Ti ricordi quando sei capitato da me, per caso, come fuggendo da un pericolo? Ed io ti ho aperto la porta – straniero – ed il mio cuore. Ho ammirato l'oscurità della tua selvaggia bellezza.
Era notte, una notte immensa, le stelle palpitavano nell'afa, la luna mostrava un volto pallidissimo, perplesso e ansioso.
Tu, sconosciuto, sei stato il fulmine che ha trasformato quella quiete mortale in un sogno. Un quadro troppo bello e remoto, ormai.
Forse il tempo potrà sbiadire i ricordi, ma quella notte, quella lontana, splendida notte rimarrà immutabile e scolpita nel tempo stesso.
Ti ho amato, per pochi minuti, ma ti ho amato come nessun altro.
Entrasti smarrito, di corsa, portando con te un soffio gelido di vento, il vento di paesi troppo lontani e freddi.
Ma i tuoi occhi hanno incrociato i miei, in quella terra di nessuno. I tuoi occhi così chiari da sembrare sbiaditi per le lacrime. Le tue pupille d'acciaio brunito hanno abbracciato le mie.
- Chi sei? -
- Non sono nessuno. Sono uno che cerca -
- So che cosa vai cercando. Non preoccuparti. Lo avrai -
Da quale terra misteriosa proviene il tuo crudo accento? Quali cieli hanno visto nascere la tua pelle così chiara, i tuoi capelli neri, i tuoi lineamenti sconvolti quasi imploranti?
Sapevo che cosa cercava lo straniero.
Allora ero così bella... il mio corpo era giovane e forte, morbido e tornito. I miei capelli scendevano in una cascata selvaggia di ricci dorati e la mia bocca era generosa di baci. I miei seni prosperosi, il mio sesso dolce, erano tuoi, erano per l'amore.
Ti sono corsa incontro ed ho cercato la tua bocca vuota e triste, lo riempita di baci, solleticandoti le labbra con la lingua per scivolarvi dentro. Forse non avevi mai baciato. Nella tua bocca io mi sono persa. Lì ti ho parlato a lungo, d'amore, di come sia bello essere giovani... ricordi? Le mie labbra chiuse sulle tue erano bellezza. Quanto a lungo ti ho baciato?
Poi ho sentito che le tue mani lunghe e sottili si animavano e cercavano il mio corpo sotto i vestiti, scivolando lungo ogni curva. Mi sono stretta a te ed ho sentito il tuo sesso eccitato che cercava il mio ma non ho voluto concedermi subito... ho voluto giocare.
Mi sono tolta i vestiti perché tu mi ammirassi. Forse non hai visto davvero quant'ero bella. Inginocchiata sul pavimento di pietra ti ho pregato ti raggiungermi.
- Vieni da me - .
Non ti sei fatto pregare. Hai coperto il mio corpo di baci torridi, sul volto e sul collo, sulle spalle e sull'ombelico, le tue mani tra le mie cosce chiuse cercando il mio tesoro. Mi hai baciato i seni e il pube fino a farmi sciogliere. Fuori di me desideravo essere posseduta e nello stesso tempo desideravo che il gioco andasse avanti per sempre, che mi esplorassi tutta, che vellicassi la superficie del mio corpo fino alla pazzia senza sprofondare dentro di me. Sono scivolata supina con le lacrime agli occhi. Le lacrime erano solo l'apice di ciò che sentivo dentro. Perché piangere se si è così felici? Non lo saprò mai, ma è così.
Ti se disteso sopra di me, nudo e gelido perché ti riscaldassi io. Il tuo sesso mi premeva l'ombelico, carico di desiderio. Non hai nemmeno cercato di penetrarmi. Dolcemente sei scivolato e mi hai aperto le cosce con i tuoi baci, poi hai baciato il mio sesso umido e nudo, spingendovi dentro la lingua senza esitazione, come un'amica fedele, succhiando la mia stessa anima. Quello era il bacio. Quanto dura un'estasi simile?
Quanto?
Due dita sono scivolate dentro il mio sesso umido, tenero, pronto all'amore. Non mi hai posseduta, amore. Le tue dita hanno solleticato la mia caverna come le onde del mare. E dentro di me si è accesa una scintilla che non ho mai più sentito con nessun altro amante.
Io ero te e tu eri me.
Ho sorpassato il piacere, atterrando nella terra di nessuno dove tutto è pace, dove la bellezza è la regola e gli amanti che si uniscono non possono mai più essere divisi.
È quella la terra da cui provieni, sconosciuto?
È lì che sei tornato? In quell'attimo ho toccato con tutta me stessa l'amore.
In quel solo istante.
È stato unico e irripetibile ed è svanito subito. Sapevo che non poteva durare di più, ma una parte di me è ancora lì, con te.
Ho sentito sulle cosce il tuo seme caldo e rovente che mi bruciava la pelle. Ed ho capito che l'attimo era svanito, che ti avrei perso.
Ti sei alzato senza baciarmi, lo sguardo fisso su di me.
- Addio... Grazie... -
Quanti anni sono passati? Sapevo che non ti avrei più rivisto. Presto non vivrò più su questa terra, lo so. La mia gioventù è andata assieme alla bellezza. Qualunque cosa vi sia dopo la morte, spero che anche tu ne sia partecipe. Lo spero tanto....
Astra