Porto una maschera
E' fatta di rossetto, di ombretto blu, di mascara, di cipria e sembra pelle bianca.
E' fatta di perla e di piacere.
E' fatta di cartoncino leggero, molle, in modo tale che non faccia male più della passione.
Porto una maschera.
Non la uso per le feste di carnevale.
Non la uso per giocare.
Non la uso per andare a ballare.
La metto solo per scopare.
Perdonate questa mia volgarità femminile... E' schiettezza! Sono una donna così giovane, ancora! Però mi sono divertita assai il giorno in cui ho deciso di costruire quel caro oggetto. Sapevo che l'avrei usato per agghindarmi e per rendere ancora più piacevoli i miei momenti infuocati. E l'ho costruita in silenzio, perché nessuno doveva sapere. Sì, l'ho fatto nella solitudine e nel mistero del mio appartamento, sola con le mie calze a rete e i miei tacchi a spillo, davanti allo specchio, le labbra ancora coperte di rossetto.
A volte, mi sembra qualcosa di adatto più ad un clown, che a una ragazza qualsiasi, che abita in una città qualsiasi, che indossa abiti qualsiasi, usa un profumo qualsiasi e frequenta gente qualsiasi.
Adoro giocare a biliardo, sapete?
Sono un vero maschiaccio.
Anzi, vi dirò di più: nonostante abbia due seni prorompenti e due fianchi sinuosi, mi metto spesso degli abiti da uomo, cioè pantaloni, giacca e cravatta. Mi manca solo il sigaro in bocca. Non vi nascondo che non mi faccio la barba. Tanto, non ne ho bisogno.
E così, vestita da uomo, vado a giocare a biliardo, per far ridere i miei amici. Come sono buffa, con la stecca in mano e il rossetto sulle labbra!
Mi prendono in giro.
Alcuni mi fanno lo sgambetto, altri mi tirano per i pantaloni. Sanno che non sono un maschio, tra i maschi.
Vogliono vedere le gambe. Fanno finta di scontrarsi per caso con me, ma è perché vogliono toccarmi. Desiderano la calda sensazione del mio petto sul loro corpo. Oh, come li capisco! Anch'io provo gli stessi desideri, sapete?
Ma veniamo alla mia maschera.
Quando la indosso, non ho neppure bisogno di truccarmi. Tanto, c'è quel caro oggetto, che basta a camuffarmi.
Ci gioco con il mio fidanzato.
Ricordo di una notte, eravamo a lume di candela, nella mia cameretta. Io avevo indosso soltanto le calze a rete a mezza coscia, le scarpe coi tacchi a spillo e la mia maschera, che mi copriva dolcemente il viso.
Era per scherzare.
Mi ero spogliata davanti al mio uomo. E lui mi andava toccando, toccando, sentivo il suo pelo sulla pelle, le sue dita grosse, che salivano dai miei piedi verso la testa, l'avevo pregato di togliermi tutto, ma non la maschera, perché il mio volto doveva rimanere un segreto. L'avevo conosciuto per caso, nella penombra, poi l'avevo portato con me nel mio letto, e mi ero coperta il volto. Così la luce della candela non gli avrebbe rivelato chi ero realmente.
Vi confido un segreto.
Lo faccio sempre, con tutti i miei amanti. Li conosco nell'ombra, poi indosso la mia mascherina in modo tale che non veda il mio vero volto, alla luce. Nessuno sa chi sono. Nessuno può ricordarmi. Nessuno conserva che malizia, come souvenir dei miei incontri.
Riprendiamo il racconto di quell'incontro.
Lui aveva preso la candela accesa, e voleva attraversare il mio corpo con quella fiamma. Sì, desiderava solcare la mia pelle con quel dolce fuoco, per farmi un po' male. E voi lo sapete, i centri del piacere e quelli del dolore sono vicini.
Io non facevo che assicurargli che lo amavo, che ci saremo rivisti altre volte, ma non gli avrei mai mostrato il mio vero aspetto, e in tutti i nostri incontri clandestini avrei indossato quella maschera. Lui prese quella candela, e mi sfiorò la pelle con la fiamma...
Oh, gridai, sì, ma soltanto per il piacere!
No, non mi fece male, ve l'assicuro. Fu quasi un dolce orgasmo.
Poi mi stese sul mio letto, e lo facemmo, come due fachiri indiani.
La candela si era spenta, i miei occhi piangevano lacrime di passione e di voluttà, le mie gambe si attorcigliavano a quelle del mio uomo, ancor velate dalle calze a rete. Portavo indosso solo quelle, e la mia maschera, bagnata da un pianto di piacere.
Sorrido, raccontandolo, e le mie labbra scarlatte lasciano vedere i denti bianchi e perfetti, perle d'avorio generate per un sorriso.
Tutti i miei incontri amorosi hanno un segreto comune.
E quel segreto è il mio volto, celato dietro quella maschera.
Oh, no, ho promesso a me stessa che non mostrerò le fattezze del mio viso a nessuno degli amanti cui debba concedere il mio corpo. E' quasi un rito.
A volte, indosso quel giocattolo per andare alle feste con gli amici. Sì, lo porto con me per divertirmi, per fare le boccacce.
E tutti ne approfittano per toccarmi le belle gambe.
Non vi nascondo una cosa: prima di intraprendere la vita leggiadra che conduco ora, avevo un marito, che però mi rendeva tanto, tanto infelice. Non faceva che picchiarmi, l'unica volta che ricevetti un bacio da lui fu il giorno del mio matrimonio. Per questo ho divorziato da lui, stanca di tante sofferenze, e ho lasciato che un tenero affetto entrasse in me e mi conducesse verso i lidi della felicità. Premetto che non ho ancora trent'anni, sono alta, bionda, e bellissima.
E quante volte ho fatto l'accompagnatrice!
Ma non mi sono mai concessa a nessuno, a cui avessi prima mostrato il mio vero volto.
E' un gioco!
E ora vi confiderò un segreto: voi non sapete quanto ami masturbarmi con le calze a rete, quando sono sola, nella mia cameretta.
Dunklenacht