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Racconto n° 1456
Autore: Alberico Vien Dal Vento Altri racconti di Alberico Vien Dal Vento
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L'ambrosia di Beatrice
Già al primo esame della vista esprime la forza data dal suo colore ambrato scuro, che la rende diversa nel gran panorama odierno. Un colore particolare, che ad alcuni può ricordare certi passiti e moscati del Sud, dato da qualità autoctone difficilmente diagnosticabili ad un esame della pelle d'origine.
Ma con solo poco calore dato dal contatto delle mani il suo aspetto cambia e si può intravedere in profondità il rosa pallido e tenue che evidenzia la sua vera struttura, ottenuta da un invecchiamento molto leggero e da un affinamento in ambienti freschi ed aerati.

Al tatto si individuano molteplici aspetti. Da una sensazione rugosa di primo contatto si passa al velluto della buccia di pesca, per poi trovare le sensazioni del muschio di prima mattina o, ancora meglio, la sensibilità umida ma consistente del frutto di mare appena sgusciato.

L'udito viene ricompensato durante le degustazioni da quei teneri umidi suoni di sciabordii che si apprezzano solo in meditativo silenzio e con movimenti lenti.

Il profumo, invece, ricorda freschezza primaverile di prima estate, con essenze di fiori, di frutti maturi fra i quali spicca l'albicocca, e a volte la susina. Bisogna però aggiungere che questo senso muta a seconda dell'uso e del consumo della stessa. Difatti, dopo aver assaggiato lungamente questo delizioso prodotto, queste essenze cambiano in profumi più forti, che possono ricordare anche il fieno dopo una pioggia o un campo di timo ed origano.

Ma la sua massima rivelazione si scopre all'esame della lingua e della bocca.
Le sue fragranze e il suo spessore sono autentici. Si incontra un sapore un poco frizzantino, un poco vellutato, ma sempre liscio, fresco, mai ruvido, non tannico, e non si incontrano gradi di acidità che possono non piacere.
Del resto, quale senso migliore come il gusto colto da lingua, bocca, labbra e palato per apprezzarla?
Assaggiata con gradevolezza, garbo, cogliendola con la giusta meditazione, secerne sapori in quantità e qualità di gran classe. Con pazienza e dedizione, volendo cogliere tutte le angolazioni, luoghi remoti interni ed esterni, la lingua e la bocca trovano un piacere notevole che viene ricambiato in modo naturale, cedendo a sua volta piacere dall'essere assaporata e colta.
Gustandola invece con foga e voracità, è capace di dare cariche ed effluvi stordenti che possono lasciare il gran retrogusto di sentirla alle labbra per parecchio tempo dopo la degustazione.

Si consiglia di servirla in ambiente confortevole, ad una giusta temperatura, senza eccedere nel voler freddi o caldi eccessivi, ed abbinata a cibi leggeri che non appesantiscano.
Si presta anche a simbiosi e fusioni corporee molto particolari colmandola di sfiziosità come panna, fragoline e frutti di bosco, cioccolato fondente in polvere, e non ultimi i sorbetti di frutta all'acqua. Sconsigliata invece la frapeuse colma di giaccio, in quanto raffredderebbe i suoi normali effetti voluttuosi.
Indumenti intimi di vario tipo abbinati ad autoreggenti o calze molto velate sono un buon contorno per presentarla al meglio.


Alberico Viendalvento
Un paese sul mare
23 luglio 2005

Alberico Vien Dal Vento

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