E' facile parlare di sesso quando si è nascoste dietro un monitor, lontane mille chilometri da qualcuno che non ci conosce e non può farci pesare il suo arrogante giudizio. Ben diverso è sfidare le regole di questa nostra società bigotta e trovare il coraggio di scardinare i tabù precostituiti.
Adoro masturbarmi e mi piace farlo mentre mi penetro con un oggetto di uso comune. Vado a sceglierli sulle bancarelle del mercato oppure nei grandi centri commerciali, non ha importanza in quale negozio, tutti sono buoni se offrono una forma che mi attiri. L'ultima volta che l'ho fatto, ho usato una bottiglietta di plastica dell'aranciata, quelle con una strozzatura su un terzo della lunghezza a partire dal tappo, settanta centesimi di euro per venti minuti di godimento e tre ore di attesa.
Ormai ho imparato a riconoscerle da lontano, la misura è uno standard, settanta millimetri di diametro con vari restringimenti sul corpo cilindrico, se passiamo alle bevande energetiche si possono trovare con l'imbocco conico, stampato a mille righe. Che dire poi delle confezioni di bagnoschiuma e di alcuni shampoo che mi fanno accapponare la pelle, ci sono anche candele di tutte le forme ma sono troppo cilindriche e si sciolgono col calore del corpo.
Il massimo sono le forme tonde e bitorzolute, non che i falli di gomma mi siano antipatici, ma costano una follia e io mi annoio facilmente, preferisco cambiare amante ad ogni godimento. Meglio il fruttivendolo allora, dove sembra che la verdura sia messa in vendita per darsi piacere, chi non si è mai infilata una zucchina o una melanzana tra le gambe, basta metterle in un profilattico colorato e il sapore non cambia.
Dipende dai giorni, mi è capitato di avere un orgasmo davanti a un distributore di lattine, sono un po' grandi, fredde e scivolose, ma stapparle quando sono dentro è una vera goduria se c'è un'amica assetata e golosa.
Un discorso a parte lo meritano gli accessori di tutt'altra specie, borracce, spazzole e cacciaviti dal manico grande, non disdegno nemmeno le siringhe per i dolci che si possono riempire con un liquido caldo e emolliente.
Mi piace uscire con un vestito sexy sulla pelle e un giocattolo dentro la carne, a volte anche due, dipende dai giorni. Una pinza può essere infilata aperta in modo da consentire una doppia penetrazione, una tazzina di caffè la si può lasciare col manico fuori, ogni oggetto ha il suo utilizzo, la sua tecnica e lo si sceglie adatto all'occasione.
Che senso ha tutto questo se poi non troviamo il modo di farlo sapere alla gente che ci circonda, glielo si può lasciar sospettare o ci si china sul bancone e si trova il coraggio di mostrarglielo in primo piano, infilato su per il sedere. A questo scopo mi intrigano le palline vibranti col comando a batteria che si può tenere in tasca, ci sono di vario diametro e possono diventare imbarazzanti.
In estate sono più orientata verso i portachiavi, quelli grossi, colorati, di gomma morbida o di plastica trasparente, mi piace sentire il metallo che mi ciondola tra le cosce, attira l'attenzione e si nota sotto le gonne leggere, trasparenti, un bel effetto per chi ci guarda dal basso sulle scale della metropolitana!
In inverno scelgo senza dubbio un plug anale di schiuma di silicone, meglio quelli col piedistallo piatto, di buon diametro, non rischia di essere risucchiato dentro e di costringerci a fare gli straordinari in bagno. Qualcuno arriccia il naso e si chiede come si cammina con un ingombro dentro l'intestino. Col sedere spinto un po' indietro ed un'aria il più normale possibile, proprio il fastidio di portarlo aggiunge un ulteriore stimolo al piacere.
Se è pur vero che mi piace masturbarmi, è corretto dire che mi piace essere masturbata. Il luogo che preferisco è il tram affollato, scelgo la mia vittima e gli consegno il comando del vibratore, facendogli notare dove va a finire il filo. Niente donne, niente ragazzi, niente stranieri, quelli più discreti sono gli uomini di una certa età, fanno quello che devono fare e non pretendono niente di più.
L'esperienza più stimolante è accaduta qualche giorno fa, è per questo che mi sono decisa a farvi partecipe delle mie confidenze. Non nella città dove vivo e dove sono solita lasciarmi andare, è accaduta sulla più classica delle spiagge adriatiche con la mia vicina di ombrellone. Simpatica, colta, intelligente, non più giovane ma attraente, ha ascoltato il ronzio e ha mangiato la foglia, il ramo e l'intero albero a cui era appesa.
Mi ha sorriso e le ho sorriso, mi ha chiesto cosa fosse e gliel'ho spiegato, il pomeriggio ho messo nella borsa il set completo e le ho fatto scegliere nel mucchio. Siamo state due ore sdraiate al sole, una accanto all'altra, i fili dei comandi incrociati tra le cordicelle degli occhiali e il nailon della tenda parasole, ognuna controllava le vibrazioni di chi stava a fianco in una battaglia di tremolii, spasmi e piccole vendette personali.
All'ora dell'aperitivo siamo salite in camera, la sua. E' bastato un sorriso, una bacio e le lenzuola sono diventate subito sudate. Per lei era la prima volta con una donna, per me l'ennesima. Mi ha chiesto se poteva confidarlo per telefono a suo marito e ha voluto che gli confermassi ogni dettaglio, specialmente il più piccante.
E' normale che lui volesse conoscermi, insolito che all'ora di cena avesse abbandonato Bologna per raggiungerci, a suo dire voleva una prova che non l'avessimo preso in giro, un replay era impossibile, ma la sue successive proposte risultarono eccitanti. Lo lasciai nel dubbio, lo feci per lei che mi aveva supplicato di non accettarle, mi spiegò che era una vendetta, dolce, adorabile, ma pur sempre una vendetta.
All'indomani mi raccontò che avevano fatto l'amore come ai vecchi tempi. Succede sempre così quando qualcuno si intrufola nella coppia, scese tardi in spiaggia, era esausta, assonnata ma felice. Il marito era ripartito di mattino presto, doveva ritornare al lavoro e non poteva assolutamente mancare. Telefonò ogni ora chiedendole cosa stesse facendo, le sue fantasiose risposte mi fecero ritornare la voglia, le sfiorai un piede e capì al volo cosa avessi in mente.
Ora anche a lei piace masturbarsi, la bottiglietta dell'aranciata la tiene nella borsa frigo ma ha un debole per le pesche noci. Dice che una è poca e due la fanno sentire porca, si tira su per bene il costume e lascia che il suo sesso gonfio si dipinga sotto la trama leggera della stoffa.
Laura