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Racconto n° 153
Autore: Maya Altri racconti di Maya
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Il sibilo
Una parola che colpisce al centro delle gambe: SCHIAVA.
Sette lettere che mi colpiscono al centro del ventre ogni volta che la sua voce le pronuncia. La lettera s produce nella mia mente un sibilo acuto come un serpente che irretisce la sua preda e poi uno schiocco come un colpo di frusta su un terreno arido. So che non posso dire di no ai suoi desideri. Non ne sono capace, non piu' almeno. Pronuncia solo questa parola quando mi telefona perche' vuole vedermi. - Schiava - – ed io so che dovro' trasformarmi per lui, che per un'ora o una notte saro' soltanto sua.. Dove vorra' e fino a quando vorra'. - tu puoi solo interrompere il gioco, schiava. Basta solo la parola. - – e' questo lo schiocco che sento dentro il cuore quando mi ricorda il nostro patto.

Entro nella vasca da bagno. Un piede dopo l'altro. L'acqua bollente evapora pian piano ricoprendomi di goccioline perlate. La schiuma accarezza solo alcune parti del corpo fino a quando non saro' entrata tutta dentro di lei. E' come se entrassi di nuovo nella sua vita. Ogni volta che mi preparo per un nostro appuntamento o come lui preferisce chiamarle sessioni. Le nostre sessioni d'amore.
Affondo rapidamente. Volevo bagnarmi dentro di lui, ricoprirmi del suo amore. Ecco di nuovo quello che lui chiamava il velo di June ricoprire la mia realta'. Realta' che si appanna di vapore ogni volta che penso ai momenti trascorsi insieme. Lo specchio e' appannato. E' come se scorgessi in lontananza le mie forme. Le forme di quel corpo arrotondato che a lui piace tanto guardare. Ogni volta vuole che mi prepari allo stesso modo : mi adagio nuda sul letto di fronte alla grande specchiera antica e mi lascio guardare. Solo cosi' entro nella sua vita. Lasciando che il suo sguardo si posi sul mio corpo arrotondato. Il sedere, quel sedere che non ho mai amato, bianco, grande, e' la cosa che lo attrae maggiormente. Lo ricopre di baci, lo palpa, lo sfiora di carezze, mentre io mi guardo allo specchio. June, June, in quel momento posso essere veramente solo me stessa. Posso essere il mio corpo senza nessun altro orpello sentimentale. E' cosi' bello sentire il proprio corpo, prenderne possesso. E' questo che mi ha insegnato Antonio.
Il viso, la bocca, gli occhi, non sono piu' parte di me, perdono i loro connotati caratteriali per diventare solo parte delle sue mani che mi sfiorano. Lo specchio appannato del bagno sfuma i miei lineamenti, posso essere chiunque nel momento in cui mi guardo dentro il velo di vapore ed entro nella vasca. Lo stesso velo di vapore che ha ricoperto la mia vita da quando sono June di giorno e una schiava di notte. Vivo parallelamente in due mondi distinti.
Ho spento la luce lasciando che filtrasse la fiamma delle candele che ho posizionato nel bagno e sul bordo della vasca. Un arcobaleno di odori. Candele profumate zenzero, cannella, incenso, sandalo, verdi, blu, gialle si mischiano tra loro. Ricoprono il mio corpo con i loro odori. Prendo una candela, osservo la fiamma, passo le dita sopra il fuoco, sento lo stesso bruciore della carne di quando lui mi sussurra - ti desidero - dentro il cuore, perche' Antonio riesce a parlare con il mio ventre facendolo pulsare, con le mie gambe facendole aprire, con la mia bocca facendola sospirare. Parla al mio cuore e il corpo risponde.
Lascio colare della cera sul pavimento e sul bordo della vasca. Piccole macchie di colore colano raffreddandosi sul pavimento e qualche goccia di cera cade in acqua raffreddandosi. E' come se la stessa cera ricoprisse il mio cuore. Le gocce di ogni amore formano diversi strati spessi. Un colore per ogni persona che ho amato, ma Antonio non ha colori e' una forma indistinta di sensazioni.
Sto cercando qualcuno che riesca a spegnere una volta per sempre la fiammella che mi spinge a cercare l'amore ideale. Un fuoco dentro, una fiammella sempre viva, mi spinge verso amori diversi, ma la cera si sta solo accumulando. Raggrumandosi.
Sto impazzendo per lui. Vorrei sottomettere il suo cuore. Farlo soffocare sotto gli spessi strati del mio desiderio.
- il desiderio non muore mai con l'orgasmo. Ho ancora voglia di te - Ancora voglia di sentire.. – non so se riesca a capire il mio desiderio di nutrirmi di lui, di saziarmi del suo modo d'essere.

- voglio vederti nuda. Voglio conoscere le tue reazioni al tocco delle mie mani sui tuoi seni e sul tuo corpo...voglio vedere il tuo corpo muoversi di desiderio, ondeggiare sotto il tocco delle mie dita... voglio assaggiarti...e voglio capire se sai essere schiava, se sai sottomettere i tuoi pensieri e il tuo corpo alla mia volontà. - . – non so se riusciro' mai a raggiungere questa perfezione per lui. -
- Amarti? Come potrei amarti ora ? ma io voglio che tu desideri ardentemente essere mia, offrirti, che ti prepari ad esserlo nei modi che ti dirò, che ti spogli per me ed obbedisca ai miei ordini...che tu goda, e moltissimo...sarai tu ad amarmi
Ma accadrà solo e se sentirò del vero desiderio da parte tua di essere mia. Cominciamo un cammino diverso, dove tu devi al tuo Signore e Padrone la sincera espressione di ogni tua emotività...pensieri proibiti, paure, emozioni...desiderio. Prima mi nutrirai di queste cose, poi mi nutrirai con il tuo corpo. Se vorrai essere mia. Solo allora sarai veramente mia perche' oltre al tuo corpo possiedero' la tua anima -

Ho bisogno della notte per pensare. A lui.

Si, si, si, gli direi mille volte di si. Ma io immagino troppo. Immagino che lui possa innamorarsi di me, nello stesso modo in cui Maddalena credeva che io potessi amarla. Ma lei era sempre cosi' dura e volgare. Volgare il suo modo di essere donna, sempre troppo truccata e al di sopra delle mie aspettative. Lunghi capelli neri. Crespi. Ricci. Naso aquilino. Pelle ambrata. Un odore acre del corpo. Volgare la sua intelligenza sempre troppo pungente, spigolosa. Ha trovato in me mistero e passione ma credeva di avere in mano un giocattolo senza anima, ma e' stata lei a scottarsi. E' stata lei a bruciare per me. Io ho accumulato solo altra cera sul cuore. Cera rossa come il sentimento. Non conoscevo ancora Antonio, non sapevo cosa sarei diventata.
Avevo lasciato che mi abbordasse in un pub di incontri. Ero andata li' , da sola, una notte, per essere conquistata. Mi piace esibire la mia bellezza, la mia pelle chiara in contrasto con i capelli e gli occhi nerissimi, e tengo ad accentuarla con il contorno della matita sotto gli occhi e il rossetto rosso. Un filo di matita rossa sulla labbra, come se lo stesso filo collegasse la mia bocca alla vulva. Spesso vado li' solo per guardare. E' come se in questo modo i desideri altrui si appiccicassero insieme al sudore al mio corpo. Stanotte invece ballo da sola, al centro della pista, perche' so che qualcuno si avvicinera' per tentare un approccio. Non importa se un uomo o una donna, voglio solo conquistare. Mi muovo ad un ritmo solo mio, come se la musica mi sfiorasse il corpo, facendomi ondeggiare come una scialuppa in un mare in tempesta. E per qualcuno sono sempre un appiglio, un approdo sicuro, una luce. E' stato il profumo di Maddalena a colpirmi. Duro, forte come lei e anche il suo approccio e' stato immediato come quello di un uomo - - sei bella, ti piace far girare la testa, vorrei toccarti - .
Solo in seguito ho saputo che Maddalena era stata l' amica di un mio amante. Una scopata tra loro. Solo una volta. Forse mi aveva rimorchiato per questo , per sentire ancora addosso al mio corpo l'odore di un uomo. Certi odori talvolta ti restano appiccicati addosso, come se in qualche modo sul tuo corpo restasse l'impronta del suo odore. Emani inconsapevolmente l'odore che l'amore ti ha lasciato addosso.
Maddalena era consapevolmente attratta solo dalle donne. Ed io prima di incontrare Antonio non ero consapevole di un diverso modo di sentirsi femmina, di vedersi donna.
Maddalena si e' avvicinata subito a me, cominciando a sfiorarmi e sciogliendo i lunghi capelli crespi che prima aveva attorcigliati in una lunga treccia . Sensuale nella sua semplicita'.
Come un bruco che si attorciglia allo stelo di un fiore per raggiungerne la corolla dove trovare nutrimento, cosi' Maddalena girava intorno al mio corpo per studiarmi.
- ti offro da bere - Aspiro il suo profumo mentre mi porge quello che sta bevendo. L'impronta del rossetto e' rimasta sul bordo del bicchiere. Appoggio le labbra proprio in quel punto, lei sa che e' come se la baciassi, sento il brandy mischiarsi con le tracce del suo rossetto mentre a piccole gocce butto giu' il liquore. Non ho voglia di parole, non sono abituata a bere, e il brandy mi fa subito entrare in un vortice. - ne voglio ancora - – le sussurro in un orecchio – - io voglio quello che tu vuoi, voglio te - – sussurra Maddalena.
Credo sia cominciata cosi' la nostra storia, mi sfuggono i ricordi delle persone che non ho amato.
Forse anch'io sfuggiro' dai ricordi di Antonio. Restero' solo un'ombra vaga e non ricordera' neppure piu' chi era June.

Ho lasciato che Maddalena mi conducesse in un angolo del locale e sedendoci sul divano che mi sfiorasse le gambe con le sue lunghe dita. Volgare e dura anche nel modo di muovere le mani sul mio corpo. Unghie lunghe, uno smalto rosso scuro e anelli, tanti anelli e bracciali che tintinnavano al suo muoversi. Non indossavo mutandine e facilmente le sue dita sono arrivate al mio ventre gia' bagnato. Ma il desiderio non era completo, le ho scostato le mani e ho accettato l'invito a ballare di un uomo: si muoveva per la sala come un quetzal uccello messicano dalle piume multicolori con occhi chiari, di un azzurro intenso, le basette lunghe e scure, i capelli castano scuro cortissimi, due labbra imbronciate rosa pallido e un odore pungente della pelle.
E' nata in quel momento quella che lui chiama la - danza del serpente - , il mio strusciarmi contro il suo corpo arrotolandomi contro le sue gambe, palpando le sue natiche, baciando il suo collo come se fossi un serpente su un tronco d'albero.

Quella notte dopo una passeggiata sul lungomare, con un numero di telefono fatto scivolare nella mia borsa nacque il velo di June. Sarei diventata quello che lui voleva rinnegando la mia anima.

Conservo ancora quello che sono stata per lui. Ho accettato la sua sfida perche' gia' sapevo che avrei perso.

- Il tuo Padrone ti metterà alla prova. Mettera' alla prova il tuo desiderio. Per essere schiava, la mia schiava prediletta, dovrai rinnegare tutto cio' che sei stata finora e trasformare il tuo corpo secondo la mia essenza.
Inizierai un viaggio verso la tua femminilita' . Il tempo delle nostre parole sta per volgere a termine...è mia volontà averti.
Ti userò a mio piacimento, lasciandoti segni sul corpo e sul cuore
...ma il tempo delle tue parole sta scadendo... -

Estasiata, attratta, paralizzata, eccitata ero entrata nel suo mondo gia' dalla prima volta che le sue mani mi avevo sfiorato il corpo ballando. Stava cominciando cosi' il peregrinare all'interno del mio corpo, un viaggio intorno all'amore di una solitudine disperata, pieno di ostacoli e dubbi.

Un viaggio intorno al sibilo di una parola: schiava. 18/4/2002

Maya

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