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Racconto n° 2387
Autore: Caliban Altri racconti di Caliban
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Bocche...
Lentamente scivola
la tua mano su di me
quel tanto che basta per trasformare
ogni carezza in un gemito
ti guardo accaldata contorcerti
tra le lenzuola umide
golosa ed implacabile
forza fammi male finchè vuoi
lo sai...
pioggia io sarò... per toglierti la sete...
e sole salirò... per asciugarti bene...
vento arriverò... per poterti accarezzare...
ma se vuoi, se tu vuoi...
tra fango e neve, fango e neve impazzirò!

Sono dentro di te, parte di te ora, uniti come due metà di un giocattolo a lungo rotto e impossibilitato al suo scopo, ma ora finalmente riparato e ottimamente funzionante.
Il tuo odore profondo e penetrante, il profumo dolce della tua pelle, dei tuoi morbidi capelli e della tua eccitazione mi fanno impazzire, come sempre, ed ora io vorrei ancora la tua bocca, ancora e sempre la tua bocca.
Aprirtela con sentimento, lentamente, incessantemente, dopo aver indugiato così a lungo con le mie labbra sulle tue, morbidissime e sensuali.
Ed entrare con la mia lingua forte, perennemente assetata, ad incontrare la tua, dolce e così delicata.
E resistere lì, se anche mi volessi fuori, non foss'altro per respirare.
E a nulla servirà il tuo dibatterti, se i denti leggermente si scontrano tintinnando tra loro come cristalli, se morbido e tagliente collidono.
Perché infine ti aprirai di più, mi donerai la tua saliva e il tuo respiro, e la tua vena in gola, come la mia, batterà più forte.
E quando ti lascerò la bocca sarà per cercare sul tuo collo quella intensa pulsazione, le mie dita accarezzeranno la tua nuca, i tuoi capelli, le tue spalle, cercheranno affamate i tuoi capezzoli e li vorranno turgidi, scenderanno sul tuo ventre e lo vorranno umido.
E ti bacerò, finchè non vorrai davvero farmi smettere.
Senza parlare, senza esprimermi in altro modo che con la bocca, le mani, il corpo e lo sguardo.
E il naufragar mi sarà dolce nel tuo mare...

Caliban

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