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Racconto n° 122
Autore: Coscetta di pollo Altri racconti di Coscetta di pollo
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Novembre
Mi sembrava quasi commovente vedere due amici di sempre consolarsi a vicenda. Poche battute per capire che le cose non stavano andando bene per lei, persona fiduciosa nel mondo ma con mille problemi, esattamente come lui. Le uniche parole di lui furono << Me lo dovevo aspettare. >>.
Le lacrime di lei, invece, continuavano a scendere imperterrite, accompagnate dal suo disarmonico di frasi tristi e senza senso << No, non ho voglia di essere presa in giro cosi ogni volta. Ora basta tanto vedo che non vale la pena buttarsi via per qualcuno >>.
<< Hai sbagliato solo una cosa. >>
<< Ne ho sbagliate tante, ma non è questo il punto. >>
<< Ma adesso come stai? >>
<< Non so, un po' confusa direi. >>.
Le uniche cose da fare erano un bacio e un abbraccio: << Mi piace stare con te sento che c'è la massima complicità. Mi piacciono da impazzire le donne complici >>.
In quel momento l'unica cosa che fecero fu di stringersi le mani. Le loro menti non erano mai state così vicine. Lui disse tutto d'un fiato :<< Ci credi ai segni? >> Un altro bacio, su un dito questa volta.
Lei, forse sfrontata, ma sicuramente sincera, arrossita in volta: << Potresti succhiarlo, io adoro farmi leccare le dita. >>. Marco ubbidì, senza staccare gli occhi dallo sguardo di lei: << Facciamo un gioco: Ti metto a disposizione la mia bocca. Lascio alla tua fantasia e alla tua voglia. >>.
Non erano mai andati così oltre.
Iniziò succhiando una guancia, tonda, rossa, profumata. Prosegui succhiando il labbro inferiore, buono, morbido, caldo. La lingua stretta fra le labbra di lui. Forse era ancora presto: Alice chiese di scendere sul collo e le parole di Marco furono: << Mi piace da impazzire il collo, mi fa trasmettere i sentimenti. >>. << Voglio sentire il tuo peso sul corpo mentre lo fai: succhia la punta della spalla. >>.
Lei lo guidava sul suo corpo, pelle morbida, finché non prese coraggio e chiese di essere leccata fra i seni. Marco mise il seno in mezzo, senza toccare ancora i capezzoli, così come voleva Alice, anche se moriva dalla voglia di farlo. Alice chiese di essere baciata di nuovo, iniziavano entrambi ad essere consapevoli della propria eccitazione. Marco scese di nuovo, le alzò la gonna e le abbassò leggermente le mutandine. Si conoscevano da anni, ma non l'aveva mai vista così. Era emozionato, sentiva il suo profumo, il suo calore. Lei chiese di tirare su le mutandine, di nuovo. Dopo aver ubbidito le spalancò le gambe e iniziò a succhiare l'interno della coscia. Lei si fermò e ancora emozionata e incredula di ciò che stava accadendo disse: << Ora tocca a me essere tua completamente. Tesoro, quello che vuoi, senza freni. >>. Marco strinse le mani sui seni e poi cominciò a scendere con la bocca, a morsicarle dolcemente, ridendo, e a succhiarle e i capezzoli. I gemiti di Alice non erano nascosti ed erano puro appagamento per Marco. Le mani di lui le scivolarono sui fianchi, le chiusero le gambe e le sfilarono le mutandine, mentre la bocca continuava eccitata sui capezzoli.
Le mani si spostarono all'interno delle gambe, era un'attesa straziante e bellissima allo stesso tempo. Marco le aprì le gambe, Alice lo seguì eccitata in ogni sua mossa. Iniziò ad accarezzarla mentre una mano stringeva un seno. Alice era bagnata, mai lo era stata così: << Marco, voglio darti il mio corpo >>. Marco era estasiato, la guardava tra le gambe, lucida per gli umori. Iniziò a leccarla, era sua adesso. Con le mani le aprì le grandi labbra, la lingua continuava nervosamente. Scese fino all'ano, velocemente, fulmineo.
Fu Marco a chiedere questa volta, dopo averla baciata: << Voglio che ti infili due dita dentro mentre ti guardo, muovile dentro di te >>. Alice ubbidì, colma di piacere, allungò le dita appena finito e gliele fece assaggiare. Marco prese il suo posto: la penetrò con due dita e iniziò ad allargarla piano. Gli piaceva vedere mentre si apriva, mise altre due dita, alternandole con la lingua. Alice cominciava a gemere sempre più forte, ma voleva aspettarlo, non era ancora il momento. Le si appoggiò, eccitato, sull'ano e iniziò a spingere, dolcemente, senza fermarsi.
La fece sdraiare sul fianco, continuando a penetrarla. Le prese una mano e l'aiutò a toccarsi. Alice non era mai stata così bene. Le tirava il clitoride con le dita, poi la penetrava. Alice venne così, Marco la sentiva venire dalla sua voce, dai suoi gemiti, dai suoi movimenti. Marco si tolse.
Fece sdraiare Alice, le prese le gambe e le appoggiò sulle sue spalle, entrò tutto in colpo, senza farle male. La guardava, avvicinò la bocca alla sua, le prese con una mano un seno, mentre con l'altra le accarezzava la guancia. I colpi si sentivano più decisi e più frequenti, sotto i movimenti dell'orgasmo di Alice. Marco la sentiva. Si sentì ancora più duro e tornò a penetrarla dietro: Alice strinse i glutei per farlo godere di più. Un fiume di sperma la riempì. Le abbassò le gambe, le si sdraiò sopra e iniziò a coccolarla.

Un grazie al mio amico Fibbo.

Coscetta di pollo

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