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Racconto n° 141
Autore: Agata Altri racconti di Agata
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La cena
Serata noiosa.
Non riesco a capire perchè Marco, mio marito, mi deve coinvolgere in queste assurde cene tra colleghi e mogli.
Lo sa perfettamente che dopo una giornata di lavoro l'unica cosa che ho voglia di fare è acciambellarmi sotto la mia coperta da salotto con un libro e bella musica, invece no.
Questa sera ho dovuto mettermi in tiro.
Pettinatura impeccabile, vestito sottoveste nero, calze autoreggenti, scarpe con il tacco.
Ha una posizione importante il mio Marco, vuol fare bella figura.
Una bella moglie decorativa gli dà lustro, gli piace esibirmi.
Come responsabile dell'agenzia di pubblicità vuole apparire sempre al massimo, moglie, automobile, casa, tutto il meglio sul mercato.
Cena nel ristorante più esclusivo della città, menù studiato ad arte, i p.r. dell'agenzia devono aver tirato fuori le armi migliori.
Intorno al tavolo i colleghi più importanti con i rispettivi consorti.
Le bassa manovalanza dell'agenzia non è invitata a queste cene.
Beati loro.
I discorsi vertono tutti sullo stesso argomento, clienti, lavoro, campagne pubblicitarie.
Chi non è del campo si annoia a morte.
Io mi sto annoiando a morte.
Qualche chiacchiera scambiata con la mia vicina di destra, impegnata a fare sfoggio con racconti di vacanze esotiche, di liti con la domestica filippina.
Racconto vagamente del mio lavoro come psicologa, ma desisto, frenata da un'ombra di noia che le attraversa il viso.
Il lavoro dei nostri mariti ci annoia, parlare tra noi ci annoia.
Un tocco sotto al tavolo.
Un piede mi sfiora, prima lentamente, quasi casualmente, poi il tocco si fa più deciso.
Faccio finta di niente, può essere di tutto, un errore, un tocco casuale.
Una caviglia mi accarezza lentamente.
Un tocco reale, voluto, cercato.
Scruto i commensali, cerco di capire chi stia corteggiandomi in modo così nascosto.
Niente.
Non un segno, un ammiccamento.
Non capisco chi stia continuando a toccarmi leggermente, con una carezza continua, leggera, eppure sensuale.
Sposto il piede, ma non ho scampo.
Il tocco continua.
Una calda sensazione mi sale dalle caviglie, su per le gambe, la carezza arriva al ginocchio.
Guardo le persone intorno al tavolo, nessun movimento diverso, tutti sembrano imperturbabili.
Da sotto il tavolo non capisco da che direzione arrivi la carezza.
Vorrei chinarmi, capire chi, ma non ne ho il coraggio.
Di fronte a me il dottor Santini.. potrebbe essere lui? Sembra tanto compassato, noioso, mi sembra impossibile un guizzo simile da parte sua.
Al suo fianco Giorgio, amico di mio marito, giocano a tennis insieme, effettivamente ha le gambe lunghe, potrebbe essere lui...
La carezza continua.
Non resisto più, mi alzo per andare in bagno.
Magari mi seguirà, anche solo per..
"Scusate..." mormoro raccogliendo la pochette da sera.
Entro nel bagno, mi lavo le mani per ingannare l'attesa.
Controllo il trucco, ripasso con il rossetto il contorno delle labbra.
Si apre la porta.
La mia vicina di sinistra al tavolo. La moglie del dottor Santini.
Dentro di me un moto di disappunto, sicuramente non avrà il coraggio di venire, adesso che anche lei è arrivata qui.
"Buonasera.." mormoro, fingendo ancora di sistemarmi il trucco.
Frugo nella pochette alla ricerca del mascara, sollevo lo sguardo, è dietro di me.
Un lieve sorriso si disegna sulle sue labbra.
"Hai le gambe caldissime.. lo sentivo attraverso le calze..." mormora.
"..come scusi?" balbetto confusa girandomi verso di lei.
"Non hai capito che ero io?" ride leggermente, accarezzandomi una guancia.
"Sei splendida... sono mesi che mi chiedevo quando sarei riuscita a parlarti... ti ho vista ad un'altra festa...".
Sono senza parole, le sue dita sono leggere sulla mia guancia.
Non ho mai pensato di attirare l'attenzione di una donna, qualche voltai sono soffermata a pensare come sarebbe se.. ma non ho mai avuto incontri, occasioni per scoprirlo.
Una qualche fantasia mi ha attraversato la mente, facendo l'amore con mio marito, succhiare un capezzolo, affondare il viso tra gambe morbide.
Chissà quali sensazioni si provano....
"Questa sera sei sexy da impazzire, ti ho desiderata da quando ci siamo seduti a tavola.." sussurra avvicinando il suo viso al mio.
La guardo negli occhi, grandi occhi verdi, truccati sapientemente, vi leggo un desiderio profondo, impellente.
Avvicino le mie labbra alle sue, spinta da una curiosità inarrestabile.
Com'è la bocca di una donna?
E'morbida, è soffice, è imperiosa.
Le nostre lingue si intrecciano, in un gioco di eccitanti carezze.
" ..vieni.." sussurra spingendomi verso uno dei bagni chiusi.
Chiude la porta dietro di noi, mi spinge contro il muro.
Mi prende il viso tra le mani, incolla con prepotenza la bocca alla mia, la sua lingua è morbida, guizzante.
Un bacio profondo, la lingua entra ed esce dalla mia bocca, mi lecca le labbra, il palato.
Un gemito leggero mi sfugge tra le labbra.
E' il bacio più eccitante che ho mai ricevuto in vita mia, forse è la situazione così nuova, trasgressiva, mi fa provare queste sensazioni.
Con le mani percorro il suo corpo, un corpo morbido, dalle forme profondamente femminili.
Anche le sue mani mi accarezzano, più esperte, più imperiose.
Non so come sia successo... ha abbassato le spalline del mio abito, esponendo al suo sguardo il mio seno, seno del quale sono sempre andata orgogliosa, così sodo da permettermi di non usare reggiseno.
"..sapevo saresti stata meravigliosa..." mormora sfiorandolo con una carezza.
Ricomincia a baciarmi, le mani che tracciano cerchi intorno ai miei seni, sfiorando la pelle, evitando di toccare i capezzoli.
Dentro di me una sensazione di eccitazione enorme, fatico a credere di essere così piena di desiderio solo per un bacio sulla bocca e delicate carezze.
Eppure è così.
Con la lingua inizia a tracciare un delicato sentiero, scende sul collo, si avvicina al capezzolo, lo sfiora leggermente.
Un brivido.. una leggera scossa... lo prende tra le labbra.
La lingua, le labbra, i denti.. usa tutto per stimolarmi, per eccitarmi.
E' meravigliosa la vista delle sue labbra che mi torturano dolcemente il capezzolo, della lingua delicata che lo lecca.
Con le mani mi ha sollevato il vestito, accarezzandomi le gambe.
Adesso che ho provato l'eccitazione dei suoi baci sulla bocca, sul seno, voglio sentirla là, voglio sentirla bere i miei umori.
Mi sfila le delicate mutandine di pizzo nero, le annusa.
"...hai un profumo meraviglioso...".
Si inginocchia davanti a me, per un lungo istante mi osserva, segue con lo sguardo il monte di Venere, i peli che si arricciano leggermente, la fessura che si intravede, umida.
La osservo, desidero da impazzire la sua lingua, le sue labbra, la sua bocca.
Le accarezzo i capelli, la spingo leggermente verso il mio pube, anelo una sua carezza.
Si avvicina lentamente, la sua lingua mi sfiora il clitoride... un tocco leggero, che trasmette una scossa eccitante.
Un gemito gutturale mi sfugge, con sapienti movimenti della sua guizzante lingua sta tormentandomi, mentre le sue mani salgono a stuzzicare i miei capezzoli.
Mai pensavo una tocco così, capace di accendere un fuoco così intenso dentro di me.
"...scopami, ti prego..scopami.." mormoro, desiderandola sempre di più.
Una leggera risata le sfugge...mi penetra con un dito, ne aggiunge un altro, un altro ancora, spingendo sempre più in fondo.
La sua lingua continua ad accarezzarmi, a leccarmi, pronta a strapparmi un godimento mai provato.

Sento un movimento fuori dalla porta... è entrato qualcuno.
Questo non mi spaventa, anzi.. accresce il senso del proibito, della trasgressione.
Allunga la mano verso il mio viso, le sue dita penetrano la mia bocca, come le altre penetrano tra i miei umori.
Le succhio le dita, godendo in silenzio, mentre un tremito intenso mi scuote.
Un urlo silenzioso mi fa aprire la bocca, sulla quale lei si getta avida, coprendola, facendomi assaggiare il mio sapore.
La bacio avidamente, mentre le mie mani si fanno strada sotto la sua gonna, cercando la sua fessura.
Le scosto le mutandine e la penetro con violenza, voglio strapparle un orgasmo come quello che ho avuto io, voglio sentire le mie dita roride dei suoi umori dolci.
Si aggrappa alle mie spalle, mentre con la bocca scendo a morderle un capezzolo, che ha scoperto per farmelo assaggiare.
Fuori nell'antibagno sentiamo voci di altre donne, intente a ritoccarsi il trucco, a chiacchierare oziosamente.
La sensazione del suo sesso intorno alle mie dita è inebriante, la sento contrarsi ad ogni mio movimento, devo fare leggermente forza per penetrarla a fondo.
Mormora il suo orgasmo nel mio orecchio, ansimando, baciandomi, mordendomi.
Rimaniamo esauste, abbracciate per un momento, incapaci di parlare.
Nelle mie fantasie più sfrenate non è mai stato così bello ed intenso fare l'amore con una donna.
Un ultimo bacio, leggero, ma nonostante tutto eccitante.
Mi sistemo il vestito, cerco le mutandine.
"..me le lasci?.. così per tutta la cena saprò di averle io nella borsa.. e di averti accanto... nuda.. profumata..." mi sussurra accarezzandomi il viso.
"..si...si" sussurro rocamente, sentendomi tutta bagnata tra le cosce.
Apro leggermente la porta del bagno, non c'è più nessuno fuori.
Un po' di trucco.. siamo pronte per tornare dai nostri commensali.
Uno sguardo all'orologio.. il timore che si siano accorti della nostra prolungata assenza.
"..vado prima io.." mi dice avviandosi.
Aspetto un istante poi entro nella sala da pranzo.
"Tesoro, tutto bene?" chiede sollecito mio marito venendomi incontro.
"..come?.." balbetto confusa.
"Diceva Antonella che in bagno hai avuto un leggero giramento di testa per questo ci avete messo tanto.. stai meglio?" dice accompagnandomi verso la mia sedia.
"Si adesso sto benissimo..." rispondo sedendomi.
"Antonella si è occupata di me in modo gentilissimo.."
Una leggera carezza sotto il tavolo.. la sua gamba che mi sfiora.
Spero che nessun altro senta il mio profumo.

Agata

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