Brividi correvano lungo un corpo di donna.
Ne sfioravano le labbra, rosse per il piacere. Ne inebriavano le guance, candide e profumate, ne socchiudevano gli occhi, ebbri di passione.
Erano brividi fatti per baciare la carne.
Lambiavano le cosce, bianche, avvolte in calze a rete velate, autoreggenti. Toccavano l'ombelico nudo, ornato di un piercieng dorato.
Erano brividi di fuoco, dalle mani ardenti, che toccavano dovunque, ed ovunque bruciavano e consumavano.
Lingua mortale non può raccontare le emozioni magiche che davano.
La bella allargava le gambe, ritta, in piedi, mentre i dolci fremiti la facevano sussultare. Osava spogliarsi, lievemente, appassionatamente, senza rivelare a nessuno il suo segreto di piacere.
I brividi le divoravano i piedi, racchiusi in scarpe col tacco a spillo, poi risalivano improvvisamente lungo le due colonne greche che sostenevano quel corpo, l'amato corpo, e lambivano il pube.
Ah, fuoco, fuoco, fuoco!
Fuoco dorato, inestinguibile e fatato!
Non so, oh, davvero non so se fosse la mano di un uomo o di un fantasma, a indurli.
Ardevano sui seni nudi e immensi, sui capezzoli rosa, dove la mano di una zingara aveva incastonato anelli d'oro. Vagavano sul collo, e diffondevano tutt'intorno il suo profumo.
E non chiedetemi quali sospiri proibiti fuggivano a quelle labbra, quali fatali promesse faceva la bella in preda alle sue emozioni.
Si tolse le calze, maliziosamente e ironicamente.
Rimise le scarpe, rimase con quelle e la gonna, corta, mostrando il laccetto dorato che le impreziosiva la caviglia destra.
- Ancora, ancora, ancora – sussurrava la vittima della passione.
Presto perdette il controllo di se stessa.
Fu come se le mani che la toccavano divenissero cinquanta, cento, mille, fu come se ella stessa diventasse una fiamma, fatta per ardere in eterno, senza tregua. Era bagnata, lo sentiva la mano furtiva, insinuata come per caso tra le cosce.
- Non smettere, chiunque tu sia! Non smettere, non smettere, no!
Presto le venne da piangere.
Le era parso di vedere quell'uomo, oh, sì, l'uomo, colui che da sempre infestava la sua immaginazione ed era protagonista delle sue fantasie erotiche più spinte.
L'aveva visto entrare dalla porta, prima socchiusa, le era parso che fosse finalmente arrivato, per realizzare le sue promesse erotiche, quelle che l'avevano fatta gridare sin dal momento in cui le aveva udite.
- Avanti, prendimi...
Qualcuno realizzò quel sogno proibito.
La sdraiò sul letto.
Le regalò quello che i brividi non potevano.
Le fece male, le fece sentire se stesso fin nel più profondo della sua femminilità, e lei cercava di stuzzicarlo, con le lunghe unghie dipinte di rosso, che parevano gli artigli di una dea appassionata.
Alla fine, morì di brividi e piacere.
Le era parso di mordere il lenzuolo di seta, di aggrapparsi con tutte le sue forze al cuscino, di opporre resistenza, contro quel qualcosa troppo più forte di lei, che la faceva a pezzi.
I brividi di fuoco si spensero.
E divennero tranquilli brividi di felicità.
Lei li aveva desiderati e voluti fino in fondo.
E quasi mi par di rammentare cosa li avesse suscitati in lei. Sì, era stato il tenero contatto delle sue labbra con i petali di una rosa, che la bella aveva colto per imparare a baciare.
Ne aveva sentito la vellutata morbidezza, ne aveva altresì assaporato la fragranza, con la lingua rossastra.
O forse no, forse, era stato il vento, il primo a toccarla, a farle soavemente male, a farla sospirare. E così facendo, l'aveva consegnata a mani misteriose e sconosciute, ed alle sue fiamme.
Poi, tutto era accaduto.
E nulla più.
Dunklenacht