Osservo il mio corpo riflesso nello specchio della cabina armadio. Stivali neri, alti qualche cm sotto il ginocchio con un tacco a spillo di acciaio, le magie di Cesare Paciotti, per un congruo corrispettivo riesce trasformare una calzatura da puttana, in una squisito capolavoro trendy. E, poi, risalendo con lo sguardo, calze di seta lievi come un soffio sostenute da un reggicalze sottile di pizzo nero. E poi...niente altro ovviamente, il mio cornetto portafortuna di brillanti pende nel solco tra i seni, liberi.
Afferro la pelliccia di visone che ho buttato su una sedia della cabina armadio e la stringo in vita con la cintura rialzando il bavero intorno al collo.
Scendo le due rampe di scale che mi separano dal taxi di corsa nonostante i 10 cm di tacco a spillo degli stivali che non semplificano certo l'andatura...Ma l'adrenalina e l'eccitazione scorrono come una droga inebriante nella mie vene, da quando ho preso al decisione di abbandonarmi all'istinto e di farti una sorpresa.
Salgo sul taxi di volata. Un lembo della pelliccia si solleva scoprendomi la coscia fino a quasi il gancio della giarrettiera. Il sorriso sul volto del taxista nel salutarmi si allarga istintivamente. Sorrido di rimando pensando al tuo di sorriso.
Mi accomodo e accavallo le gambe. Perché non sperimentare con il taxista l'effetto del dubbio? Del resto il taxi è buio all'interno e l'autista potrà aver il sospetto, ma non la certezza della mia nudità. Accavallo e riaccavallo le gambe un paio di volte. Gli occhi dell'autista sono incollati allo specchietto retrovisore. Mentre gli do l'indirizzo del tuo ufficio sento che l'eccitazione si fa fuoco liquido tra le mie cosce e un calore diffuso soffonde di rossore la mia pelle. Abbasso il bavero della pelliccia e l'autista ha un sussulto mentre i suoi occhi salgono dalle gambe al solco tra i miei seni. Giocherello con il cornetto di brillanti mentre il suo sguardo si fa avido e il sospetto diventa quasi certezza nella sua mente. Sorrido.
Il taxì è già arrivato. Mentre il mio sguardo osserva l'ingresso del palazzo tutto vetri del tuo ufficio. Mi chino in avanti per porgere i soldi della corsa al taxista e gli regalo la visione del mio seno con il capezzolo turgido che si staglia deciso sotto la pelliccia.
Scendo avvertendo lo sguardo dell'autista che mi segue avido. Entro nel palazzo. Sorrido al portiere che mi si avvicina sollecito e gli do il tuo nome. Mi indica un ascensore cromato tutto vetri anche lui. Mi avvio sorridendo nel pregustare lo stupore dei tuoi occhi. Quinto. Sesto. Settimo piano. L'ascensore corre mentre il desiderio cresce dentro di me. I capezzoli sono ormai così turgidi da provare fastidio anche per la morbida pressione della pellicia che li copre appena. La mia fica cola voglia liquida da quando sono scesa dal taxi. Il sangue ribolle. E la mente..la mente sorride soddisfatta. Ottavo piano. Scendo. Percorro il corridoio coi pavimenti di marmo lucido, cullata dal suono ticchettante dei mie tacchi. Ti vedo al di là della porta a vetri, che separa l'open-space dal corridoio. Gesticoli animato parlando al telefono poi sollevi lo sguardo e distrattamente ti volti verso il corridoio. Ti sorrido. Mentre vedo il tuo corpo irrigidirsi e, il tuo sguardo diventare incandescente. Apro il bavero della pelliccia in modo che tu possa vedere il solco dei seni e iniziare a capire.
Un tuo collega mi osserva incuriosito. Sento il suo sguardo avvolgermi di domande inespresse. A fatica sposto lo sguardo da te a lui e gli sorrido. Entro nell'open space e sempre sorridendo mi dirigo verso di lui. La sua scrivania è la prima dopo l'ingresso. Mi appoggio coi palmi della mani sulla scrivania mi chino leggermente in modo che il suo sguardo contempli i miei seni turgidi e assolutamente liberi sotto la pelliccia. E.... - Mi scusi credo di essermi persa, cercavo la toilette delle signore di questo piano, mi può aiutare ? - sorrido ammiccante al tuo collega mentre con la coda dell'occhio non ti perdo di vista. Sei agitato, confuso e soprattutto eccitato. Fremi nell'attesa della mia prossima mossa. - Certo signora in fondo al corridoio prima porta destra, vuole l'accompagni? - Il tuo collega ci prova. Ovvio. E' anche un bell'uomo. Ma io sono qui per te. Voglio il tuo cazzo. Ora. Subito. Violentemente a fondo dentro di me. - Grazie credo di poterla trovare da sola adesso - . Rispondo lentamente e sorridendo al tuo collega. Mi raddrizzo. Ti guardo intensamente. Mi volto e esco senza dirti una parola. Conto mentre mi avvio lungo il corridoio stretto e illuminato al neon.
- Uno – hai posato la cornetta del telefono che ancora avevi in mano.
- Due – hai spento il cellulare sulla scrivania –
- Tre - ti sei avviato sorridendo verso la porta dell'open space
- Quattro - sei uscito e con passo rapido stai percorrendo il corridoio verso la toilette
- Cinque - sei entrato nella toilette delle signore con un sorriso ambiguo sul volto.
- Sei – la porta del bagno che ho scelto si spalanca con forza
Ti afferro per la cravatta e ti spingo contro il mio corpo nudo, la pelliccia giace in un mucchietto insignificante ignorata ai miei piedi, le mie mani scorrono avide sul tuo culo, mentre la tua asta si modella perfettamente contro il calore bollente della mia fica. Silenzio. Solo il nostro respiro rotto e i gemiti soffocati. Abbasso la zip. La tua verga scatta fuori libera. Non c'è traccia di biancheria sul tuo corpo. Sorrido mentre affondo i denti nella tua spalla. Mi aspettavi dunque....le tue dita affondano nel calore umido della mia fica, affondo le unghie nel tuo sedere mentre inizi a muoverle. Spingendoti contro di me con lo stesso ritmo che tu stai usando per farmi impazzire.
Esplodo rapidamente sulla tua mano. Sorridi. Maledetto bastardo, mentre lecchi le dita bagnate dal mio piacere guardandomi dritto negli occhi.
Mi giro appoggiandomi con le mani alla parete e strusciando lentamente il mio sedere morbido e la fica colante contro la tua asta turgida. Mi afferri per i fianchi. Ecco ora sei esattamente dove volevo tu fossi. Sorrido io ora. Mentre con un colpo di reni, fluido, mi riempi il culo. Mi mordo le labbra per non lasciarmi sfuggire un gemito e spingo indietro il sedere per assecondare le tue spinte.
Mi tieni solidamente per i fianchi e mi scopi il culo con rabbia, voglia e feroce possesso. Mi lascio prendere godendo ogni istante di quella furia. Alimentandola anzi: ruotando il culo, assecondando le tue spinte stringendo i muscoli per sentirti affondare meglio nelle mie viscere. Esplodiamo insieme. Il mio paicere mescolato al tuo mi cola per le cosce e riga le calze....
Ti stacchi. Senza una parola. Il cazzo ha la capella ancora umida di sborra. Lo reiserisci nei pantaloni. Ci guardiamo. Raccogli la pelliccia da terra e mi aiuti a reindossarla. Sono avvolta dall'odore del nostro piacere mescolato. Le tracce segnano il mio corpo e il tuo nello stesso modo. Ancora silenzio. Sorridi sfiorandomi la labbra con un bacio. Esci dal bagno. Riprendo a contare mentre mi rifaccio il trucco davanti allo specchio del bagno...
- 1 - Esci dal bagno con un sorriso soddisfatto stampato in volto
- 2 - Percorri il corridoio con passo elastico godendo dell'odore del mio corpo che ancora ti avvolge
- 3 - Entri nell'open space strizzando l'occhio al tuo collega della prima scrivania a destra
- 4 - Ti siedi alla tua scrivania e non puoi fare a meno di inspirare dalle tue mani l'odore della mia fica che vi è rimasto incollato
- 5 - Guardi l'ora sul display del cellulare che hai appena riacceso 14.40
- 6 - Sono passati solo 10 minuti ma la tua giornata ha cambiato colore e... sapore
- Esco dal bagno, percorro lentamente il corridoio, passo davanti alla porta a vetri dell'open space sorridendo e strizzando a mia volta l'occhio al tuo collega della prima scrivania destra. Entro in ascensore e sorrido. Anche la mia giornata ha cambiato sapore. Ora ha il tuo, penso, mentre lecco lentamente le mie dita che portano ancora tracce del nostro piacere mescolato.
Mayadesnuda