Ti ho aspettato, contando le ore, i minuti.
Ti ho cercato negli altri, uomini rimasti senza volto.
Ti ho desiderato nelle lunghe notti solitarie tentando di annullare il silenzio con soffocate grida di piacere.
Ti ho odiato, rifugiandomi nei sogni deliranti di chi vive un abbandono ingiustificato.
Ma non sono riuscita a smettere di amarti, perchè il ricordo di ciò che è stato viveva dentro di me.
Per tanto tempo è stato così, tempo senza tempo, lacrime senza senso, il corpo abbandonato dall'anima.
Poi, l'incanto, la passione che si rinnova per qualcuno, una nuova emozione che scatena il desiderio di assaporare una bocca, di aprire le gambe, di annusare nuovamente la pelle di un uomo. Un uomo con un volto, un odore, l'odore speciale che emanano e avvolgono le persone che ci attraggano. Una scia da seguire. Quando incontri un uomo così, sai che non lo lascerai andare, ricambi il suo sguardo, inumidisci le labbra, lasci che il linguaggio del corpo comunichi ciò che provi.
Ti chiedi come sarà, vuoi sapere come sarà, e accade.
Certo l'altro è ancora parte di te, le sue mani, il suo tocco sulla tua pelle, la sua lingua, i suoi fianchi che spingono, i gemiti inumiditi di saliva, ma forse queste altre mani, questa nuova lingua, altri gemiti, mi faranno chiudere gli occhi mentre la schiena si inarcherà per accogliere nuovamente un altro uomo.
Ecco dunque il mio corpo, il mio sesso pronto, la mia bocca socchiusa, il seno turgido, l'umore liquido e profumato che inonda le gambe.
Un invito inaspettatamente accettato consapevole di voler andare fino in fondo.
Lui non si fa attendere, io mi concedo senza reticenza lasciando cadere gli abiti in terra insieme a quella parte di me che desidero abbandonare.
Nuda mi mostro nuovamente ad uno sguardo che penetra la carne, sciogliendo quelle stupide catene che troppe volte mi hanno trattenuta.
Così, ho semplicemente deciso di lasciarmi andare, offrendomi spudoratamente al tocco di mani sconosciute che si impossessano di me.
In piedi accetto che sia lui a prendere l'iniziativa divaricando impercettibilmente le gambe. Uno strano fuoco si impossessa delle mie viscere, brucia e gela allo stesso tempo. Sono corpo, sono donna, sono terra fertile.
La sua fretta, la fine della mia attesa. Mi penetra con le dita allargando le morbide labbra. Gioca con la peluria del mio sesso, afferra i miei glutei per stringerli forte tra le mani. La sua lingua percorre abilmente la linea che conduce dal ventre al pube affondando i denti nella soffice carne. Sono brividi quelli che sento, brevi, intensi, finalmente brividi di piacere. Le gambe si aprono ancora di più, desidero sentire le sue mani affondare dentro di me, trattenere le dita fin dove è possibile, lo supplico di succhiarmi quella parte che attende di esplodere.
Le mie unghie percorrono una schiena muscolosa, imperlata di gocce di sudore. Mi muovo piano sotto di lui finché mi volto sul fianco lasciando che siano le mie mani, questa volta, a toccare il suo sesso. Mi piace accarezzare la sua pelle tesa, mi piacciono i suoni che emette la sua gola, desidero lasciarmi il suo sapore nella bocca. Penso a questo mentre spingo il suo membro tra le labbra sfregandolo contro il palato. Sì, così, muoviti contro la mia lingua, mentre ti succhio, riesco a farmi sentire. E' buono il suo sapore. Ora sono pronta, bagnata, esigente. Lo lascio entrare in me per sentirlo vibrare nell'addome. Ci muoviamo sempre più velocemente, so dove arriverò ora che l'altro sta lasciando il mio cuore. Un urlo unisono, labbra che schioccano, sudore che si mischia, il ritmo del fiato che torna ad essere normale.
Ho fatto sesso, come molte altre volte, niente altro che sesso, eppure quest'uomo resta accanto a me sussurrandomi dolci parole, e io mi lascio abbracciare ricambiando tenerezze che credevo di non essere più capace di ricambiare.
Ancora quello sguardo, occhi colore del mare, un mare in cui ero già annegata. L'odore del suo seme mi circonda e mi confonde. La sua voce, le sue mani, le sue braccia, le sue gambe, la sua bocca. Un corpo di uomo con un volto. Ancora io, inseguire il ritmo del cuore osservando il petto che si alza e si abbassa, seguire la linea dell'inguine nel punto in cui si congiunge con il sesso, aprire e serrare le gambe. Questo è stato?
Volto la testa dalla sua parte ascoltando il suono del suo respiro mentre gli faccio scorrere un dito sulla bocca. Afferro una ciocca di capelli, lisci, umidi e profumati, che trattengo nella mano. La linea del naso, la fronte bagnata. Lo osservo quest'uomo come non avevo più osservato. E' bello, e ne ricorderò lineamenti, odori, sapori. Mi piace averlo vicino, mi piace così tanto da desiderare di averlo ancora in me. L'altro? E' andato via.
Ancora io, desta e confusa.
La sua mano mi cerca, la lascio toccare la mia pelle.
Andrai via?
Un leggero movimento, le sue braccia mi afferrano, mi volta. Lascio che scivoli fra le mie gambe mentre sento il suo respiro sul collo. Mi desidera ancora, sussurra parole d'amore, afferra i miei fianchi conducendomi contro di lui.
L'altro non esiste più, penso, mentre mi lascio penetrare accettando il vigore del suo membro eretto.
Spingiti in me, fammi urlare, affonda le mani sul mio seno, non ti fermare.
Ancora io, raggiunta dal piacere, ascolto il suo rantolare soffocato, accolgo il suo seme sparso nel mio ventre.
Grido un nome, il nome dell'altro.
- Come ti chiami?
- Francine.
- E' stato bellissimo Francine.
- Una scopata grandiosa.
- Qualcosa di più, spero.
- Il tuo di nome invece?
- Mi chiamo Giorgio.
Rido.
- Perchè ridi?
- Perchè ci siamo presentati soltanto adesso e non ha senso.
- Invece per me è importante poter ricordare il tuo nome.
- Io il tuo lo dimenticherò.
Uscendo dal mio corpo lui diventa brusco. Io richiudo le gambe portandole lentamente verso il costato.
Ancora io, nuovamente sola, immersa nei ricordi. L'altro è tornato ad occupare i miei pensieri. E' stato amore, è ancora amore. Ho creduto fosse possibile... Giorgio... occhi colore del mare... niente altro che occhi colore del mare.
Malodo03