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Racconto n° 1234
Autore: Dunklenacht Altri racconti di Dunklenacht
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Vetrine
Vado sempre a vedere le vetrine, dopo che ho scopato.

Sono sempre mano nella mano con il mio nuovo fidanzato: ci sussurriamo cose dolci negli orecchi, ci consigliamo sugli acquisti, chiacchieriamo. E ci divertiamo.

Mi piace farmi vedere elegante e chic.

Per questo porto solo le scarpe col tacco a spillo all'ultima moda, sono pettinata all'ultima moda, mi tingo i capelli di colori sempre diversi, a seconda della moda, mi pettino come va più di moda, cammino all'ultima moda!

Sì, lo ammetto, mi piace essere alla moda.

E non vi nascondo che mi metto il cappellino a fiori con una - chiccheria - che non si può neppure raccontare.

Mi piace quello di feltro blu, decorato con grandi margherite di campo finte, dai petali bianchi e vellutati. Sono come la mia pelle.

E sapete, quando vado a vedere le vetrine, sono una spendacciona! Compero tutto quello che mi piace: scarpe, borse, vestiti, cinture di pelle, trucchi, rossetti, profumi, gioielli, bijoux.

Chi più ne ha, più ne metta!

E quando torno a casa, portando due grandi borse piene di regali, ho tanta voglia di ricominciare a fare sesso.

Oh, sì, ho una sete inestinguibile di quello!

Ho un amante segreto, di cui non ho mai parlato a mio papà. Quando scopiamo, io comincio sedendomi su uno sgabello davanti a lui, a gambe accavallate, e il mio amico comincia a lucidare con la lingua le belle scarpe col tacco a spillo, in vernice rossa o nera, che mi donano tanto.

Ho appena vent'anni... Sospiro.

Poi, la sua lingua sale lungo le mie gambe.

Ah, già dimenticavo di dirvi che il mio amore segreto è straniero, e viene dall'India. Lì sì che sanno coccolare le donne come si deve! Almeno così mi sembra, da come mi carezza il mio amico.

Le sue braccia robuste sono ricoperte di tatuaggi. Fa palestra. Ha anche un piercing all'ombelico, me ne sono voluta fare uno anch'io, per simpatia.

E quando lui sta sopra di me, e preme sul mio ventre liscio e imperlato di sudore, provo piacere, oh, sì, mi fa piacere, piacere, piacere...

Dimenticavo di dirvi che prima di penetrarmi il mio compagno mi tocca e mi lecca su tutto il corpo. Non ha mai fretta.

Io gli mordicchio le spalle nude, con i miei denti d'avorio, bianchissimi. A volte, gli faccio assaggiare le mie labbra, ricoperte di rossetto. In altre occasioni, capita che prenda le mie scarpette di camoscio col tacco a spillo, rosse, e lo masturbi con quelle.

E' un piacere.

E' come un bacio, vorreste che non finisse mai.

Gli dico spesso di prendermi dietro.

E lui obbedisce, da bravo ragazzo.

Mi sfonda.

Io non mi stanco di riceverlo in me e di lasciarlo sognare sul mio corpo, che sembra quello di una statua. Non vi nascondo che mi concedo spesso dei massaggi e delle cure estetiche. Voglio essere bella.

Mi piace mettere l'ombretto celeste. E cambio colore di rossetto quasi ogni giorno.

Adoro i gioielli, già ve l'ho accennato.

Ho tante amiche, sapete?

E racconto loro tutte le mie avventure erotiche. Io e il mio compagno abbiamo da poco sperimentato un menage a tre.

E' stato con un ragazzo tunisino, un altro maschio, sì. Se posso parlare di dimensioni, quelle del mio amico indiano e di quel nuovo arrivato sono davvero spettacolari.

Il tunisino ha compiuto da poco vent'anni. Fa il muratore ed ha una gran nostalgia di casa. Qui in città, però, si trova bene. Gli piacciono tanto le ragazze. Gli piaccio anch'io.

E così, mi sono fatta scopare da due uomini.

Ad uno ho concesso la fica, all'altro quella porta del piacere che sta fra le natiche. Comprenderete, spero, il mio linguaggio: si addice ad una ragazza moderna, che si spoglia e si fa ammirare dai suoi amici, sa farsi toccare, sa sospirare e godere. Sì, una ragazza che si propone agli altri, disinibita, e non ha tanti pregiudizi, né grilli per la testa.

La prima volta che abbiamo sperimentato questo menage a tre è stato spettacolare.

Il tunisino stava sotto di me, e ha cominciato a penetrarmi nell'ano a poco a poco, in un modo che mi faceva venire i brividi.

L'indiano, invece, mi stava sopra, sentivo il suo torace muscoloso sui seni nudi, si strofinava contro i miei capezzoli, la sua pelle sembrava carta vetrata. Pareva mi pennellasse.

A lui ho offerto la fica, rosea, dolce, piena di miele prelibato. Sapevo che avrei soddisfatto anche la sua lingua. Golosone! Ma neanche lui me l'ha risparmiata, e mi ha infilato dentro la sua virilità, spingendo così forte da strapparmi un gridolino.

Oh, ma che dico? Entrambi mi facevano gridare.

E così hanno cominciato a spingere e a scorrere nel mio corpo eccitato. Ero tra due fuochi. Tra due fuochi!

- Fatemi morire! – chiedevo. Fatemi morire... Ahhh... ah... ahia!

Ed effettivamente un fuoco mi divorava la fica, l'altro il didietro. Le mie labbra soltanto erano rimaste libere, e potevano lanciare gemiti di piacere. Non ero più una donna, ero diventata una bambola da sesso.

Alla fine, non ne potevo più.

Dunklenacht

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