Argento brilla nei tuoi occhi, dove scintillano languidi i ricordi, perle, tuffate una ad una nel triste universo del niente.
Sì, laggiù, nel blu, dove tutto brilla e tace per la gioia di un bacio.
Ali bianche si spalancano al vento, fatte per volare lontano, nell'immenso, come accadde nel giorno in cui lui sparò all'angelo,
per poi spegnersi lì accanto.
Fu il loro ultimo abbraccio.
La brezza dalle mani turchine carezza le spighe dorate, le cime verdi dei monti, l'acqua increspata di topazio del lago, i ghiacciai di smeraldo.
Ne brillano i tuoi occhi, dove scintillano le fate, e sorridono i miei sogni, che tengo teneramente avvolti nel velo dei ricordi.
Argento brilla sulle fredde torri del castello, addormentate dall'inverno, nel cielo chiaro e terso dove corrono i carri del desiderio eterno.
Lassù, volano i corvi e le streghe dal lungo mantello. L'ultima, ha stregato anche me.
Rivedo due corpi intrecciati l'uno all'altro, e come incastonati in uno scrigno dorato, languidi boccoli scarlatti s'attorcigliavano a una schiena nuda, poi, improvvisamente, il fuoco, quel fuoco, ardente come il sole della savana.
Ed è come se il destino, gigante dal lungo manto turchino, volesse immortalare per sempre dinanzi ai miei occhi questa visione, gettando sui dolci corpi avvinghiati una colata d'argento, che tutto ricopre ed impreziosisce nel suo abbraccio degno dei principi.
Sono dei principi, sì, quelli che amano come te e me, e si tuffano insieme nel sogno, nel tenero e languido ricordo fatto di strette amorose e sguardi regalati alle stelle, all'oceano, folle vasto quanto l'illusione di un piacere segreto.
Duecentosessanta volte sussurrai il suo nome ai venti, duecentosessanta volte la magica eco mi recò tra le sue invisibili mani la sua risposta, il magico antidoto al veleno del desiderio, proveniva dalla stessa misteriosa fonte da cui questo germogliava.
Disincantati.
L'argento è nei tuoi occhi, e tu non sei statua greca, ma corpo di donna, fatto per amare, per tremare e per sudare gocce di perla profumate, ardentemente desiderate dalle labbra del tuo uomo.
Oh, sì, sì, sì, sei tu il mio argento dorato, ritrovato nelle più profonde e misteriose miniere del mondo, di cui soltanto le fate e le streghe custodiscono il ricordo, e che nessun mortale oserebbe sfidare.
Ricordi? Il primo giorno che ti vidi, gli occhi tuoi bruciavano di fuoco.
Ed un gioco, che non mi stancherò mai di ripetere con te, ci ha travolti e fatti sorridere fino a questo istante.
I miei giocattoli sono le tue labbra, i suoi seni dai capezzoli rosa, le tue spalle perfette, rotonde, meravigliose, le lunghe braccia fatte per stringere un affetto, il ventre di luna, le gambe di statua scolpita nel più prezioso marmo, che nascondono la porta mistica del piacere.
Lunghi capelli sono la tua veste di seta, li vorrei d'argento, e invece sono di porpora, fatti per bruciare come il fuoco nel desiderio nato per il destino.
Sogni d'argento mi auguri tutte le notti, che invano cerco di trascorrere lontano dal fuoco appassionato che divora.
Sì, l'argento brillerà per sempre nei tuoi occhi, dove brillano i ricordi, come perle, tuffate nel triste universo del niente.
Dunklenacht