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Racconto n° 1452
Autore: Cesare Paoletti Altri racconti di Cesare Paoletti
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Una segretaria speciale
UNA SEGRETARIA SPECIALE

- Signorina Carlesi, abbiamo ricevuto la sua domanda di aumento di stipendio. Ecco, vede, noi siamo senz'altro disposti a prenderla in esame. Ci sono pervenuti giudizi positivi sulla sua efficienza nel lavoro e sulla sua disponibilità. -
Il Direttore del Personale, seduto dietro la sua scrivania, la fissava attentamente, quasi a volerne studiare il comportamento, le reazioni, i moti dell'anima. Giovane, prestante, capelli neri, corti, leggermente stempiato, naso dal profilo armonico e regolare, occhi neri e penetranti, viso allungato dai tratti netti, squadrati, mascolini, sorrideva in silenzio fissando la sua interlocutrice seduta su una poltroncina di fronte alla scrivania. Lucia era bella. Venticinque anni, capelli neri come il carbone, lunghi fin sulle spalle, nasino affilato leggermente rivolto all'insù, due labbra carnose rosso fuoco, due occhi neri, vivaci, guizzanti e inquieti, il bel viso affilato e dai tratti morbidi e delicati, ascoltava in silenzio, seduta su quella poltroncina un po' fantozziana, che metteva in mostra il suo bel corpo, le gambe accavallate fasciate da una minigonna azzurra aderente, i seni prosperosi costretti dentro una camicetta bianca scollata quel tanto che bastava per calamitare lì lo sguardo.
- Il responsabile dell'ufficio marketing nel quale lei lavora ci ha parlato molto bene di lei. Ho qui una sua relazione nella quale lei è descritta come persona intelligente, rapida nell'eseguire il lavoro che le viene commissionato, disponibile anche a fare straordinari quando è necessario. Insomma, un quadro lusinghiero. -
- Grazie. Io cerco sempre d'impegnarmi nelle cose che faccio. Mi piace dare un'immagine positiva di me e contribuire e risolvere i problemi quando è possibile. -
Lucia era sicura di sé. Non sembrava certo la segretaria timida e sottomessa. Il Direttore del Personale la guardò pensando fra sé che quella ragazza aveva una personalità decisa e sicura. Era anche molto bella. Si soffermò a guardare il suo corpo adagiato nella poltroncina. La minigonna lasciava vedere le belle gambe e qualcosa di più. L'immaginazione saliva più su, là dove lo sguardo non arrivava. Improvvisamente la desiderò. La mente si accese pensando al suo corpo nudo, appetibile, morbido, uno specchio d'acqua azzurra e cristallina nel quale tuffarsi. Vedeva i seni sotto la camicetta bianca. Non portava il reggiseno. Immaginava le mutandine sotto la minigonna e quel che c'era sotto le mutandine.
- Ecco, Lucia, vorrei solo farle ancora qualche domanda per capire meglio la sua personalità. -
Lucia avvertì il desiderio dell'uomo. Sentì che la guardava come una preda, e la cosa non le dispiacque. Anzi. Decise di stare al gioco. Del resto il Direttore del Personale era un bell'uomo, e se anche ci fosse finita a letto, magari in cambio dell'aumento dello stipendio o di altri favori, non sarebbe stata poi la fine del mondo. Non aveva un ragazzo fisso. Nella sua vita c'erano state alcune storie, ma nessuna di esse era stata decisiva, e fino a quel momento non si era legata a nessun uomo. Era stata corteggiata molte volte, per la sua bellezza e sensualità. Ed era consapevole del fascino che esercitava sugli uomini. E lo usava per sedurre chi le piaceva. Ma fino ad allora non aveva trovato quella che con un termine abusato si chiama l'anima gemella, un uomo con il quale condividere l'esistenza. Si considerava libera. Libera di andare con chi le piaceva. Libera di sfruttare la sua bellezza per divertirsi con gli uomini che la attiravano. Libera. E allora decise di lasciar andare avanti quel gioco.
- Lei ha una famiglia, un fidanzato... -
- Al momento non ho un fidanzato. I miei genitori sono entrambi in pensione e vivono da soli. Io sto per conto mio in un appartamentino in centro. -
- E come si trova con i colleghi di lavoro? Va d'accordo con tutti, oppure c'è qualche problema con qualcuno? -
- Direi che mi trovo molto bene. I rapporti fra noi dell'ufficio sono buoni. E anche con il Direttore Marketing abbiamo un ottimo rapporto. Poi si sa che ci sono momenti di maggior tensione in vista di scadenza lavorative importanti, e cose del genere. Ma in linea di massima andiamo tutti d'accordo. Credo che la Direzione Marketing sia uno dei reparti di punta dell'azienda. -
- Questo è vero. In tutte le aziende il Marketing è il cervello operativo, e se non funziona bene son guai per l'azienda stessa. Senta un'altra cosa. Ha mai avuto storie sentimentali all'interno dell'azienda o dell'ufficio? Oppure qualche noia, considerando la sua bellezza non indifferente. -
E mentre parlava lo sguardo gli si accese, e i suoi occhi neri furono attraversati da un lampo di malizioso desiderio, mentre cercavano di penetrare sotto la minigonna. Lucia si accorse che le guardava le belle gambe accavallate, e decise di fare la prima mossa. D'un tratto distese le gambe, che per tutto il tempo aveva tenute una sull'altra, pudicamente. Così facendo mise in mostra le cosce che sembravano una scultura michelangiolesca, e scoprì un po' di più del suo bel corpo.
- Fino ad ora non ho avuto alcun problema. -
Già, fino ad ora. Lo disse con tono possibilista, per nulla ultimativo e definitivo, e mentre parlava e stendeva le gambe il Direttore del Personale non potè fare a meno di concentrare la sua attenzione su quel gesto che poteva sembrare provocatorio. Lucia non si scompose. Lo fissò per capire le sue reazioni. Adesso era lei che aveva preso in mano le redini del gioco. L'uomo sembrava sulla difensiva, incerto sul da farsi, quasi intimorito dall'iniziativa che Lucia sembrava voler prendere.
- Lucia, lei è molto bella, e credo sia inevitabile in un ambiente di lavoro che vengano fuori battute, apprezzamenti, e anche corteggiamenti e tentativi espliciti di approcci sessuali. Come vede le parlo con molta franchezza, perché lei mi pare sveglia, niente affatto timida e sprovveduta, e senz'altro in grado di difendersi da sola. -
- Grazie per i complimenti. Effettivamente mi sento in grado di decidere da sola se e con chi avere relazioni diciamo... intime! -
Mentre parlava accavallò nuovamente le gambe, quasi a voler fare un passo indietro. Ma faceva parte del gioco. Che doveva andare avanti.
- E lei ha una fidanzata o una moglie? -
Questa domanda gli cascò addosso come un macigno. Ebbe un attimo di esitazione a rispondere.
- Guardi che se è sposato me lo può dire senza problemi. -
Adesso stava scoprendo le carte.
- Sì, sono sposato. Non abbiamo figli, però. -
Quel però era patetico. Sembrava voler lasciare uno spiraglio per una relazione senza problemi. Non abbiamo figli, però. Però. E sorrise dentro. Lei si stava dimostrando più forte di lui. Lo aveva in pugno. E l'uomo la desiderava ma aveva paura a scoprire le carte, e vedendo che le stava scoprendo lei, decise di lasciarla andare avanti.
Sperava di averla, alla fine. Lucia aveva capito che l'uomo ormai aspettava che fosse lei a offrirglisi, ma non voleva che la strada fosse in discesa per lui. Voleva stanarlo. Voleva costringerlo a sbilanciarsi. Voleva in altre parole che alla fine fosse lui a chiedere il suo corpo, il suo sesso, tutta lei.
- Non avete figli per scelta, o per problemi di tipo medico, o perché ancora avete deciso di aspettare? -
- Beh, vede, è ancora presto. Siamo sposati da pochi anni. Vogliamo aspettare ancora un po', per essere liberi. -
Essere liberi. Anche lei voleva essere libera. Libera adesso di sedurre quell'uomo che la desiderava, e che in fondo le piaceva. Ne avrebbe anche tratto qualche vantaggio pratico. L'aumento di stipendio, che di questi tempi non è certo cosa da disprezzare. Unire l'utile al dilettevole.
- E lei, Lucia, come è possibile che non abbia un fidanzato? E' così bella e desiderabile... Ne avrà avuti, suppongo. -
- Ragazzi ne ho avuti. Ma fino ad ora non ho trovato il Principe Azzurro, l'uomo della mia vita. Per adesso mi godo la mia libertà, che mi permette di andare con chi mi piace. Non mi faccio scrupoli morali. Credo che se una persona ti piace sia giusto cercare di conquistarla, anche solo per una notte... -
E mentre parlava la sua voce si fece sensuale, calda, mentre fissava il Direttore del Personale con espressione enigmatica, interrogativa, quasi a voler lanciare un messaggio possibilista.
- E in azienda c'è qualcuno che le piace, e con il quale passerebbe anche solo una notte? -
Ormai si stava scoprendo anche lui. Le cose cominciavano a precipitare. Ma Lucia volle dare un colpo di freno, per tenere ancora un po' sulla corda l'uomo.
- Non saprei, non credo. Però, potrebbe accadere... Perchè mi fa questa domanda? -
Lo guardò con finta aria interrogativa, recitando la parte dell'ingenua che non capiva. E invece capiva benissimo.
- Se la domanda le sembra inopportuna, la ritiro e mi scuso. -
Ebbe timore di aver compromesso tutto. Ma lei proprio in quel momento stese nuovamente le gambe, e tirò leggermente più in su la minigonna, lasciando intravedere la biancheria intima sotto.
L'uomo ebbe un sussulto, e la guardò con desiderio e al tempo stesso con sospetto e inquietudine. Non capiva se lo provocava, se lo desiderava, o se era tutto un bluff. Non aveva il coraggio di fare altre mosse. Allora si decise lei a incoraggiarlo.
- Per esempio, lei è un bell'uomo, e non credo che nessuna donna lo respingerebbe! -
- Beh, lei mi fa arrossire, Lucia. Anche lei è una donna stupenda, e credo che nessun uomo la possa rifiutare. -
Ormai le carte erano distese, scoperte, sul tavolo. Rimasero un po' in silenzio. Lui la guardava. Lo sguardo si muoveva lungo tutto il suo corpo, che si lasciava ammirare compiaciuto. Passava ora sui seni nascosti dalla camicetta bianca, ora sulle gambe e sulle cosce, fino alle mutandine che occhieggiavano sotto.
- E tornando alle cose profane. Che mi dice dell'aumento di stipendio? -
Improvvisamente ruppe la tensione erotica che andava montando. Lui rispose quasi distrattamente, come se quell'argomento avesse perso ormai importanza e fosse diventato secondario. E del resto era veramente secondario.
- Credo non ci siano problemi. Le verrà accordato senz'altro. E come si fa a dir di no ad una come lei? -
E mentre parlava si alzò e le si avvicinò. Le carezzò il viso. Lei si lasciò accarezzare.
Ormai il dado era tratto. Si sarebbe concessa a lui. Avrebbe fatto tutto quel che lui voleva. Entrò con la mano sotto la camicetta bianca, e cominciò ad accarezzarle i seni. Lei si mise a mugolare di piacere, chiudendo gli occhi. Poi lui prese a sbottonarle la camicetta, fino a sfilargliela. E la gettò in terra.
Adesso Lucia era nuda dalla cintola in su. Le si gettò addosso come una furia, baciandole i seni e mordendole e leccandole i capezzoli turgidi come boccioli di rosa. Lei si lasciò andare sulla poltroncina dalla quale fino ad allora non si era mai mossa, godendo della passione con la quale la baciava e la toccava.
Immergeva il viso fra i seni e ne assaporava tutta la morbida bellezza, e lei mugolava e gemeva, e si sentiva tutta sua, oggetto di un desiderio irrefrenabile che la travolgeva. Si gettò poi sulla minigonna, sfilandola e gettandola a terra. Restavano solo le mutandine bianche, fino a poco prima oggetto nascosto del desiderio, adesso ultimo baluardo a proteggere la nudità di Lucia. Lei se ne stava distesa sulla poltroncina offrendosi a lui come per chiedergli di toglierle quell'inutile indumento. E lui la accontentò. Afferrò le mutandine ai due lati con le mani e cominciò a tirarle giù, scoprendo i peli neri del pube, e il sesso, e poi sfilandole e scaraventandole a terra con foga. Era nuda, adesso. Completamente nuda, e bella, e desiderabile, e stupendamente pronta a darsi tutta a lui, e a godere e a farlo godere, senza misura.
Si inginocchiò davanti a lei, le aprì le gambe e le cosce e il sesso, e affondò il viso dentro di lei. Lei se ne stava con le cosce appoggiate sui braccioli della poltrona, aperte, e lui le leccava appassionatamente il sesso aperto. La testa appoggiata sullo schienale della poltrona, gli occhi chiusi, Lucia si lasciava portare dall'onda azzurra del piacere, incontrollato e incontrollabile, senza opporre resistenza.
Venne. Venne con un gemito e uno spasmo del suo corpo che s'inarcò e si irrigidì, mentre lui assaporava gli umori che copiosi uscivano dalla sua intimità di donna in estasi.
Poi lui si alzò, si sfilò rapido la camicia e si abbassò pantaloni e slip, offrendo allo sguardo di lei, ancora perso nel ricordo dell'orgasmo appena vissuto, il suo sesso eretto come un monumento all'amore. Lo avvicinò al suo viso e alla sua bocca. E lei aprì la sua bocca e le sue labbra per catturare quel grosso membro di carne. Lo prese, avida di possederlo e di assaporarlo. Poi la sua bocca cominciò sapiente a scorrere su di lui, con movimenti sempre più rapidi e vogliosi, fino a farlo venire e ad accogliere tutto dentro di sé il bianco latte di vita.
- Lucia, sei meravigliosa... Meravigliosa e libera... -
Ebbe la forza di sussurrare con un filo di voce, mentre si staccava da lei sorridendo. E anche Lucia gli sorrise, guardandolo in silenzio, ma il suo sguardo era lontano, perso a contemplare paradisi che non sono di questo mondo.

Cesare Paoletti

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