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Racconto n° 120
Autore: Coscetta di pollo Altri racconti di Coscetta di pollo
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Sto per scrivere, ho voglia di sporcare un foglio, telematico ma comunque inutilmente bianco. Non ho idee, solo immagini confuse nelle testa. Un corpo che si muove, una lingua che assapora. Microsecondi occupati da visioni. "Visioni", non credo sia il termine adatto, ma questa sera non ci sono con la testa. Ho bisogno di regalarmi delle parole, del piacere puro che solo le dita che vanno veloci sulla tastiera sanno dare.
Ho in mente lui: impegnato in chissà quali pensieri, bicchiere di vino in una mano e un libro nell'altro.
Immagino lei: capelli di carbone, pelle chiara, occhi scuri. Indossa sempre abiti di lino che le sfiorano i polpacci. Credo adori la sensazione che provoca la stoffa.
Passa ore intere a guardarlo seduto sul marciapiede di fronte a casa. Si ferma sempre lì quando c'è il sole: passa ore interminabili a guardarlo. Non sa neppure come si chiama. Lei lo immagina accanto a sé, fantastica di improbabili carezze sul viso e sui fianchi.
L'attesa è grottescamente difficile da sopportare, ha un'unica curiosità: sapere cosa legge. Sembra un libro trattato male, usurato dal tempo e dalla passione per la lettura. Non riesce a intravedere ancora il titolo sulla copertina color sabbia.
L'idea è quella di avvicinarsi e offrirgli da bere. Alice adora il vino bianco, frizzante. Ne versa in un calice, leccando con la punta della lingua il bordo per avere un contatto, il più distante, con lui.
Scende per strada in quella periferia di città che agosto lascia morta. Ha una bottiglia in mano, un calice pieno e l'altro tristemente vuoto. Alice non sa che cosa sta per accadere, ha paura: paura di trovarsi davanti qualcuno di diverso da chi si è immaginato, paura che lui la ignori, la consideri una pazza o ancor peggio la consideri una paranoica. Alice è ancora una bambina dentro.
Si avvicina a lui. Aspetta un suo cenno che non tarda ad arrivare. Gianmaria alza lo sguardo, sembra perquisirla con gli occhi. La sua mente non la definisce di certo bella ma allunga la mano per prenderle la bottiglia. La mette a terra e chiede ad Alice di sedersi. Alice gli porge il bicchiere e si siede. Si guardano sembra un momento interminabile. Legge il titolo del libro: "Le nu perdu".
Alice non conosce questo libro e Gianmaria lo sa, lo vede negli occhi di Alice. Inizia a leggere per lei.
La mano di Gianmaria accarezza le dita di Alice, in armonia con le parole del libro. Ad un tratto intinge l'indice nel calice e vi sfiora le labbra di Alice. Le sue labbra sono così morbide, sembrano quasi piccole foglie bagnate.
Alice non resiste: chiude il libro.
I gradini della scala di pietra della casa semidiroccata di Alice sono il più tenero letto che ha conosciuto. Sente le mani di Gianmaria sulle natiche che la stringono e le ginocchia nude contro la pietra. Nell'aria aleggia ancora la fragranza del vino. Alice non è mai stata così vicina ad un uomo e la sensazione di sentirlo eccitato la emoziona. Gianmaria lo sa. Prende la mano di Alice e se l'appoggia sui pantaloni, aiutandola a renderlo felice. Una mano esplora Alice sotto le mutandine candide. La sente bagnata, odora il suo profumo virginale. Entra il primo dito, con fare dolce ma deciso, Alice ha un sussulto, di piacere e di sottile dolore. Entra il secondo, le lingue danzano armoniosamente nella loro bocca. Alice si sente penetrare, Gianmaria la vuole sua, solo per lui.
Alice assapora le spinte mai avute finora. Un leggero bruciore. La pietra fredda sotto la schiena. Il calore di Gianmaria sul corpo. Il senso incoerente di peccato e piacere. Il libro giace sotto le natiche di Alice, sotto le spinte di Gianmaria.
Lui sta per venire ha bisogno del suo viso, lo vuole.
Esce con calma, accarezzandole gli occhi, le si siede addosso e continua a masturbarsi.
Lo inebria la vista di Alice, le piace vederle il seno macchiato di vino bianco rovesciato poco prima. Le prime gocce escono: sperma di avorio che rende Alice ancora più bella. La bocca, gli occhi, i capelli sono pieni dei suoi fili argentei. Alice beve, si disseta.
Ci vuole un bacio ora.
Gianmaria porge il libro ad Alice, è suo ora. Macchiato in copertina di vino, sangue e sperma.

Coscetta di pollo

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