Racconti Erotici - RossoScarlatto Community
RossoScarlatto Community
.: :.
Racconto n° 1685
Autore: SchiavaDAmore Altri racconti di SchiavaDAmore
Aggiungi preferito Aggiungi come Racconto preferito
Contatto autore: Scrivi all'Autore
 
 
Lettori OnLine
 
Romanzi online
 
Manniquin
Brehat
Rebel
Friends
Orchid Club
Menage a trois
Remember
The best
Destiny
My Story
 
 
La vibrazione
Suonando e risuonando nell'insonnia febbrile tra le stanze della mia mente, fin su le pareti in bianco nudo della carne, vibra armonica la risonanza a raccogliere il tutto.
In disparte, lontano dalle solite note, dagli equilibri di bacchetta, dal lussurioso ebano dei fiati, languente nell'arco del tempo, resta l'animo caldo del cello a cui danzo, la musica che hai scritto per me.
Te, ti sento, te sei l'impeto e l'eccentrico talento che mi è monologo di invocazione oscena. Te sei l'angolazione dell'archetto che mi cambia il volto, nota dopo nota, da folle in soffio.
Te. Te sei il ponte che mi conduce al cielo, il salto della morte, il mimo sei che monti e rimonti a luci basse intrecciandomi le dita, ti sento come l'avventura che mai chiude ma rimane ritmica a fissarmi in suggestione sugli interni.
Te. Te sei la vibrazione delle corde, le feritoie lungo il ponticello in cui precipito, il cranio che mi pende quando la melodia di piuma si modella ad ossessione fissa.
Te... Te sei che perdo, nell'appiglio mentre schizza via impazzito assecondando i vorticosi affreschi della testa. Sei te che emergi inconsueto e ancora trovi nuove coordinate a farla da padrone, te, coraggioso baricentro, sei l'arrangiamento di una stanza buia e musicale che mi lascia tracce di emozione, il mio respiro all'unisono col tuo. Sei te che mi sublimi in un assolo il mondo primordiale alla finestra, sei l'oasi di una poesia violenta in una realtà che è labirinto. Siamo coreografie te ed io, sommesse e plumbee, con l'anima incollata alla cordiera, quella che ci annotta e immobilizza, ci assale grave in suono ricco e coinvolgente.
Sono accordi di sussurri desueti, ad intervalli brevi, i miei - La - tra gli austeri semitoni che mi sperdi tra i pensieri nelle nebbie. Te e il tuo melodiare denso siete atmosfere scure che mi smorzano in sordina, sdegnosamente soverchianti con movimenti veloci ed infebbrati. Te, forte di visione intensa, nell'anarchia di un volo alto che ha la leggerezza impropria di uno spleen acido e pastello, te mi sovrintendi ed alla fine assolvi tutto. Te sei resina sul legno, sul pernambuco che mi tocca le vocali della voce mentre recito in lucido delirio, in guisa di ballata, amara e inopinata in sospensione sul crocicchio della mia nevrastenia che palpita.
La tensione curva sullo stelo sei, la cavigliera d'ebano che aumenta e scende grave al senso, talora in profondità così soffuso che l'energia che viene è un'estasi solenne a pungere la mente per entrarvi in abbandono come lume di candela. Te sei letto ipnotico di note che mi fondono in bellezza con la velocità, con l'eternità del momento distruttore sulla liberazione, mentre io scivolo ai contorni e sciolgo i muri a resistenza con esasperato vitalismo.
Te. Te solo sei teatralità del suono in alternarsi psichico di possessione. Te, che mi travesti di diafano splendore le scale in quattro corde col lirismo, con la bucolica inquietudine, mentre io di corsa nell'immobilità in sovrimpressione della pelle, io perdo il controllo con indiscussa sintonia.
Io come umbratile cesura al violoncello, io, in avanguardia sdrucciolevole tra la flemma ed il sussulto, sono la quiete alla tempesta che ti batte il tempo.


(Al Maestro e Compositore Lu. N. L.)

SchiavaDAmore

Biblioteca
 
Community
Redazione RS
Biblioteca

Biblioteca

 
.: RossoScarlatto Community :.