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Racconto n° 205
Autore: Cesare Paoletti Altri racconti di Cesare Paoletti
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Sotto la doccia
L'afa mi stringe e mi soffoca con la sua pellicola appiccicosa e umida sotto questo cielo estivo dipinto di un blu intenso e caldo. Sento proprio il bisogno di una bella doccia rinfrescante! Mi spoglio, entro nella vasca da bagno e apro l'acqua della doccia, che comincia a scendere fresca sulla mia pelle assetata, e subito mi sento riavere sotto il tocco rivitalizzante di quella pioggerella sottile e benefica... Deliziosi rivoli scendono sul viso, sul collo, sul dorso, e massaggiano e stuzzicano dolcemente il mio corpo che sotto quella carezza fresca e piacevole riprende forza e vitalità.
Ma sento rumore di passi, fuori dalla porta del bagno socchiusa. Passi rapidi, leggeri, femminili. La porta si apre ed appare lei, sorridente, maliziosa. Non parla. Entra nella stanza, si sofferma per qualche istante a guardarmi, mentre sono nudo sotto la doccia. Mi piace esporre il mio corpo senza veli, mi piace e mi eccita da morire guardare lei che mi guarda, che passa e ripassa i suoi occhi chiari, dolci e languidi, sulle mie membra che non hanno segreti e si svelano nella loro nudità, in piena libertà e sincerità. Mi piace vedere il suo sguardo incuriosito e malizioso che indugia sul mio sesso, e me lo sento addosso come se mi toccasse, e un brivido caldo, elettrico, piacevole, attraversa il mio corpo e raggiunge il mio membro, che comincia a gonfiarsi a ad erigersi alto e potente, indifferente agli spruzzi d'acqua che lo colpiscono da ogni parte. Lei sorride vedendolo innalzarsi orgoglioso e voglioso, poi inizia a spogliarsi piano, senza fretta, e pare quasi voler aumentare ancora il mio desiderio già alle stelle e prolungare l'agonia dell'attesa. Si sfila la maglietta, e la getta sul pavimento, come un oggetto inutile di cui ci si vuol disfare. Il reggiseno bianco lascia indovinare i capezzoli che gli premono contro, quasi ansiosi di liberarsi di quella stretta indesiderata, e i miei occhi corrono lì, ad anticipare il momento della loro liberazione. Poi si china per togliersi le scarpe, e fa in modo che i seni si raccolgano stretti e sodi sotto la stoffa, evidenziando il solco che li separa e facendoli apparire ancor più prorompenti e vogliosi di uscire allo scoperto...La gonna scivola giù fino ai piedi, e lei adesso è in slip e reggiseno. Con un calcetto allontana da sé l'ormai inutile indumento e si avvicina verso la doccia quasi danzando con movimenti sensuali. Il mio membro ormai durissimo è puntato verso di lei che avanza lentamente, come un cannone pronto a sparare verso il bersaglio. Finalmente arriva al bordo della vasca, e porta le mani sull'allacciatura del reggiseno, sganciandola. Ma non lo lascia cadere immediatamente a terra. Vedendo i miei occhi che quasi la supplicano di toglierselo, esita un po', guardandomi con un sorrisetto malizioso, esasperando ancor più il mio desiderio. Resta per un po' con le braccia raccolte sul petto, come una bambina infreddolita e impaurita, comprimendosi sul seno quel pezzetto di stoffa slacciato e penzolante che lascia intravedere sempre più le meraviglie che finge di nascondere con falsa vergogna. E finalmente vola giù, e lei offre al mio sguardo eccitato il suo meraviglioso balconcino di carne dal quale fanno capolino i capezzoli come due piccoli e deliziosi fiorellini rossi. Io sono completamente attratto dalla visione del suo corpo che mi si sta svelando nella sua splendida nudità, e non sento più nemmeno l'acqua che mi scivola sulla pelle. La voglio. Quando porta le mani sull'orlo degli slip, accennando il gesto di sfilarseli, il mio membro ha un sussulto, come avesse vita propria. Ma lei ha proprio deciso di farmi impazzire...Allontana le mani, ritardando ancora il momento in cui offrirà ai miei occhi la visione del suo corpo completamente nudo. Poi le riavvicina a quel triangolino di cotone, ultimo diaframma che mi separa dal paradiso. Dai, toglilo, levalo, ti prego...Ti prego, non farmi aspettare ancora...E finalmente le bianche mutandine scivolano al suolo come una morta foglia d'autunno, scendono a terra come un candido fiocco di neve, cadono giù come un inutile bozzolo liberando la preziosa farfalla della sua intimità di donna.
Scavalca rapida e senza indugi il bordo della vasca, e adesso siamo nudi, insieme, sotto l'acqua zampillante della nostra doccia d'amore. I nostri corpi nudi si cercano, si toccano, si abbracciano, si desiderano, si vogliono, e fremono sotto quel delicato guscio d'acqua che li avvolge e li protegge. Sotto la doccia siamo un corpo solo, e c'immergiamo l'uno nell'altro senza trovare il fondo del nostro desiderio. Sotto la doccia entro dentro di lei, come l'aratro nella terra umida e morbida desiderosa d'essere fecondata. Sotto la doccia lei mi cinge le braccia al collo e resta sospesa fra cielo e terra, attaccata alle mie membra come un bimbo alla madre, come un tralcio alla vite, come fossi la vita per lei. Sotto la doccia è lei la mia vita, e io la posseggo e la stringo e l'avvolgo nella mia carne come fosse parte di me, del mio corpo, della mia anima. Sotto la doccia è il nostro angolo di cielo, limpido e azzurro come i suoi occhi. Sotto la doccia, in un caldo giorno d'estate, si consuma l'unione della nostra carne e del nostro spirito, e ci sentiamo una cosa sola, mentre l'acqua scivola su di noi, come luce purificatrice, portando via con sé paure ed angosce, e lasciando nei nostri cuori sensazioni di serena sicurezza, di fiducioso abbandono, di pace gioiosa.

Cesare Paoletti

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