Avrei voluto dire del concierge dell'hotel che dopo aver letto la tua età sui documenti mi ha sorriso.
Avrei voluto dire di quei letti che si sono spostati sotto i miei colpi sulle loro ludiche rotelle mentre ti cavalcavo affondando le unghie nelle tue spalle.
Avrei voluto dire del sorriso complice e della gioia autentica che ha illuminato il tuo volto quando ti ho detto che mi piacevano le tue parole su quel foglio di carta. Che il tuo finale si adattava al mio libraio.
Avrei voluto dire di quel muro pieno di cartelloni
colorati contro cui mi hai spinto, nella notte fredda
e stellata, sotto la mole. Quel muro mi avrebbe visto fare lo stesso. Ma mi hai preceduto di una frazione di secondo.
Avrei voluto dire di quella pasticceria in cui non siamo riusciti ad andare, nonostante le precise istruzioni del taxista. E del ristorante. O meglio della locanda in cui la Barbera scivolava morbida sul palato e gli agnolotti si scioglievano in bocca.
Avrei voluto dire di quel massaggio al cioccolato che mi hai fatto tra cuscini bianchi, che non credo torneranno facilmente tali.
Avrei voluto dire di quei pouf di pelle nera. Perfetto per sentirti affondare dentro di me da dietro. Ho anche pensato di regalartene uno!
E invece dirò di un locale scoperto per caso. Di un'insegna lampeggiante di rosa e di azzurro nella notte tersa. Di divani di pelle rossa. E del blues che pulsava nella penombra. Di brace di sigaretta e di profumo di cognac. E di un cameriere così discreto, nel locale deserto, da eclissarsi sul retro. Dirò delle tue dita che affondano tra le mie cosce aperte. Delle mie che stringono i tuoi coglioni nudi, sotto la stoffa dei pantaloni. Del cognac che cola lento da un bocca all'altra. Del mio ginocchio a schiacciare il tuo cazzo. Dirò anche delle bocche fuse. Delle lingue intrecciate. Delle labbra morse. E del sorriso complice del taxista che ci riportava in albergo mentre le nostre pelli non riuscivano a staccarsi di un centimetro.
Non dirò invece della tua preghiera. Seria, violentemente seria nella sua apparente ironia. Non ne dirò perché non intendo esaudirla. E ti ho spiegato perché. Se ci sarà da pagare un prezzo. Vero. Lo pagheremo. Fa parte del gioco.
Spero ce ne sarà un'altra mi hai sussurrato nell'orecchio mentre il treno correva a 300 km all'ora verso casa...
Farò quanto è in mio potere perché ci sia... presto!!!!
Mayadesnuda