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Racconto n° 2260
Autore: Madamesnob Altri racconti di Madamesnob
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Rispetto
Non ho bisogno di bucarmi per giacere così sul divano. Nessun bisogno di ferirmi per arrivare a quest'atarassia senza appello. Non è necessario alcun gin tonic per sfiorare, come sto facendo ora, il pavimento con la punta delle dita.
Posso lasciare che il rimmel coli sgradevolmente sotto gli occhi, posso strofinarli per renderli ancora più cupi, posso specchiarmi e tirare il nero sulle guance per farle assomigliare al cuore.
Posso vagare lenta senza sentire i piedi ghiacciarsi sulle mattonelle indifferenti, posso lasciarmi cadere sul velluto rigato del divano senza spostare le braccia per respirare meglio. Anzi, posso fare di meglio. Posso accelerare ancora di più il mio cuore, faccia a terra faticando a respirare, per sentirlo rimbombare più forte, mescolato e aguzzo tra le note trascinate dei radiohead, per sentire che ci sono io in questo lago nero che sono i tuoi capelli.
Posso lasciar colare la saliva dalla bocca, ascoltarla scivolare, rovinarmi la pelle col sale di lacrime invisibili, rigarmi le ginocchia sulle fughe mentre urlo la mia rabbia senza suono.
Posso rotolare a terra, graffiarmi e rimanere impassibile al sangue che riempie piano le mani. Posso prendere un paio di forbici e tagliare i capelli a ciocche, seminarle attorno come fossero foglie morte. In fondo è autunno, tutto muore.

Nessuno mi vedrà crollare, nessuno allungherà una mano alla mia caduta, nessuno sentirà il tonfo della mia anima mentre si annulla.
Di certo non Tu. Non Tu che vomiti rispetto su un Amore che non sappiamo dire. Non Tu che chiudi la porta sul mio desiderio di toccarTi. Non Tu che in nome dell'amore rifiuti il mio voler farTi mia. Fosse solo per una kazzo di volta.
E così mi alzo, appoggio la fronte sul vetro gelido, ci vedo i tuoi occhi, li disegno con poche linee e rido forte del mio dolore, una risata che si spezza in mille scaglie di metallo e cade attorno come pioggia di ghiaccio argentato. Il ventre brucia di desiderio, mi masturbo su immagini di donne volgari, cuocio la mia vendetta personale, la marchio sulla mia pelle. Raccolgo il rispetto da terra, davanti ai miei piedi nudi, lì dove Tu l'hai deposto e lo strappo in mille pezzi. Il mio amore per Te ha un diverso sapore ormai sai? Sa di mandorle amare adesso, di calcolo duro, di gola riarsa.
Mi rialzo, sì, mi rialzo. Mi srotolo con calma, getto via il rispetto, a mani aperte.
Il mio amore, il mio, non ne avrà più per Te.

Madamesnob

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