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Racconto n° 1428
Autore: Madamesnob Altri racconti di Madamesnob
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Svegliare con cura
Apro gli occhi per la luce. Il sole dev'essere già alto perché i raggi non filtrano più dalle tende, ma le inondano e la camera sembra illuminata a giorno.
Dormi ancora. Sbircio la sveglia. Le undici meno dieci. Chiudo gli occhi e sorrido con soddisfazione dolce: è domenica.
Sento caldo, mi scopro completamente e la pelle nuda rabbrividisce senza lenzuola.

Mi avvicino strisciando, ti sfioro lievissima la mano, con i polpastrelli ti accarezzo tra un dito e l'altro, prima uno per volta poi tutti insieme.
Mi muovo lenta, ho tutto il tempo del mondo. Chiudo gli occhi e godo della tua pelle morbida. La mia mano sale sul braccio e piano fino alla spalla. Niente scatti, il ritmo si snoda nella mia mano, non nella mia mente.
Mi avvicino un altro po' e infilo la mano sotto la tua maglietta. Mi appoggio sul gomito e ti tocco la pancia con le dita, premo leggermente, non voglio farti il solletico. Aggiungo il palmo, gioco a lungo attorno all'ombelico, sui fianchi stretti, attorno all'osso del bacino. Dio che bello che sei.
Il sonno rallenta la percezione dell'eccitazione, ma lentamente mi sto svegliando anch'io.
Ora gioco con l'elastico degli slip, poi te li sfilo piano.
Sei sveglio, lo so, ma fingi di dormire.
Mi accoccolo nuda tra le tue gambe, rimango a guardarlo finché non resisto più. Allora inizio a leccare lo spazio sottile tra gambe e sesso, poi scendo e pizzico tra le labbra i testicoli, li lecco e li succhio piano.
Mi stupisco della mia lentezza.

Sento acqua tra le gambe ma tu non accenni a muoverti e io so bene cosa significa.
Ti sfioro con i capezzoli la punta, mi piace da morire, continuo a muovermi col seno sul tuo sesso senza mai stringerlo.
Avvicino la bocca alla base, scivolo con la lingua fino alle natiche, ti sento tendere i muscoli.
Mi piace quando il tuo respiro accelera.
Rimango sull'asta a lungo e poi mi allontano crudele.
Ti faccio sentire la mia presenza senza toccarti, solo poi appoggio la lingua senza premere lì, sulla punta.
Mi allontano di nuovo, aspetto e poi ti bacio sullo stesso punto. Un bacio senza schiocco, silenzioso, immobile. Premo e lascio che il tuo sesso mi schiuda... E qui scivolo fino in fondo e mi muovo sul tuo respiro.
Ti ascolto, basta questo.
Nessuna tecnica, solo ascolto.

Stai volando via, ti contorci, alla fine esplodi sulla mia lingua e ti abbandoni quasi ritornando al sonno come non fosse successo niente.
Io ascolto il tuo piacere che scivola in gola, torno su di te, rubo l'ultima goccia e mi sdraio soddisfatta ad occhi chiusi.
Prendo la tua mano in abbandono, me la porto tra le gambe, te la porto alle labbra e sorrido.


Post Scriptum:
Se dovessi scrivere una poesia su quest'emozione i versi sarebbero secchi, ma lucenti.
Soddisfazione, potere, bagliori, sorrisi e piacere probabilmente si rincorrerebbero in anafore, assonanze e consonanze. Ma non ho la metrica nelle dita e la mia anima si snoda nella prosa ricercando l'emozione vissuta.
La fellatio dà un senso di onnipotenza passeggera, difficile rinunciarvi.

Madamesnob

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