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Racconto n° 2154
Autore: Cattivomaestro Altri racconti di Cattivomaestro
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La torre
Emergeva dal mare di sale, scura torre di basalto, simile all'unghia di un nero titano, coperta da un candido lenzuolo di nubi bianche. Nessun arbusto. Nascondeva il suo incestuoso amplesso con la madre terra, le sue radici penetravano senza contatto alcuno in quel biancore spumeggiante, non vi erano sentieri che conducessero a quel monolite, solo il vento, un gelido vento, era l'unico fidato compagno che la torre riuscisse ad attrarre.
Un'unica stretta finestra, simile all'occhio di un impotente ciclope, vigilava custodendone i segreti.
Stavo lì davanti a lei, valutando le nostre forze, immobile, solo il sibilo del vento rompeva i miei pensieri.
Un impercettibile movimento attirò il mio sguardo verso la finestra, prima vuota e buia, la stretta fessura ora mostrava il viso di una donna dalle eleganti sembianze, la fronte alta, gli occhi scuri, la bocca rosea e lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle, mi sorrise ed un istante dopo, come in un sogno, lei mi era accanto.
La sua pelle aveva il profumo dei piccoli fiori d'oro, il suo collo era lungo e candido, le sue braccia mi attirarono verso di lei, le mie dita sfiorarono le sue labbra, mentre lei, ricambiando la dolcezza, inizio ad accarezzarmi lievemente.
Presto le mani cedettero il posto alla sua bocca, posò le sue labbra sul mio collo e, mentre i nostri abiti cadevano insieme ai nostri corpi sulla nuda terra, sentii l'urlo furioso del vento farsi dolore, sentii la terra tremare; mai come ora le arti femminili mi avevano trasmesso simili piaceri. Urlando in modo selvaggio pregai crudeli divinità di farmi godere per sempre in quel modo, il piacere colava come sangue di bue appeso ad un gancio, mentre la mia anima si svuotava dentro lei, come il mio sesso.
La furia, ora sazia, si abbandona scivolosa, placida, sinuosa, in un abbraccio eterno.
Forse il mio era un sogno o forse no, il mondo è nelle mani di coloro che hanno coraggio... il coraggio di sognare, e di correre il rischio di vivere i propri sogni.

Cattivomaestro

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