Aveva vissuto un'infanzia spensierata, direi proprio felice, tra gli odori della campagna veneta, le sue brume fumose e le giornate assolate che sapevano di fieno. Era stato un bambino fortunato e questa fortuna l'aveva accompagnato sempre, nella vita, e gli aveva permesso di godere di ogni piacere possibile.
Ricordava, talvolta, quei tempi in cui, nella sua grande famiglia, partecipavano donne di ogni genere: la madre, la bambinaia, la signora che si occupava dei panni e colei che curava le bestie; un solo muro divideva la sua stanza dalla stalla, zeppa di animali buoni per il latte, la carne e i formaggi.
Riccardo non aveva patito l'indigenza economica e tanto meno quella affettiva: forme generose e profumate di sapone lo accoglievano tra le loro braccia per donargli momenti di soave tenerezza; lui non distingueva la madre dalla zia o dalla bambinaia, perché tutte sapevano donargli qualcosa di diverso e di magico, tutte lo introducevano all'amore, già da bambino.
Anche l'adolescenza fu ricca di gioia e di un'allegria leggera che bandiva ogni timore del futuro. Un fienile, il campo in cui il padre si intratteneva con i suoi contadini, le vigne colme di frutti pieni e maturi, le forme sviluppate della cugina su cui Riccardo fantasticava.
Il sesso fu per il giovane ragazzo la scoperta più pura e nobile che potesse desiderare e lo assaporò prestissimo proprio con la cugina, compagna di giochi e di creatività. Una sottana da alzare, la pelle da gustare con foga e i sapori di un ventre insaziabile e non troppo ingenuo, Riccardo agguantava tutto a piene mani, ornando quei momenti di sentimenti d'amore.
Fare l'amore. Lui non parlava mai di sesso e ancora oggi mentre gode di più donne contemporaneamente, usa la stessa ingenuità bambina di quei tempi; ogni compagna di giochi è per lui donna e madre, bambinaia e cugina, femmina da soddisfare col corpo e da amare con la mente. Ogni donna unica nel sua tipicità e nell'espressione dei propri talenti, gli richiama alla mente quelle figure passate che volteggiavano per l'enorme villa vicentina portando a termine compiti specifici e preordinati.
Clara è la commercialista in carriera che conosce contratti e leggi commerciali e che ben si destreggia nel mondo economico. Lara è la moglie conosciuta giovanissima e che oltre ad avergli donato un figlio, ha giocato con l'amore insieme con lui per oltre trent'anni. Alessia è l'amante calda e casalinga con cui potersi rilassare dopo una giornata di duro lavoro. Francesca è l'impiegata giovanissima che non trova pace sensuale con il giovane fidanzato e che soddisfa con Riccardo.
Riccardo è un uomo maturo, brizzolato, dal fisico tonico, sportivo e non molto alto, che possiede un magnetismo innato dono della sua dialettica gioviale e di una sincerità spiazzante. Riccardo è innamorato della libertà e non sottostà a nessuna regola: ama il naturismo in cui la costrizione degli abiti lascia il posto alla sovranità del piacere di corpi esibiti e carezzati dal sole, ma ama anche la condivisione di queste sue passioni con tutte le donne che desidera, con tutte le madri che incontra del cammino della sua vita.
Il gioco, componente fondamentale di questo bambino cresciuto solo nell'espressione di un congenito senso per gli affari e per la proprietà privata, possiede le stesse leggi della vita, ossia nessuna.
Per gioco l'ho conosciuto anche io e per gioco oggi mi ritrovo con lo stomaco in subbuglio e una sensualità eccitata dai suoi racconti tanto osceni quanto puri. Amore di gruppo. Non mera carnalità sessuale in cui vi prendono parte volti e pensieri sconosciuti ma famiglia allargata in cui uomini e donne sono al corrente della vita e dei desideri altrui.
Lara, figura onnipresente nella vita di Riccardo, da sempre sa e condivide con lui questa passione per il piacere e per il voyeurismo, tessendo in sordina le fila delle proprie rendite economiche. Riccardo non la ama più, dice, ma ancora la possiede nel corpo tenendola legata a sé con sfrenate fantasie d'amore e di interesse. La separazione matrimoniale è composta solo da codici che minano l'unione di un patrimonio ingente, per questo entrambi preferiscono continuare a giocare a moglie e marito, a madre e figlio, ad amante e amato, con una lealtà cinica o forse schietta.
L'amore a metà, così lo chiamo io.
Io che per amore donerei la mia vita, gioco con questo uomo a fare la mamma, coccolo il suo ego smisurato e la sua pelle assetata di emozioni, entrando in un turbinio di contrasti di toni cupi e sfavillanti. Non amo Riccardo e lui lo sa bene, il mio cuore è rimasto imbrigliato in una storia senza fine in cui ancora mi trastullo, ma amo e odio e desidero e disprezzo questo suo talento nel porsi nei confronti dei piaceri dell'esistenza, senza remore e sensi di colpa, sfoderando la semplice nudità del corpo e dell'anima.
Riccardo invece, a modo suo, ama tutte noi, me compresa, costringendo il sentimento in un perimetro ben preciso, in cui affari e gioco si toccano e talvolta si confondono. Lui ama il mio seno prorompente, sinonimo di maternità e di calda dolcezza; ama il mio fondoschiena pronunciato per cui nutre una sorta di adorazione pagana, le mie gambe lunghe e il mio ventre da cui si disseta immergendo la sua bocca fin nel profondo della mia carne. Lo guardo e ne resto ammaliata per quanto sa essere osceno e pur così spontaneo. Lo osservo quando mi fa godere fino allo sfinimento e lo amo di un sentimento materno in cui non ci può essere castigo poiché non sussiste colpa.
Amore a metà. Lo stesso che metto sul piatto io, impossibilitata a lasciar entrare qualcuno nel mio cuore, mi immolo al piacere sessuale in una tensione continua tra mente e spirito.
Ho un sogno nel cassetto, o meglio un'immagine da soddisfare che solo Riccardo riuscirebbe ad acquietare: desidero liberare il corpo dell'uomo che amo, a se stesso, amando Angelo in comunione con Riccardo, desidero l'amore di gruppo con gli uomini che sono riusciti a soddisfarmi fino a piangere, desidero venir guardata da quegli occhi, toccata da quelle mani, penetrata dai loro sessi con la volgarità tipica di chi mette in mette in gioco tutto se stesso solo nel sesso.
E' una fantasia che so di poter realizzare perché Riccardo farebbe qualsiasi cosa per vedere il mio viso contratto e arrossato dal piacere e per sentire i miei lamenti mentre arriva l'orgasmo grazie a due amanti, si tratta solo di eludere la sorveglianza della moglie di Angelo oppure di farla partecipe del nostro gioco di madri e figli dove non ci sono confini definiti tra sentimento e piacere, tra sesso e amore, dove speranze e delusioni, desideri e sconfitte si mescolano tra gli umori dei partecipanti e le ferite della vita, si gonfiano e si conducono verso l'apice del piacere in un urlo di solitudine che trasforma l'amore di gruppo in amore a metà.
Alessandra_N