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Racconto n° 1200
Autore: Passenger Altri racconti di Passenger
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I colori di un mattino
Grigio...

Maledettamente fredda e grigia, questa mattina che mi vede inchiodato alla mia scrivania per concludere un lavoro senza capo né coda, di quelli che si trascinano stancamente per giorni e poi ci allarmano perché le scadenze si avvicinano e non possiamo più rimandare.
Fredda e grigia come la pioggia che intravedo dietro i vetri dello studio, scivolare anonima, mentre il mio sguardo insofferente sembra vagare in cerca di un'ultima forma di distrazione.
Qualche volta anche il grigio mi affascina, come quello che si accompagna ad un'alba opalina e brumosa; è impalpabile; è soffice, ovattato; ma questo che mi circonda e mi assedia oggi è piatto, solido, indisponente e assume le forma del tratto scritto delle routine che sto elaborando.
Quando programmo non è sempre così, a volte mi esalto a veder realizzata una nuova interfaccia attraverso il monitor del mio notebook; mi sento il forgiatore di una piccola essenza di vita artificiale.
Ma oggi no; ho bisogno di ritrovare la concentrazione se voglio almeno provare a concludere qualcosa. Lascio scivolare le ruote della mia poltroncina all'indietro, giro su me stesso e mi ritrovo davanti al lettore audio. Play...

Indaco...

Partono le note di un brano di Ludovico Einaudi.
Mi sono spesso chiesto che colore assumesse la musica e perché non dovesse essere associata ad una potente sensazione visiva oltre che sonora. Questi che sto ascoltando sono arabeschi tracciati da un pianoforte in un cielo indaco.
Hanno il potere di rilassarmi, chiudo gli occhi per un attimo e mi abbandono ad un senso di malinconica introspezione. La sedia scivola di nuovo verso la scrivania, mi giro di nuovo. Non vedo più i miei fogli.

Rosa...

Ci sei tu!
Seduta sul piano della scrivania con le gambe nude e accavallate, i palmi appoggiati sul bordo di ciliegio, leggermente chinata in avanti e mi guardi con il viso solo leggermente inclinato di lato con quel sorriso accennato e sbarazzino che saprebbe smontare ogni mia forma di malumore.
Non ti ho sentita arrivare, coi tuoi piedi scalzi, leggera e silente come una splendida creatura silvana.
Osservo il tuo incarnato, di un rosa fresco e naturale. Dio, come fai ad essere così bella e invitante di primo mattino?

Nero...

Ti osservo, con la lentezza di un sguardo che indaga e si sofferma laddove vorrebbe trovare ristoro. Muovi le gambe, appoggi i tuoi piedi sui braccioli della mia poltroncina, e così facendo le dischiudi in una sorta di abbraccio avvolgente che subito accende il mio desiderio di te.
Ecco il tuo perizoma nero a catalizzare l'aspettativa dei miei sensi. Un nero fatto di gioia e di eleganza, di voglia offerta e non ostentata. Un nero che chiama la mia mano, l'attrae come uno zenit salvifico.
Sì, mi stai salvando dalla noia di una mattinata grigia, ed ora attendo l'esplosione dei colori propri della passione.
Il mio braccio destro si allunga, le mie dita sfiorano con le nocche ed il dorso delle unghie quel minuscolo lembo di tessuto. Avverto una vibrazione, un impercettibile sussulto del tuo ventre.
Questa volta avvicino i polpastrelli, simulo un delicato massaggio rotatorio ma li tengo sospesi a un paio di millimetri dal tuo sesso.
Divarichi un altro po' le tue gambe quasi a voler spostare in avanti il tuo bacino alla ricerca del contatto. I polpastrelli raggiungono il tessuto, ti accarezzano e si ritraggono.

Fucsia...

Il mio viso si protende verso la tua caviglia sinistra, la bacio dolcemente, mentre la mia mano inizia ad accarezzarti il polpaccio per poi salire fino al ginocchio e più su fino alla coscia.
Le mie labbra incominciano a nutrirsi della tua pelle, la inumidiscono per esaltarne i profumi ed assaporarne la sua tonica sericità.
Laddove passo la punta della lingua il tuo incarnato pare farsi fucsia e tu vuoi che io non perda la via e continui a salire. Succhio ogni centimetro delle tue belle gambe, prima l'una per poi ridiscendere dall'altra e di nuovo risalire.
Ed ogni tanto mentre le mia bocca continua a solleticare e caricare il tuo senso di attesa, le mie dita si portano alla radice delle tue cosce e da lì muovono verso l'interno con movimenti lenti e talvolta solo accennati.

Prugna...

Poi il mio volto si insinua tra le tue cosce e mentre le dita della mia mano scostano il tuo perizoma senti improvvisamente arrivare la stilettata carnosa della mia umida lingua.
Ti sfugge un gemito, non smetto, non posso.
La sensazione della tua calda eccitazione al contatto delle mie labbra mi manda in estasi: ti lecco laddove più lo vogliamo entrambi e la mia saliva si azzera tra i tuoi umori.
Scosto per un attimo il viso ed osservo il tuo sesso da vicino come un obbiettivo in posizione - macro - ; mi eccita vedere le tue grandi labbra aperte e protese verso di me, cosi irrorate di sangue quasi da farle apparire prugna.
Mentre le dita della mia mano sinistra continuano a giocare con il tessuto del perizoma l'indice e il medio della destra si alternano a solleticare la tua vagina insinuandosi e ritraendosi senza mai andare troppo in profondità.

Rosso...

Poi riprendo a sfiorarti con la lingua, prima delicatamente, poi sempre più intensamente e avidamente.
Mi afferri con le mani i capelli sulla nuca, sembri guidare le spinte della mia bocca sul tuo pube bagnato. Sento il tuo ventre alzarsi ed abbassarsi come un mantice sotto la spinta di un respiro che si è fatto affanno.
Ma ora è il mio sesso che vuole averti, ora che stai raggiungendo l'apice del tuo piacere, desidero che anche la mia eccitazione trovi il suo sfogo più intenso e naturale.
Mi alzo, ti guardo intensamente, mi slaccio i pantaloni e li lascio scivolare a terra. Vedi il rigonfiamento del mio membro eretto spingere attraverso i boxer attillati.
Le tue mani freneticamente afferrano il membro attraverso il tessuto; lo massaggiano e lo strofinano.
Non posso resistere, mi sfilo l'intimo e per un attimo il mio membro eretto è ancora tra le tue dita; sembri stringerlo con forza e il tuo pugno si alza e si abbassa velocemente a simulare il coito.
Ti afferro il polso, scosto la tua mano dal mio membro eccitato e turgido, la porto alle labbra e succhio lungamente le tue dita. Una per una, fino a infilarle completamente nella mia bocca.
Poi la mia mano scende nuovamente sul tuo sesso, sfioro la tua vagina così calda e umida e poi guido il mio membro all'entrata del paradiso.
Entro per un centimetro. Mi fermo. Il cuore va a mille.
Rosso cremisi...
Un altro centimetro. Mi fermo. Il cuore è uno stantuffo impazzito.
Rosso vermiglio...
Ti afferro le spalle. Un affondo secco, potente e voglioso. Ti sono tutto dentro.
Rosso scarlatto...
Ti prendo il viso con entrambe le mani, lo fermo in una morsa tra i miei palmi.
Ritraggo il pene e poi un nuovo colpo profondo a raggiungere la profondità più calda della tua vagina.
Gemi, sento le tue gambe allacciarmi il fondo della schiena e le tue caviglie incrociarsi dietro alle mie natiche e stringermi a te.
Mi muovo dentro di te, le mie spinte si fanno frequenti e potenti; accosto il mio viso ad un niente dal tuo volto, sempre stretto tra le mie mani, mi esce un gemito che è un grido di desiderio
- Donami i tuoi colori... -
Sento il mio membro stretto nella tua vagina.
Lo sento sfregare.
Lo sento dilatarsi ancora di più.
Sento il tuo grido di piacere, poi esplodo dentro di te.
Rosso passione...

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