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Racconto n° 1170
Autore: Dunklenacht Altri racconti di Dunklenacht
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Le labbra
Vi ho già narrato delle mie labbra.

Sono grandi, morbide, dolci. Sono quelle di una donna, disegnate per un bacio, tuffate nella passione.

A volte si socchiudono, e lasciano sfuggire sospiri.

Ciò accade spesso quando il mio corpo nudo è bruciato da una sensualità ardente, e si contorce affannosamente tra le braccia del mio uomo.

Sono per lo più rosse. Il loro colore naturale è esaltato ancor di più dal rossetto che uso per proteggerle. E' come se bruciassero di un fuoco affettuoso e senza fine.

Mi guardo allo specchio, ho i capelli lunghi, a volte rossi, a volte castani, i begli occhi celesti non sono niente innanzi alla casta lussuria della mia bocca.

Le mie labbra sussurrano il mio nome e mi fanno donna.

Le uso per accarezzare le membra nude dei miei amanti. Sono come un tocco di delicata illusione, che sfiora e tocca i petti irsuti o glabri, i muscoli forti e senza veli, le braccia virili e forti, i volti più o meno rasati e sbarbati.

Mi fanno i complimenti.

E sono come baci sulla bocca.

Oh, adoro regalarne e riceverne a bizzeffe! Sono vanitosa, sapete: vanitosa come le mie labbra, e profumo pure quelle.

Sanno di fragranze maliziose ed esotiche, come le mie belle gambe, lunghissime e nude, o velate appena, che adoro accavallare.

Quando sorrido, strizzo sempre l'occhio, e a volte socchiudo le belle ciglia nere. E se accade, la mia bocca di corallo sfavilla del fulgore dei miei denti bianchissimi, che sono come diamanti, fatti per regalare poesia e piacere.

Ah, il piacere!

Quante volte l'ho regalato con le labbra!

Stringo dolcemente la testa del membro di un uomo, e toccandola leggermente scateno il vecchio fuoco che fa morire di passione.

Sovente mi implorano di non smettere. Ma io so praticare bene quel dolce gioco. Ingoio la virilità del mio uomo fino allo scroto, e me la sento pizzicare in gola. Ah, sì, ghermisce le mie tonsille, e a volte, nel lento ma incessante movimento, mi dà lo spasimo.

In quegli istanti, è come se mangiassi.

Sì, è come se divorassi con le labbra il fallo di colui che mi appartiene. Sono una famelica divoratrice.

Talvolta, mi sfuggono dei versi soffocati, è come se dicessi - è buono! È buono! - .

La mia lingua non si accontenta di leccare le aste, desidera anche quello che ci sta sotto, che è per di più liscio, altre volte, irsuto. E io mi mangio quei peli uno ad uno.

Quando divoro, lo faccio sempre con le scarpe celesti col tacco a spillo indosso. Per il resto, sono nuda, le grandi tette al vento.

Il segno delle mie labbra non perdona.

Oh, no, no! Alla fine del mio gioco, lascio scorrere su di esse il bianco liquido bollente, lo faccio colare dolcemente lungo l'asta, a volte, lo lecco con la meravigliosa lingua, più raramente lo ingoio.

E sempre, sempre, dico sempre, lascio la mia firma di rossetto.

Sono un'artista, sapete!

Le mie labbra sanno mordere e baciare.

Sì, sanno succhiare. Ed assai forte.

Le ho usate un giorno con una donna, che mi implorava di assaggiarla. Io l'ho fatto. Sapeva di miele.

Era di notte, c'era il chiaro di luna e brillavano le stelle, la prima volta che le ho usate per baciare. La poesia di un bacio la potevano raccontare soltanto le belle fronde degli ippocastani, sospinte dal vento notturno, o il canto melanconico delle saturnie, il silenzio delle Veneri perdute.

Ho baciato anche su di un ponte. E' stato per salvare la vita ad un giovane che desiderava uccidersi, gettandosi nel fiume...

Ma non parliamo di sciocchezze!

Parliamo delle mie labbra, ah, ma le labbra, ma le labbra!

Le tingo di rosso, di viola, di blu e di rosa.

Esalano fragranze di lilla.

Tante volte, succede... Sono nuda sul mio lettino e stringo tra le braccia il mio uomo nudo.

Sono sotto di lui, lo sento fremere e contorcersi mentre si strofina in me, freneticamente, uso le mie belle unghie per pizzicarlo, per spronarlo, è così atletico, irsuto dove è giusto esserlo...

Il letto scricchiola, io sto sotto e lui sopra, non mi dà pace, soltanto i miei lunghi capelli mi ricoprono come un velo, il sudore di lui mi imperla le membra, sono sola con lui e col piacere.

Nessuno può vederci, ne sentire i nostri palpiti di passione.

Anche in quei momenti uso le mie labbra.

E le uso per eccitare e per toccare. Le uso per mordicchiare le spalle del mio amante, mentre gli tengo le bianche mani sulla schiena.

Voglio che tutti i miei compagni vengano sulle mie labbra.

Quando esplodono dentro la mia vagina, e la riempiono di fuoco bollente, le nostre dolci bocche devono toccarsi, e amarsi fatalmente.

- Ti sei divertita? – mi chiedono alla fine. – Ti è piaciuto? Hai goduto?

E io rispondo con un sussurro, con un tocco delle mie labbra preferite. Oh, esse sì che sanno parlare! E lo fanno meglio della mia lingua, rossa e assai esperta, o delle mie parole seducenti.

- Lo facciamo di nuovo? Ancora, ancora, per favore... - mi sento dire.

E io rispondo di sì.

Allora, è come se dessi un bacio, come quando piango di piacere tra le fiamme dell'orgasmo.

Ciao!

Dunklenacht

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