Finirò per ucciderTi.
Lo dico sottovoce, calma, serena d'odio.
Mi guardo i palmi delle mani, con l'indice sinistro sfioro le linee del palmo destro cercando di scovare un destino nascosto o forse, semplicemente, provando a tirarne le fila dove vorrei.
Ma le pieghe rimangono lì, immobili; deridono il mio libero arbitrio e mi mostrano la fine. Come oltre le colonne d'Ercole, il destino cade nel vuoto, le linee si spezzano e crollano nell'abisso.
Vedo la pelle arrossarsi lievemente, sento un formicolio. Il sangue impazzito svuota e riempie le mie dita mentre il cuore batte basso e profondo. La mente ride lucida, piega la testa curiosa guardando le mani imperlarsi di paura e comanda sprezzante alle dita di stringersi.
Affondo le unghie nella pelle, raccolgo l'odio dal palmo e lo diffondo.
Poche ore ancora.
Sorrido ai tuoi occhi taglienti che si piegano in contentezza. Le mani che tanto hai guardato ti toccano asciutte, lisce sul tuo collo morbido. Scendono lievi sui tuoi fianchi, sul tuo ventre premendo senza stringere, il desiderio frenato dietro la pelle, i muscoli tesi ma sicuri, fermi di controllo. Salgo sul tuo seno con queste dita che adori mentre schiaccio il mio sulla tua schiena. Il mio pube sulle tue natiche e le mie mani a violarti piano, senza fretta. Mai incalzare le linee. Lasciamole andare amore. Devono scendere, ora non vedi? Aspetta. Adesso curvano verso il polso sottile. Mi senti batterti contro? Con i polpastrelli scivolo su di Te, in Te, il mio respiro sulla tua nuca profumata e l'altra mano a premerTi il cuore verso il mio.
La linea della vita salta sul palmo, s'inarca improvvisa come la tua schiena. Il tuo corpo galleggia sulle mie dita, il tuo piacere incauto nelle mie mani.
La mano sinistra ti tiene liquida, ancora si muove sul tuo respiro. Ma la destra abbandona il cuore e con coscienza sale lenta.
Le linee si sdoppiano, si spaccano e si ramificano nere nei miei occhi fermi sull'orizzonte. Sento i tuoi capelli nelle narici, il tuo osso sacro che batte sul mio bacino, il mio ventre che allarga calore verso il basso, mentre la mente rimane nel suo oblio di ghiaccio.
La mia mano disegna le tue clavicole, le percorre leggera e arriva al collo. Lo accarezza piano e sale fino alla tua gola.
Il sangue impazzisce ora, un indugio troppo lungo, una carezza che traballa e la tua schiena inizia a tremare.
Troppo tardi amore. Siamo oltre. Le colonne d'Ercole son alle spalle, le linee stanno per cadere senza rumore e le mie mani seguiranno la loro ineluttabilità.
La tua nuca si piega sulla mia spalla, le dita finalmente premono quel desiderio tanto trattenuto. L'amore esplode in mille pezzi e mentre socchiudo gli occhi, mi scende sul cuore.
Madame
Madamesnob