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Racconto n° 1389
Autore: Dunklenacht Altri racconti di Dunklenacht
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Quasi un sogno
Oh, chi ha fatto visita alle mie bambole?

Io lo so.

Ci sono state le fate dai bianchi mantelli, vestite di stelle, con il rossetto turchino sulle labbra. Sono amiche e passionali, salutano tutto ciò che incontrano sfiorandolo con il loro bacio.

Oh, chi ha dipinto di bianco e di scarlatto le mie torri, i campanili, i miei rovi e le mie grotte? Deve essere stata una mano dorata, appartenuta a un essere dalla fantasia immensa e gentile.

Chi sei tu, candida fata, che tingi di luna coloro ai quali regali i tuoi bei baci? Te lo chiedo sempre... Forse, però, tu non sei un angelo, ma un Pierrot.

E mi rispondi:

- Io sono la neve, sposa dell'inverno, vestita di bianco, e con un velo che mi ricopre il volto. Sono bella. Tutti mi corteggiano. Oh, non sai? Non ho nome.

Io allora aggrotto un po' le sopracciglia e divengo pensoso. Poi, ti chiedo:

- Possibile? Nessuno te ne diede uno mai? Oh, ahimè, sì, è così:
alle rose dai petali più cari i mortali di complimenti sono avari. Sappi però che io ti amo.

Mentre ti parlo, ti guardo, e mi sembri avvolta in una specie di nuvola rosa, che brilla grazie a un raggio di sole.

Una finestra è illuminata e brilla nella notte, tenera come una stella.

Due anime vegliano in attesa, strette l'una all'altra, dinanzi al fuoco.

E le fiamme sussurrano loro presentimenti di passione.

Io guardo i due amanti felici, che per tanti, tanti giorni non hanno fatto altro che confidarsi teneri messaggi d'affetto, affidandoli a una bottiglia, che le correnti del fiume segretamente trasportavano sempre a destinazione.

Si erano conosciuti il giorno della vendemmia, ma poi, un crudele li aveva voluti dividere per sempre. Non c'era riuscito, grazie alla forza del destino.

E pensare... Oh, e pensare che un giorno, la bella, in preda alla disperazione, aveva tentato di gettarsi nel torrente, i bei polsi legati con catene, una corda legata intorno ai sinuosi fianchi, all'estremità della quale era fissata una pietra.

L'acqua era così profonda e fredda, in quel punto... Il vento sembrava ululare tra le fronde degli alberi. Non oso pensarci. Per fortuna era arrivato il cacciatore, che, stringendola tra le sue robuste braccia, l'aveva salvata e consolata.

Ma tutto questo appartiene al passato. Ora non rimane altro che un fuoco affettuoso, ardente e impetuoso, quanto quello che arde nel camino, e consuma con passione i rami di quercia, e il legno di abete, di cui si alimenta, forse, nello stesso modo in cui un amore si nutre di un altro, un corpo, di un altro.

Mi sembra di vedere fiamme rossastre ardere dolcemente sulla carne dei due amanti, spargendo tutt'intorno il profumo sublime di lei, che può ammaliare ed inebriare.

Io chiudo i miei occhi, una lacrima di desiderio scende dalle mie palpebre, e sogno mille amori perduti, come quello che si consuma davanti a me.

Spero tanto di vivere di tenerezza e affetto, come quei due angeli che, dopo aver bruciato il loro fuoco, cadono addormentati, l'uno tra le braccia dell'altra.

Dunklenacht

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