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Racconto n° 1381
Autore: Dunklenacht Altri racconti di Dunklenacht
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Il mago
Ricordo che incontrai un giorno un mago dalle vesti di fuoco, incoronato di astri d'oro, rifulgenti.

Era vestito d'un manto turchino, stellato, madre natura gli aveva donato poteri immensi, e teneva stretta in mano la bacchetta magica, con cui tutto si poteva, persino suscitare affetto tra le rocce.

Ah, la fatata bacchetta di legno, con cui mille volte il vecchio era riuscito a dominare il destino vano! Gliel'aveva regalata una principessa, in cambio di un bacio.

Gli obbedivano i flutti del mare, le tiepide sorgenti, e persino i venti dell'oceano, i giganti addormentati delle caverne, le rocce e le bufere eterne.

Poteva fatalmente riaccendere le passioni spente, dopo ardenti baci, e lusinghe, soffocate dalle menzogne. Le fanciulle del villaggio lo conoscevano, e correvano da lui, per chiedergli umilmente di usare i suoi poteri onde aiutarle a soddisfare i desideri del loro cuore.

Egli sapeva scatenare le tempeste, fatte di desideri e di passioni, e poteva spegnere le stelle! Non so chi l'avesse generato, ma usava sempre i suoi poteri per l'affetto.

Una volta, aveva fatto innamorare persino una strega. Ed era bella, molto bella, sapete? Aveva lunghi capelli di fuoco, la pelle d'avorio, le braccia e le mani bianche, fatte per far morire di piacere, le calze a rete nere.

Quel giorno, la maliarda si era morsicata a sangue le labbra rosse, ed aveva baciato per la prima volta. Poi, aveva pianto lacrime di piacere e di voluttà, che erano cadute al suolo e avevano fatto sbocciare mille primule di primavera.

Ricordo anche di come il mago avesse scatenato l'amore segreto tra la figlia del mugnaio e lo stalliere.

Quel giorno, si erano incontrati nel pagliaio, la notte precedente il giovane aveva letto la lettera della bella, e, al solo vederla, aveva gettato via il forcone, per correre a stringerla a sé.

Le aveva fatto mille promesse di felicità, le aveva espresso il suo sentimento ardente, e poi aveva sprangato l'uscio, affinché nessuno potesse sorprenderli.

Ed allora, erano stati sospiri segreti, carne intrecciata alla carne, piacere mescolato al piacere, ricordo il vestitino celeste di lei, fatto forse di velluto, dall'ampia scollatura ornata di ricami, che le lasciava scoperto il busto e le spalle. Per la passione, venne fatto quasi a brandelli.

Il mago li sognò, oh, sì, li vide avvolti in una nuvola stellata, nelle sue pupille blu, immense e misteriose, quanto le forze che dominano l'universo.

Per ottenere tutto ciò che vi ho narrato, aveva agitato al vento, per tre volte, la sua bacchetta, e recitato con la bocca una formula magica che nessuno può ricordare.

In quell'istante, gli si era arricciata la lunga barba bianca, tanto da formare una specie di virgola, tutta dorata.

E io sapevo che passeggiava, passeggiava sempre lungo il sentiero che dal villaggio conduceva verso il castello e il lago, dove c'erano i draghi, leggendo una specie di breviario, sul quale annotava con gran cura tutti i desideri amorosi delle giovani che andavano da lui, per confidargli i loro sogni di felicità e chiedergli di trasformarli in realtà.

Una volta una di loro, per manifestargli tutta la sua riconoscenza ed il suo affetto, gli corse incontro, e gli schioccò un bel bacio sulla fronte e un altro sulla barba bianca.

Dunklenacht

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