Non ho mantenuta la promessa.
Nemmeno l'impegno che con me avevo preso.
Il racconto del Maestro di Parole e della Donna Legata è ancora solo un pensiero.
Poco male, ho fatto altro, in buona compagnia, il mare era una splendida carezza anche se la tensione accumulata negli ultimi giorni e settimane paventava crampi.
Il mare, l'acqua e il sale. Simboli tutti.
Ci pensavo oggi mentre ci stavo a mollo.
Ci ho pensato poi più volte fino a notte iniziata.
Amici cari, dicevo, lei è una ragazza conosciuta per caso.
Una milanese trasferita in Liguria.
Lavora per il Commercio Equo e Solidale.
Lavora per il lavoro vero, quello che le permette la sua vita, scrive, ma cose di lavoro e non racconti, dalla sua casa nuova sul mare, grazie alla Rete.
Un uccellino carino, a vederla così stanotte alla luce di un piccolo lampione, fresco e gentile, scappato dalla gabbia per scegliersi un nido migliore e più ventilato.
Ha un bel modo di sorridere mentre parla e ti guarda che rende lei anche più bella in quel momento, alla luce sfuocata di una lampadina gialla.
Ci sono attimi, volte, occasioni di un minuto, frazioni di silenzio o schegge di sospensione, voluta in maniera speculare, nei discorsi lì stanotte, che sono messaggi puliti, limpidi e chiari.
Mi ha dato l'indirizzo della sede dove lavora nel suo volontariato, non gliel'avevo chiesta con la voce ma lei aveva sentito, mi ha raccontato cose di sè in quei venti minuti, mentre io compravo lei e il suo cioccolato.
Le dirò in quel negozio un giorno, ma non sarà domani, lunedì spero, se mi rivela qual è la spiaggia dove prende il sole.
Dove il sole ha giocato così bene al filo della scollatura della sua maglietta sulla schiena.
E acceso e fatto bruni gli zigomi a dare corpo al suo sorriso.
Le chiederò se lì ha voglia di portarmi a prendere la luna.
Accetterà spero, la luna richiede meno protezioni.
Sarà la notte delle barche e delle luci al largo.
La brezza, ferma per incanto, permetterà alla sua pelle di non avere brividi che per le mie mani.
Le toccherò i fianchi per sentire se lei trema.
Il seno dopo sotto la maglietta, la mano a risalire fino a quella riga di costume.
Lei si spoglierà per accogliere la luna.
La bacerò nel grembo, stesi sulla stuoia, trovata, abbandonata da un frettoloso bagnante distratto poche ore prima.
Lei luccicherà di luce bianca e mi serrerà la testa tra le gambe a spremermi la lingua e farla sua.
Punterà i piedi fuori dalla stuoia nell'inarcare la schiena sotto la mia bocca. Zitta.
Zitta e trattenendo ogni rumore o crepa di piacere. C'è gente che cammina oltre la cabine azzurre e gialle sulla passeggiata.
L'eco delle voci.
Scivoleremo fuori dalla stuoia, con spinte di piedi puntati, anche, e affondi più decisi.
Le chiuderò la bocca pressandola con la mano e serrerò la mia, a non fare del sigillo finale un manifesto sonoro.
Orgasmo muto e costretto a scoppiare solo dentro.
Rimbombo sordo di frana e acqua nella gola.
Restano dopo, sulla spiaggia, una stuoia mezza arrotolata, sporca di catrame sull'altro lato.
E la crocifissione nella sabbia di quattro braccia e quattro gambe.
Raggi di luna.
Otto raggi di luna.
Al centro l'impronta dei suoi fianchi scavata fino a dove la sabbia è bagnata.
Il sole, domani, e il bagnino col rastrello faranno bianca nuovamente la lavagna.
Io andrò a comprare altro cioccolato, mango e rhum giamaicano nella farcitura, in quel negozio.
Lunedì mi prendo un giorno di vacanza.
Oggi, soltanto, venti minuti di parole al gusto di cacao e di spezie.
Lo stesso della bocca di una ragazza di Milano trapiantata da poco al sole, e di un bacio dato di nascosto.
Sotto un lampioncino a luce gialla che non permetteva la lettura delle etichette e che ci aveva avvicinati.
Era una festa di paese al mare.
Io e la ragazza del cioccolato sotto il lampione.
Gli amici e lei intanto guardavano i musicisti, poco lontano.
Preparerò in anticipo domani, la stuoia da lasciare e da trovare. Abbandonata in prima serata sotto le cabine azzurre e gialle.
Lunedì riapre il negozio e alla sera dovrebbe esserci anche una bella luna.
Ad aiutare i pescatori nella notte.
Aggiungendo la sua luce.
Alle loro sul mare.
Ecco ho scritto altro. Lo temevo.
Ma ho un buon sapore di cioccolato e un gusto nuovo e fresco e inebriante di donna ancora tra le labbra.
Non potevo non offrirne almeno un poco.
Tanto domani scriverò del Maestro di Parole e della Donna Legata.
Aspettami, su quel letto, ancora, allora.
E' solo un appuntamento rimandato.
Aumenterà la sete nell'attesa.
Domani ti slegherò, e ti lascerò bere.
Berremo insieme, dopo aver diviso attesa, voglia che sale e sa di sale, e sete.
Faber