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Racconto n° 1245
Autore: Dunklenacht Altri racconti di Dunklenacht
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Era la voce blu dell'oceano
Era la voce blu dell'oceano.

Nessuno, nessuno mai, nell'isola, l'aveva udita forte come quel giorno.

Arrivava come un soffio di topazio, dal profondo notturno degli abissi. Annunciava un lutto che spezzava il cuore. No, l'uomo non poteva sopportare quell'immenso.

Tutti piangevano.

Piangeva la sabbia di perla di quelle bianche spiagge.

Piangevano gli scogli.

Piangevano i coralli incatenati agli abissi.

E il gabbiano amico delle onde riempiva il cielo con il suo grido di malinconia.

L'azzurro delfino vagava balzando al di là degli scogli che la forza del mare torturava spumeggiando. E ripeteva il suo pianto!

Faceva caldo.

Ma il sole amico delle tempeste correva al di là delle nubi turchine e fatate, lasciando che gettassero le loro urla di tuono sotto il suo abbraccio infuocato.

E le sue braccia di fuoco schiantavano il nembo.

L'innocente era morta.

L'avevano ricoperta di perle e coralli, che tanto amava.

L'avevano consolata fino all'ultimo, fino a quando il bacio della morte non l'aveva carezzata, gelido.

I selvaggi dell'isola avevano indossato le loro armature di guerrieri.

Era per l'ultima parata.

La parata triste.

Avevano intrecciato tanti giunchi e preparato tante corone di palme. I frutti del tropico, i frutti del sole erano stati offerti agli dèi dell'Oceano perché riportasse in vita la loro amatissima principessa defunta...

Invano!

L'avevano decorata di rubini e vestita di seta, ma nessun lusso poteva contenere lo splendore di quei boccoli biondi e quel volto di perla, di perla, di perla... E le sue mani ormai giunte non potevano più sentire la carezza di fuoco del sole, amico delle isole blu.

I guerrieri dalle spalle più larghe se l'erano caricata addosso, mentre le donne dalle grandi corone di fiori intonavano canti di lutto.

Facevano cadere giù i frutti dei banani e delle palme, perché ripudiavano la terra.

Colei che li nutriva era la stessa che li strappava alle celesti acque della laguna, alle calde braccia del sole, al verde immenso delle foreste...

Così!

Come il vento tropicale parlava volando ai palmeti, mentre correva invisibile verso gli scogli spumeggianti. E narrava loro quel vecchio mistero di malinconia, che a nessun uomo è dato sapere.

Avevano scavato il tronco di un banano...

Oh, sì, perché avrebbe trasportato LEI, nell'ultimo suo viaggio!

E il Grande Sacerdote portava gli abiti tristi, decorati con grandi fiori turchini, la cupa maschera di legno grigio calata sul volto, portava tra le mani la corona di diamanti, per affidarla alle onde, sì. Colui che l'avrebbe trovata sarebbe stato il nuovo sovrano dell'isola.

Forse, nessuno!

Perché gli abitanti avevano giurato che soltanto il Sole e l'Oceano avrebbero regnato su di loro, dopo quell'anima senza macchia.

Ho sempre davanti agli occhi il volto della principessina morta. Lei, che aveva provato la carezza di molti uomini sulla pelle, ma non aveva mai conosciuto il desiderio e le sue fiamme!

Aveva la pelle così bianca, e le labbra così rosse che sembravano ardenti. Sì, ardevano ancora di passione.

I suoi lunghi capelli biondi volavano nel vento dei Tropici. Volavano per l'ultima volta, ma i suoi occhi, un tempo grandi e azzurri, erano ormai chiusi per sempre.

Pareva che da quelle ciglia nere, lunghe, fuggisse un'ultima lacrima.

Uno dopo l'altro, i guerrieri sfiorano con le labbra quelle della principessa defunta. E' il loro saluto triste!

E lei concede l'ultimo suo bacio.

Dunklenacht

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