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Racconto n° 2080
Autore: Mayadesnuda/Silverdawn Altri racconti di Mayadesnuda/Silverdawn
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La schacchiera del desiderio
La scacchiera al centro del salone buio. Spicca nel cono di luce creato dall'alogena che fa luccicare l'alabastro degli squisiti pezzi del 700 inglese che mi hai regalato il giorno del nostro primo anniversario.
Ti aspetto seduta in quella poltrona di cuoio rosso che tante volte è stata complice essenziale dei nostri giochi. I tacchi a spillo dei miei sandali argentati rifrangono la luce mandando lampi lungo le mie gambe accavallate. La seta del mio abito nero mi accarezza il corpo come la più sensuale delle tue carezze.
Ricordi quest'abito vero? Me lo hai regalato tu, per la nostra prima volta in tre...E' lungo alle caviglie con uno spacco alto sulla coscia sinistra ornato da una ruches. Si allaccia con due sottili bretelline dietro al collo e lascia completamente scoperta la schiena. La scollatura a v davanti non è meno generosa e mette in evidenza il solco tra i seni. Adori quest'abito perché mi obbliga a non indossare nemmeno uno dei miei tanga, formato mini.
Sorseggio il mio bicchiere di champagne mentre sfioro con le unghie scarlatte la tastiera del telefono componendo il tuo numero a memoria:
- Portami a giocare. Alle 23. Ti aspetto. - Appoggio il cordless nella sua base e sorrido mentre la voce di Etta James sussurra parole di fuoco a ritmo di blues, facendomi scorrere più velocemente il sangue nelle vene.
Portami a giocare ....osservo, pregustando la serata, la scacchiera e quella busta di velluto cremisi che contiene la posta in palio....

Portami a giocare... alle 23... ti aspetto... non ti tiri mai indietro, davanti a nulla! Ora, davanti allo specchio, col cellulare ancora in mano, me lo chiedo io se me la sento... un gioco, un gioco come tanti, d'accordo, ma potrebbe costarci anche caro. Non avrei dovuto, non così presto, non subito... quanto tempo è che ci frequentiamo? Troppo poco! Dire che ti conosco, non posso dirlo; dire che ti intuisco, quello sì. Fin dal primo sguardo, ti ho intuita. Se ti avessi portato sull'orlo del precipizio, avresti camminato con me, altrimenti non se ne sarebbe fatto nulla! Già! Sull'orlo, con il timore e la curiosità per tutto ciò che hai sempre sognato. Non potevo che offrirti cose che hai sempre voluto, non potevo essere banale. Oggi avrei anche voglia di un po' di banalità ma fermarsi ora sarebbe sciocco... mi piacerebbe passare una tranquilla serata con te, crogiolarmi nel tuo profumo, coccolarti dolcemente, assaporare la pelle delle tue guance, castissimi baci ma non posso! L'unico modo d'averti è farti camminare sul bordo del burrone, farti percepire la sensualità effimera e provocante dell'equilibrio incerto, quel brivido sottile che ti allaga la mente e la figa insieme, che fa vibrare la tua pelle, che ti riempie gli occhi di desiderio e di luce. Io posso solo essere vortice, non posso fermarmi, non posso riposarmi; volerti e stupirti deve essere un tutt'uno, fino a quando ti perderò. È un gioco, un gioco crudele che appassiona anche me, non lo nego; solo, mi spaventa l'idea di doverlo giocare. Lo so, lo so... ogni volta ti ritrovo più mia, soggiogata dalla mia fantasia, dal mio modo di coinvolgerti sempre più sottile, sempre più arrogante. Ho capito fin dal primo istante che sarebbe stato così! Ricorderai tutto questo fra un anno? Non ne sono sicuro; il prezzo, alto per me, è sempre lo stesso. Stupirti o perderti. Per oggi continuo a stupirti, domani chissà? Mi guardo allo specchio e vedo solo i tuoi occhi, la luce che li accende mentre ti racconto i miei sogni, mentre ti racconto di quel che ti farò provare la prossima volta. Quella luce è il mio faro, per nulla al mondo potrei rinunciarci e tu lo sai. Questo è ciò che mi spinge a regalarti emozioni ogni giorno diverse, non la mia perversione... non la tua perversione... la luce di gioia del tuo sorriso. Cosa credi? Credi che per me sia facile? Vederti andar via con un uomo che non sai nemmeno chi è, non è facile... saresti perfino potuta non tornare mai più! Invece sei tornata, mi hai raccontato tutto, fin nei minimi particolari. L'hai fatto nuda, accovacciata con le cosce spalancate e oscene, davanti a me seduto e vestito, con le mani dietro la nuca. Raccontavi di lui e ti accarezzavi per me, o forse per lui, o forse per te. Non importa. La luce dei tuoi occhi pagava ogni conto, non importa. Dopo sei dolcissima, di una dolcezza impagabile, languida, quasi infantile. Dopo posso essere dolce anche io, la mia parte da vecchio mandrillo l'ho già fatta... perfino guardarti negli occhi mentre un mio amico ti scopa, non è facile, ma il tuo sguardo languido paga i conti lasciando sempre laute mance. Non posso dire che non mi piace, questo perfido gioco che ci unisce ma... mi fa paura. Giusto, anche io sul bordo, non solo tu, sarebbe ingiusto. Se fossi sicuro di non perderti mai, sarebbe crudele. Quello no! Vederti con lei è stato divino... lo ammetto. Sono stato crudele a volere lei, lo so! Sapevo che per lei sarebbe stato pesante, sapevo che per te sarebbe stato pesante... mi son fatto un regalo! Un po' bastardo, ogni tanto, lo sono anche io. Sapevo benissimo che avrebbe cercato di far meglio di te, sapevo benissimo che avresti cercato d'esser meglio di lei... per fortuna, è durato poco, il vostro antagonismo. Dopo mezz'ora di esibizioni per me, avete cominciato a capirvi e apprezzarvi. Questo volevo, questo ho ottenuto; non semplici esibizioni da circo... la luce dei vostri occhi, lo sciogliervi lento nella bocca dell'altra, l'orgasmo simultaneo che avete acchiappato senza nemmeno capire. Sono stato molto crudele ma sono stato pagato, come sempre. Crudele con me, che avrei voluto saltarvi addosso, giocare con voi, sentire la carne, gli odori, i sapori e invece guardavo soltanto. Quando mi hai aiutato a prenderla, quando le hai allargato le labbra con le dita facendomi strada, baciandole i seni, era solo perché volevi sentirla godere, leggerle in faccia l'orgasmo di donna, baciare i suoi sospiri quasi fossero tuoi. Non posso negare, neppure a lei, che estrarre la verga per venirti sul viso, appoggiato al suo pube sia stato divino... la tua lingua guizzante, in quel momento, era quasi tutto per me... quasi tutto! Il tuo sguardo languido d'estasi m'è rimasto negli occhi, lo vedo sempre, lo vedrò sempre. Adesso ti porterò a giocare ancora, un gioco nuovo che non hai ancora provato e che pensi che io abbia già fatto... farò in modo che tu non capisca, che tu non lo sappia... magari un giorno te lo racconterò che quel gioco, come molti altri, non l'avevo mai fatto. Adesso no, il mio ruolo lo impone; posseggo il tuo corpo perché posseggo la tua mente ma non sono padrone di niente... t'ho presa in affitto e se non pago mi sfratti.

Portami a giocare...ora. L'orologio a pendolo dell'anticamera suona le 23 mentre la chiave che ti ho spedito gira nella toppa con perfetto sincronismo. Sento il rumore dei tuoi passi attutito dalle note del blues che riempie di sensuale atmosfera la stanza. Mi alzo dalla poltrona posando il flute con lo champagne sul tavolino di cristallo. Ti osservo con gli occhi socchiusi avanzare con passo deciso ed elastico attraverso il salone. Ho sempre pensato che in te alberga l'agile sensualità di una pantera, abilmente mascherata sotto strati di civiltà raffinata e anche un po' compiaciuta. Mi piace credere di averti restituito alla tua animalità originaria. La tua mano, che sfiora il mio collo a scendere fino a tracciare il contorno del seno dorato che spunta dalla profonda scollatura del mio vestito, mi riscuote dai miei pensieri. Blocco la mano e intreccio le mie dita alle tue guidandoti alla scacchiera. Ti indico di sederti e.... ti esorto maliziosa: - Giochiamo - .

Mayadesnuda/Silverdawn

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