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Racconto n° 1391
Autore: Kuba Gervaso Altri racconti di Kuba Gervaso
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Berenice
Berenice non ha mai dato, ha solo ricevuto.
Berenice non ha mai risposto, ha solo chiesto.

Io ho amato Berenice.

Stava in piedi, immobile di fronte all'oggetto misterioso che le rimandava l'immagine di piccola donna, dai capelli castani che, giocando a rincorrersi, le scendevano sino alle spalle, formando tante piccole onde. I lineamenti delicati del suo viso, disegnati certamente da una mano sapiente che alla nascita l'aveva accarezzata, facevano da contorno a due grandi occhi neri, che, più che tali, sembravano due perle di rara bellezza. La sua pelle dorata completava l'opera dandole un aspetto esotico, e, credetemi, il risultato finale toglieva il fiato a chiunque s'imbattesse in quest'angelo.

Ma di angelico aveva solamente l'aspetto. Aveva il fuoco dentro Berenice, e si sa, chi gioca col fuoco finisce per bruciarsi...

Se tornassi indietro lo rifarei, ma cercherei di bruciare completamente, e non sopravvivere in questo modo.
Condannato a trascinarmi nel tempo col suo ricordo.

I suoi canini piccoli e aguzzi le conferivano un sorriso beffardo, vampiresco. Tremendamente intrigante. Avrei dovuto capirlo solo da quello. Berenice mi avrebbe fatto del male.

Lo sapevo, lo sentivo. Ma rimandavo tutto. Prendevo ogni giorno piacere a credito, consapevole che un giorno avrei dovuto saldare il mio debito con Lei. E Berenice non fa sconti...

-Inginocchiati!-
Severa la sua espressione.
Inflessibile la sua voce.

Come avrei potuto resisterle?
Ed eccomi pronto ad ubbidire ad ogni suo ordine.
Al mio desiderio di ricevere ordini da Berenice.
Quasi a convincermi che fossi io ad ordinare a lei di comandarmi.
Di vivermi.

- Leccami!-
Le sue unghie coperte di smalto nero affondano nella nuca. Stringe i miei capelli. Affonda la mia testa tra le sue cosce.
La sensazione di caldo sulla mia faccia. Caldo e umido, mentre avidamente la mia lingua s'insinua. Sono uno speleologo.
Per un attimo m'illudo di averla in pugno. Ma è solo un istante.
Il tempo che il suo fiore si schiuda. La sua vagina si dilati aprendosi alla mia bocca. Inebriato e stordito. Quasi ambrosia.
Per un attimo sono un dio. Ma è solo un attimo, perché si sa, Berenice non fa sconti...

- Vattene!-

Kuba Gervaso

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