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Nero. Brillante. Non proprio giovane.
Stranamente fedele. Non è davvero nelle sue caratteristiche.
Imprevedibile. In fondo giocherellone.
L'ho scovato per caso. Non stavo affatto pensandoci. Mi ha colpito.
Lì esposto nella vetrina. In una gabbia.
Sembrava mi chiamasse. E forse era così. Chiamava la mia essenza.
L'anima violenta e ribelle che alberga in me. Faceva vibrare il mio lato oscuro.
Una sorta di eco. Silenzioso. Ho saputo sin dal primo istante che mi sarebbe appartenuto.
Lo volevo. Anche se mi spaventava.
Allora non sapevo. Ancora.
Non avevo sperimentato, sviscerato, affrontato e risolto.
Ma l'ho voluto lo stesso. E' stato un rischio.
Ma l'istinto mi gridava nel sangue che era giusto così
Mi ha ripagato. Con gli interessi. Mi ha trasformata. O meglio mi ha aiutata a portare in luce la mia vera natura. La più autentica. La più vera. Quella che ora respiro ogni istante.
Ci siamo studiati all'inizio. Soppesati. Mi ha sfidato.
Non era certo che potessi tenerlo in pugno. Saldamente. Leggeva le mie lievi esitazioni.
Mi tremavano i polsi la prima volta. Il respiro mi si rompeva in gola. Per la tensione.
Per quanto credessi di accarezzarlo dolcemente ma con vigore. In realtà tremavo.
E lui lo sapeva. Lo aveva avvertito dall'esitare impercettibile del mio polso.
E' sempre stato così. Mi leggeva perfettamente. A volte ho anche pensato di abbandonarlo.
Forse uno più giovane. Più nuovo. Maggior vigore. Lucida pelle priva di imperfezioni.
Ma ho sempre desistito. Era lui. E solo lui il mio compagno di giochi. L'unico a cui sia sta fedele. L'unico a cui abbia chiesto fedeltà. L'unico per cui abbia senso averla avuta.
Ancora adesso. A distanza di molto tempo. Non riesco a capire totalmente cosa ci leghi così. Probabilmente le definizioni sono superflue. E comunque riduttive.
E' sferzante. Agile e guizzante. Mi si adatta perfettamente. Si modella nella mia mano. Ormai. Mi ha segnata. Anche se può sembrare paradossale.
Forse no. Non lo è poi del tutto.
Chi l'ha detto che marchiando il proprio possesso non si rimanga segnati?
In questo caso è andata così. E ne sono soddisfatta.
Spesso mi chiedo come sarebbe andata se non lo avessi incontrato. Quel giorno. In quella vetrina. Se il mio sguardo non si fosse posato sul suo corpo al di là di quel vetro lucido di pioggia.
Ma... forse avrai capito lo stesso alla fine. Voglio credere che lo avrei fatto.
Non è stato necessario però, perchè è entrato nella mia vita e le ha dato senso nuovo e passione vibrante, violenta estasi e lucido elaborato dolore donato.
Mi ha aiutato a colpire. Si è dispiegato alla mia volontà.
Il mio fedele compagno di avventure.
Il mio vecchio amico.
Il mio gatto a nove code.

Mayadesnuda