Così dicono di Lei. Certo, non che ci si debba fidare poi molto delle voci di corridoio. Ma se lo dicono un qualche fondo di verità ci sarà no? E poi del resto è realmente così importante sapere cosa o piuttosto conoscere il perché dicono ciò che dicono. Si, dicono di Lei. E Lei sorride. Almeno che io sappia. Lo fa. Lo fa sempre del resto. Che dicano bene o male. Sorride. Ironica soprattutto con se stessa. Forse sarcastica. Ma solo un filo per carità. Mica vale la pena di più. Il cinismo è un bel vestito, elegante e adatto a tutte le occasioni, ma solo se lo porti con la giusta naturalezza.
Dicono. Molto. Forse troppo. Di Lei e non solo. Ovviamente anche di Lui e dell'altro o degli altri. Ussignur, con tutto questo dire non sono poi tanto sicuro di ricordare precisamente cosa. E' che, lo ammetto, ascolto raramente cosa dicono. Soprattutto di Lei. E' che io la conosco. O almeno ho la presunzione di crederlo. Che significherà poi conoscere qualcuno o qualcosa?
Va beh, sto divagando, è che anche a me piace dire. Non si nota? E Lei è indubbiamente un bell'argomento. Molto bello. Un seducente argomento di conversazione. Leggero. Ma pregnante. Se inizi a dire difficilmente smetti. Trattandosi di Lei. E io non faccio eccezione. Certo potrei dire che c'è una differenza. Io dico con cognizione di causa. Dico perché so. Gli altri. La maggior parte degli altri dice e basta. Non che a lei dia fastidio. Intendiamoci. E' una signora. Con tutto ciò che questo termine comporta. Non la toccano le chiacchiere, anzi l'ho scoperta più volte a leggere avidamente i commenti su di Lei. Rideva. Il collo inarcato. La testa buttata indietro. Gli occhi socchiusi. Il corpo attraversato dal fremito della risata. Rideva di se stessa. Nel dire degli altri. Con autentico divertimento. Lo confesso. L'ho adorata. Ancora di più. In quell'istante se mai mi sarà veramente possibile adorarla di più.
Dicono di Lei. Difficile scegliere una delle cose, che dicono. E del resto si assomigliano un po' tutte. Dicono per affettuoso scherzare. Per ironico criticare. Con un filo di invidioso dubitare. A volte. Dicono. E io spesso mi sento come dire chiamato in causa. Anche se Lei di solito mi accarezza e mi rimette rapidamente al mio posto. Sa difendersi Lei. Da sola. Come ha sempre fatto. E in ogni caso non vuole farlo. Lo so, lo so. Vi chiedete perché. Ditelo a Lei. Le piace credo. Lo alimenta in un certo qual senso. Il palcoscenico. Le esibizioni le vengono naturali. Talmente tali che il diaframma è quasi invisibile. In Lei. Anche se, non per me. Io la vedo. Per questo ora posso dire qui. Con pieno diritto.
Dicono di Lei così, ma anche l'esatto opposto. Perché, in realtà, dire qualcosa di vero di Lei è difficile. Tutto è verosimile. Tutto è possibile. Niente è totalmente una bugia.
Così dicono di Lei perché non possono ricordare di lei, non possono vivere di lei, non conoscono la sua voce o il bagliore dei suoi occhi, il fuoco liquido delle sue cosce, la forza del suo corpo, la violenza del suo volere.
Dicono di Lei. Ma stavolta voglio essere io a dire. Per una volta salirò sul palco e la guarderò applaudire in platea. Perché applaudirà. Lo so. Il mio dire del resto è per Lei. Solo per lei. Le dirò ciò che nonostante tutto. Le frustate. I morsi. Le corde a serrami gola e braccia. Non le ho mai detto. Non ho mai voluto dirle. Mi arrenderò.
A me stesso e a Lei. Lo dirò. Lo dico. Ora. Qui. TI APPARTENGO!!!!
Mayadesnuda