Lingue azzurrognole che danzino loro attorno, che le sfiorino con grazia, che le ammalino con pericolosi cambi di colore. Sfumature blu intenso che cangiano in turchese e guizzi di bianco luce ad irretire le loro pupille. Che sia un fuoco fatuo, un abile ingannatore che sguscia sulla pelle come a solleticarla.
Voglio vederle ridere di gioia. Voglio brillare tra i denti mentre stanno per cadere.
Le teste rovesciate in una danza blu, le vesti impalpabili soffiate dalle fiamme, i seni morbidi che sobbalzano felici. Allegre, gioiose. Ancelle pronte a godere silenziose del Tuo corpo.
Guardale. Guardale ora. Si muovono come onde stordite. Negli occhi lembi sinuosi, attorno ai fianchi brividi sensuali. Aprono le natiche a quel tocco irresistibile. Con le dita divaricano solchi e si lasciano vellicare. Osserva come flettono le gambe sotto il piacere che le avvolge. Le falde di questo fuoco gelido lambiscono i loro corpi lascivi. Non resistono. Si aprono come ostriche a quel leccare ceruleo, i corpi scossi dal piacere in ascesa.
Sorrido compiaciuta della mia scelta. Ho chiamato fiamme fredde. Non è stato facile averle, ho dovuto promettere molto, troppo diresti. Ma sei vuoi un lavoro ben fatto devi assumerti i rischi, non puoi accontentarti di stupide pozioni rotonde. A che pro? Versar loro nella gola un veleno, vederlo sboccare lungo le loro guance e contemplarle mentre si contorcono come serpenti? No. Voglio farle salire in alto prima. Sentirle godere, il respiro che si rimescola nel petto, le labbra che si schiudono depravate e la gola che si secca. Voglio farle venire, innalzarle fin quando chiederanno tregua, dimostrar loro come siano volubili, come il semplice dono delle mie mani le sappia piegare.
Dono sì. Non te l'ho detto amore mio? Il prezzo sono le mie mani. Le devo regalare a quelle stesse fiamme. Oh no, non per sempre, non preoccuparti. Il tempo che basta perché me le succhino avide. Non farTi ingannare dal loro colore rasserenante. Son bugiarde. Volteggiano insidiose e poi... all'improvviso... il riso diventa ghigno e il piacere esplode in mille frammenti taglienti. Rimane solo cenere. Non piangere amore mio, le toglierò in tempo. Non potevo fare altrimenti capisci? Era l'arma perfetta. Son talmente felice. Stillo odio. Odio e potere. Che meraviglia. Questa calma mi preme dentro le anche, mi tiene eretta, mi regala bellezza.
Danzo anch'io. Seguo le acrobazie del mio fuoco freddo, aspetto che diventi aggressivo, mi godo il momento. Le fiamme mi sorridono complici; sì, lo ammetto, cederei anch'io alle loro lusinghe. Mi pulsa il sesso, colo a guardare le tue donne venire. Tutte assieme le hai mai viste amore mio? Piroettano nel blu come intrappolate da Matisse, si sfiorano, si baciano, si accarezzano leggere. Risolini, sussurri, sospiri non ben trattenuti e pelle accesa. Guardale. Vien voglia di buttarsi in mezzo vero?
Peccato. Sicuramente un peccato. Indugio ancora snodando i polsi, mi muovo nuda sulle punte, solo la seta scura della veste a toccarmi la pelle umida, vulnerabile a quei corpi incendiati.
Un giro, uno ancora; sciolgo i capelli e, inesorabile, schiocco le dita.
I miei occhi sfolgorano sulle fiamme obbedienti che ora stringono, avviluppano e stritolano quei corpi senza speranza. La risata esplode. Il fuoco blu diviene rosso sangue e un vento insopportabilmente caldo vela l'incendio che ho creato. Dura un attimo non temere. Non le faccio soffrire. Son pur sempre le tue amanti.
Ecco. Ora puoi guardare. Non senti anche Tu questa pace che scende?
Le tue donne son cenere ora. Mi avvicino senza pestarla, accosto il viso al pavimento annerito, e soffio.
Ora vado. Ho un debito da estinguere.
Madame
Madamesnob