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Racconto n° 1584
Autore: KubaGervaso Altri racconti di KubaGervaso
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Autunno
Anche la fantasia a volte può sedere in un bar. E può produrre suoni, avere colori, avere la consistenza necessaria per uscire dal suo status ed abbracciare quello della realtà.
Così capita di sedere vicino alla tua fantasia, così vicino da poterla toccare, così vicino da sentirne il suo profumo di donna. Tailleur, tacchi a spillo e ventiquattrore, così va in giro la tua fantasia ora diventata realtà. Beve un caffè, fuma una sigaretta, fa una telefonata di lavoro, proprio come migliaia di altre persone in città, proprio come migliaia di altre fantasie. Una minerale, un'altra sigaretta... ripone il cellulare nella borsa, e con la ventiquattrore in mano si alza e si allontana nella maniera più femminile mai vista in quel bar negli ultimi trent'anni, e probabilmente in tutta la città.
Una rapida occhiata al suo tavolino, e noti che ha dimenticato il suo portafogli griffato di pelle bordeaux. Fortunatamente il cameriere è distratto dalle ordinazioni di due clienti stranieri, e, approfittando della loro incomprensione, prima di andartene riesci ad impossessarti dell'oggetto dimenticato. La prima scossa di adrenalina. Il contatto con la pelle del portafogli ti eccita. Non è solo quello, c'è molto altro. È l'idea del proibito, è l'idea di toccare la tua fantasia.
Ti allontani cauto e glaciale come un vissuto contrabbandiere dell'est, anche se dentro regna la confusione, e arde devastante il fuoco di un gioco segreto appena iniziato. Scomparsi. Tailleur, tacchi a spillo e ventiquattrore non ci sono più. Se non ci fosse il portafogli nella tua tasca penseresti di aver sognato tutto, di aver dato libero sfogo alla fantasia. Ma è tutto vero. Cerchi di ragionare. Meglio tornare a casa e controllare cosa vi è al suo interno. Ormai la sequenza delle tue azioni è quella di un film, e pensi che probabilmente troverai un recapito.
Chiudi la porta della camera alle tue spalle e fai girare anche la chiave all'interno della toppa, anche se sei solo. Un'idea può dare molta sicurezza. Come quando eri piccolo e non riuscivi a dormire perché avevi paura, ma la semplice coperta tirata sopra la testa di dava tutta la vulnerabilità di cui avevi bisogno. Nella foto della patente deve almeno venti anni di meno, e dimostra di avere ricevuto ben due doni dalla natura. Il primo è quello della bellezza, il secondo è che questa aumenta col passare degli anni. Ora sai anche dove abita la tua fantasia, e la voglia di giocare è forte.

Attraversi il vialetto che taglia un prato inglese in ottime condizioni. È una fresca sera d'autunno, ed i piccoli lampioni illuminano il loggiato.
La seconda scossa di adrenalina è segnalata acusticamente dal trillo del campanello, e dentro di te da un'altra fiammata. Questione di pochi secondi, e la porta si apre. È vestita diversamente, ma puoi riconoscerla. È la tua fantasia. Cerchi di dominare il fuoco e l'adrenalina per trovare le parole. Parlare con la tua fantasia non è una cosa che capita tutta i giorni.

- Ho trovato questo, stamattina... l'ha dimenticato al bar...-
- Oh, grazie! Ecco dov'era finito, ormai temevo di non ritrovarlo più!-
- Ero seduto di fianco a lei, l'ho visto e volevo restituirglielo, solo che poi è scomparsa...-
- Grazie, sei stato davvero molto gentile ed onesto a riportarmelo di persona sino a qui.-
- Ovviamente ho dovuto aprirlo per guardare il suo indirizzo, mi spiace.-
- Non si preoccupi, è molto più importante che io lo abbia di nuovo con me!-
- Beh, a questo punto io andrei, arrivederci allora...-
- No, ma che dici! Ti sono debitrice, lascia almeno che ti offra qualcosa da bere, è il minimo che posso fare per ringraziarti. E poi comincia a piovere proprio ora, è meglio se entri dentro e ti ripari.-

Cerchi di spiare il più possibile nella sua casa, per vedere come vive la tua fantasia.
Siedi nella poltrona, e tra te e lei c'è solo un basso tavolino in vetro su cui sono poggiati due bicchieri. Lei siede di fronte, le gambe accavallate. Hai paura che si accorga delle fiamme che ti stanno bruciando dentro, hai paura che si vedano anche dall'esterno.
Con la stessa femminilità della mattina si alza e ti si siede sulle ginocchia, senza dire neanche una parola. Terza scossa di adrenalina. Il profumo della sua pelle così vicina è benzina sul fuoco. Ora rischia di scottarsi. Le accarezzi il seno. Poi la mano scivola sotto il leggero maglione, e s'infila nel reggiseno, trovando il capezzolo turgido. Lei ansima, ed il suo respiro si fa più profondo. Stai baciando la tua fantasia, ed in bocca puoi sentire il sapore fruttato del vino.
Si scosta un attimo, ti sorride, e sfila via il maglione. Giaci estasiato sullo schienale della poltrona. Comincia ad accarezzarti il petto, stringe il pugno sulla camicia. Continua verso il basso, finchè, ad occhi chiusi, riconosci quel suono metallico. Sta armeggiando con la fibbia del cinto. È tutto così lento ma intenso. Il bottone abbandona la sua asola. La zip funziona perfettamente, un meccanismo infallibile. Può finalmente liberare tutto il fuoco.
La sua bocca cerca di spegnerlo. Lo avvolge, lo circonda con la lingua tentando di limitarlo. Sembra non avere paura delle fiamme alte, al contrario, si tuffa avida sino alla loro base. Prende la rincorsa, in alto e poi via verso il basso. Con movimenti circolari, decisi e sicuri. Il piacere assume la forma di una spirale, e culmina con l'ultima scossa di adrenalina.

Lo vedi percorrere il vialetto che taglia a metà il tuo prato inglese, illuminato dai piccoli lampioni accesi in questa fresca sera d'autunno. Chiudi la porta e sprofondi nella poltrona con un bicchiere di vino in mano, mentre aspiri soddisfatta dalla tua sigaretta appena accesa. Sul tavolino di vetro il portafogli griffato di pelle bordeaux, lo stesso che hai lasciato sul tavolino a fianco della tua fantasia...

KubaGervaso

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