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Racconto n° 1825
Autore: Astra Altri racconti di Astra
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La mia prima volta
Prima volta

Stavo guardando la televisione, sdraiata a pancia in giù sul letto. Metà addormentata, per la verità. Più annoiata che veramente stanca, gli occhi che si chiudevano, ma troppo pigra per alzarmi e andare a dormire.
Lui si sdraiò accanto a me e mi abbracciò. Mi lasciai stringere e tesi la guancia per farmi baciare. Una mano era scivolata sul collo, sfiorava appena la pelle e mi strappava dei brividi. Mi strinsi a lui.
- Baciami - .
Baciami, amore. Baciami come se fosse l'unico bacio che potresti mai dare a una donna. Baciami e non smettere. Baciami mentre le tue mani scivolano dentro la camicetta e si fanno strada. Baciami mentre mi sbottoni. Baciami per sempre.

Mi sfilò la camicetta. "Ti piaccio?", avrei voluto chiedere. Vergine, dunque timida. Vergine, sfacciata e prepotente. L'eccitazione mi sbocciava dentro, ma faceva battere il cuore. Nessuno, prima di lui, aveva mai visto il mio seno nudo e morbido.
Lui poteva toccarmi. Percorse le colline del mio seno e le baciò. Spogliava me del mio imbarazzo: ogni centimetro della mia pelle denudata, una nuova nascita.
Era bello: tremai e sentii voglia di piangere, sentii che mi scioglievo dentro. Guardai i suoi occhi ed il suo volto, guardai lui che mi accarezzava dolcemente. Mi fece sdraiare. Un bacio, poi un altro. Il mio seno è bellissimo. Il mio ombelico è bellissimo. Per un attimo mi sembrò incredibile. Ero con lui, seminuda, felice ma con un fascio di sentimenti ed ansie ingorde annodate in fondo allo stomaco, vergine ma pronta a non esserlo più, non più stanca, solo dolce, infinitamente dolce. E fragile.
- Rilassati, amore - mi rilasso. Non ho paura di te. Ti amo. È stasera, vero? Non ho paura, non mi faresti mai del male.
Una mano scivola giù, sotto i jeans, percorre il contorno delle mutandine prima di sparire sotto la linea di confine. Il mio sesso è acceso e febbricitante. Il cuore a bomba, una mano che stringe freneticamente la sua. Nessuno mi ha mai toccata fino ad oggi. Nessuno mi ha mai toccata lì.
È bellissimo. Continua, per favore, continua.
Vorrei disperatamente chiedergli di farmi venire. Farmi sciogliere attorno a lui, farmi bruciare se necessario. Bacia i miei seni, amore, baciami tutta, sono tua, voglio esserlo.
Desidero essere nuda davanti a lui, farmi ammirare. Mi ecciterebbe la nudità.
- Spogliami - sussurro - spogliami completamente. -
Mi distendo, braccia e gambe appena divaricate, il respiro che si spezza, brividi mai provati che mi percorrono la pelle. Baciami di nuovo.
Dolcemente mi apre i jeans e li sfila, mi abbassa le mutandine e si china a contemplarmi. Il mio sesso è vergine. È tuo. Prendilo se vuoi (fammi venire).
Sfiora il suo ingresso, umido e caldo. Sì, è il momento. Sì, fammi impazzire di piacere. Non provo nessun imbarazzo in questa nudità. Fino ad oggi credevo che sarei impazzita, che mi sarei vergognata, pensavo che, no, nuda non potevo offrirmi. Adesso c'è lui. Voglio essere sua e di nessun altro, voglio che di me veda tutto, ogni centimetro di pelle, ogni neo e cicatrice...
Voglio che si chini e mi baci.
Lo fa. Mi bacia il pube e scende, scende malizioso tenendomi le mani sui fianchi. Istintivamente apro le cosce di qualche centimetro. Ci siamo. Bacia il mio sesso come fa con la mia bocca, alterna baci e colpi di lingua, alterna il mio orgasmo al fuoco, io che impazzisco e lui furioso tra le mie cosce.
Vorrei vedere la scena dall'alto.
Mi lecca finché non chiedo pietà, mi lecca per migliaia di orgasmi di tuono e si appoggia con la testa sulla mia pancia. Il nostro respiro a pezzi barcolla. Il suo respiro su di me scatena tempeste e uragani.
- Sei sicura? -
- Certamente -
Non ho paura, no, non posso averne.
Ci amiamo. Lui sarà attento, sarà delicato. L'ha promesso. Mi sfiora un'ultima volta. Tra un attimo non sarò più vergine, il mio sesso sarà un altro, sarà nostro e non solo mio, ed anche il suo apparterrà a me.
Prendo un respiro abbastanza forte da non finire mai. Il dolore potrebbe essere spaventoso e ucciderti. Potresti non sentire niente. Potresti morire.
Si inginocchia sopra di me.
- Non devi avere paura - dice armeggiando con i pantaloni.
Non ne ho. Ti amo. Il cuore martella e continuerà finché non...
Sta cambiando la tua vita.
Chiudo gli occhi, chiudo me stessa, per un attimo divento muta e morta. Sento una mano che mi scivola sul sesso, sento la sua carne che striscia su di me. Sono gli ultimi millimetri della mia verginità, questi. Sono tutta bagnata, le sue dita sono viscide. Tremo.
Mi scivola dentro.
È fatta. Non mi fa male. Il dolore è un'altra cosa. Il dolore non viene da lui. Posso aprire gli occhi, non è colpa mia, davvero, se sono pieni di lacrime. Si fa strada dentro di me lentamente, stringe le mie mani. Non voglio che mi lasci. Non voglio pensare al dolore. Al sangue, a qualsiasi cosa. Lo guardo negli occhi. Come dovrebbe sembrare un ragazzo che ti sta deflorando? Che aspetto ha mentre taglia il tuo ultimo cordone ombelicale? Mentre ti dice che ti ama e tu ti avvinghi alle sue mani sentendo caldo e freddo e desiderando piangere senza sapere perché?

Mi ha trapassato la pancia. È una sensazione bizzarra, tutto qui. Penso che il dolore è un'altra cosa. Lui è immobile, sopra di me, dentro di me. Se provasse a fare qualsiasi movimento o se uscisse, morire, andrei a pezzi non so, ma se lui resta dentro di me e con me resterò salda.
Non te ne andare.
Ho paura e insieme non ne ho per niente.
Che cosa pensa una ragazza alla morte della sua verginità?
Scivola fuori e comincio a sentire male. Non c'è sangue da nessuna parte, ma mi sento aperta una ferita che pulsa. So che prima o poi comincerà a piacermi fino a diventare una droga. Lo so, ma adesso ho la pancia spaccata in due. Voglio che mi accarezzi e mi dica che non sarà sempre così. Le lacrime si sono asciugate.
Il mio sesso è stato aperto alla vita. Il mio sesso è nato, come tutti, dolorante. Vorrebbe farmi venire ancora, gli dico di no. Gli chiedo solo di sdraiarsi al mio fianco e tenermi stretta. Tenermi stretta e scaldarmi. Ho avuto paura di un dolore inesistente, diverso da ciò che è stato veramente. Sciocca, stupida. Una mano tra le mie cosce ad accarezzare la peluria d'oro. Mi piace. Lascio che mi sfiori appena. Fino a farmi addormentare. Fino a che il mio sesso non si sia risvegliato. Indugia sulle labbra. Non varca il confine ma lo percorre teneramente.
Unisco la mia mano alla sua. Non so che cosa mi sia preso. Mi sfioro e lui mi tocca, mi tocco e lui mi sfiora, non cerco di raggiungere niente, voglio solo farlo, incrociarmi con lui, giocare insieme e non perderlo mai più, mai più.
Mi addormento completamente nuda tra le sue braccia, una mano tra le cosce, pazza, innamorata, vergine per metà o per un decimo, non più vergine, innamorata.
Innamorata.

Astra

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