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Racconto n° 3387
Autore: Madamesnob Altri racconti di Madamesnob
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L'angelo nero
A volte si chiede se lui abbia mai davvero intuito il motivo della sua richiesta. Certo, ce n'è più d'uno, e forse alcuni gli sono chiari: sono la ragione dell'arco perfetto delle sue labbra, quando schiude la neve dei denti irradiandogliela negli occhi fino a riempirli e poi colare in brividi lattei sulla pelle di lei, ora inevitabilmente accesa.
In realtà potrebbe raccontargli ogni piega del suo adorarlo, del suo incendiarsi al minimo dettaglio del suo respiro allargato, quando inspirando scalda l'ossigeno ed ingrandisce ancora di più le spalle forti.
Sì, è anche per questo che lo fa girare; le piace avere gli occhi liberi di vagare, senza lo sguardo magnetico di lui a toglierle il senno. Quando lui è così, il viso sul cuscino, le braccia e la gambe in abbandono, le reni in attesa e la schiena fremente, riesce finalmente a percorrerlo senza frenesia. Allora poggia le labbra sulla sua nuca e, mentre aspira e s'inebria, ascolta quel corpo indomito sussultare, tendersi incapace di giacere inerme. Sorride silenziosa a quei tremiti, ma non accelera, trattiene sotto la lingua il piacere che le scivola copioso in bocca, frena i polpastrelli gonfi di desiderio di contatto e prosegue nella discesa. Una vertebra alla volta, mentre i sussulti di lui diventano scatti e la gola gli si socchiude e suona una brama crescente sfiorando corde sempre più calde.

Ecco, il momento è vicino. Le braccia scure e potenti si ribellano alla stasi forzata, premono sul letto, poi ricadono sui gomiti piegati; adesso testa e collo sono sciolti, abbandonati al loro peso, ma le spalle, ora sollevate, stanno accumulando energia. Lo vede nell'onda impetuosa del desiderio maschile, mentre guizza sotto la pelle scura e penetra nei muscoli chiamando a raccolta l'elettricità in attesa. E' così diversa dalla sua smania femminea: languida, morbida, circolare, eppure profonda da intridere le ossa.
Con la lingua scorre lungo le lombari, veloce perché spinta dall'arco del suo trasalire, poi si ferma, apre la bocca violentando le proprie labbra sull'ambra odorosa di quella pelle perfetta, scivola tra le natiche protese muovendosi attorno l'osso sacro, infila il naso tra le spesse pieghe maschili e, finalmente, mentre la bolla del desiderio le esplode dentro scheggiando ogni fibra, libera la lingua, ora piatta e larga a carezzare e far sognare di più, ora a punta, sottile, a saggiare il centro del calore, a penetrarne il segreto più intimo.
E' allora che le scapole gli si aprono come ali sul punto di nascere, di palesarsi fendendo la carne nerboruta. Lei alza gli occhi senza smettere di leccarlo, trattenendogli con le mani i fianchi in ribellione, e vede le penne nere e lucide spuntare dalla superficie serica della schiena. Con un urlo sovrannaturale la trasfigurazione si compie: due grandi ali nere, maestose e lucenti, si spiegano dalla sua schiena sollevandolo dal lenzuolo sgualcito.
Nudo e perfetto, tiene ancora la testa china al bianco puro, ormai lontano, su cui poco prima nascondeva il viso. Lei lo guarda adorante, in ginocchio, confrontando la propria terrena nudità con quella divina, assoluta di lui. Lentamente, quasi con riluttanza, lui solleva le lunghe ciglia e le perdona l'inganno. Riconosce in lei la gioia dell'epifania, lo stupore mortale di fronte alla Bellezza e, forse per la prima volta, guarda le proprie ali con gratitudine. Allora, ondeggiandole lentamente, la circonda col suo buio tiepido e, nascondendola al mondo, l'ama senza remore.
Nell'aria, ora, solo il fruscio piumato dei loro segreti.

Madamesnob

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