- Ho solo voglia di scappare, di andare via da te! - . Nulla era uguale da quando lei se ne era andata con questa frase. La cosa peggiore era il senso di colpa. Permettersi di litigare era una libertà che in un amore poco consolidato non ci si poteva prendere.
E così lui si trovava impiegato, insoddisfatto della propria vita e delle proprie relazioni sociali. L'unico sollievo erano le uscite con gli amici, amici di sempre, forse da anni, tempi che non ti permettono di ricordarti la prima volta che ci hai parlato. Lei, invece, era stata un fulmine a ciel sereno, una di quelle che guardandole riescono a renderti stupenda una giornata iniziata male.
Aveva quegli occhi, quel corpo, quel viso, quel sorriso, quelle gambe che sembravano da sole reggere il mondo intero, e lui, da sempre alla ricerca di qualcosa in più, ne era rimasto abbagliato.
Ricordava ancora adesso le prime volte con lei, completamente disinibita, e lui, completamente imbarazzato da tanta dolcezza.
Se la ricorda ancora che dorme, nuda sul loro letto, occhi chiusi e braccia distese lungo il corpo. Un'eccitazione fatta di tenerezza. La guardava, le guardava i seni e le mani, e avrebbe, per ogni cosa al mondo, desiderato che quelle mani e quei seni non si staccassero mai dalla sua bocca.
Se la ricorda ancora la bocca di lei, che sapeva farlo morire con una maestria mai provata. La lingua che accarezzava ogni centimetro di pelle, mentre le mani, strette insieme, comunicavano sensazioni che non erano state mai così nitide.
Se li ricorda ancora i suoi gemiti, ogni volta che entrando lei si offriva completamente, glutei stretti lo accoglievano in segno di amore e piacere. I movimenti di lui erano continui e sempre più forti, ma la violenza non c'era. Non c'era nulla di negativo.
Ricordava ancora il sapore del suo corpo, umori che lo saziavano e la rendevano felice.
Ma lei aveva deciso che tutto questo non bastava. Non bastava più. Non bastava lui. Cercava altro.
Coscetta di pollo