomo le succhia avido aspirando fino in gola.
È il suo buongiorno mentre vibra il sole.

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