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Racconto n° 2478
Autore: Malodo03 Altri racconti di Malodo03
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Il mago
Anna corre infilandosi nel sottopassaggio scarsamente illuminato. Pochi scalini la separano dall'uscita, ma quel breve tratto sembra non avere mai fine.
La luce delle lampadine al neon è intermittente, ed è una luce che fa socchiudere gli occhi, abbagliante e fastidiosa. Il suo volto si illumina e si oscura. Sotto il gioco della luce e del buio i colori scompaiono: il suo pallore, il grigio dei suoi occhi, il rosso della bocca, il nero dei capelli. Tutto è bianco e nero.
Anna ha freddo in quel sottopassaggio umido. Gocce di acqua scendono dal soffitto, rimbalzano e si conficcano nel pavimento con la forza dei chiodi.
Tin Tin
Anna si stringe al petto il cappotto cercando riparo dall'umidità. Ha le articolazioni rattrappite dal gelo, ma non ha tempo per cercare i guanti. Chissà dove si sono cacciati...
L'eco dei suoi passi si confonde nel silenzio, si mescola con il rumore delle gocce d'acqua.
Tin Tic, Tin Tic
Maledice Anna i tacchi a spillo.
Il rumore dei suoi passi la insegue, la bracca.
Ansima, Anna, mordendosi le rosse labbra simili a succose ciliegie mature.
Ancora un piccolo tratto e sarà fuori, lontano dal buio.
Altri passi.
E' un'ombra ad avvolgerla, simile al mantello di un mago, e i suoni cessano, le gocce si arrestano, le labbra sanguinano, il calore torna a scaldare le mani.
Due braccia la afferrano con forza gettandola in terra. Il mantello ora la avvolge completamente e sotto la pesante stoffa si sparpagliano e si arruffano i suoi capelli, si solleva la gonna, si spalancano le gambe.
Anna torna a sentire il tintinnio delle gocce per non udire i gemiti del mago. Soffia e ansima costui, prima di assestare l'ultimo colpo nel suo ventre.
Ora che il mago le ha versato il seme, intimo succo di tale mostruosità, Anna ha nuovamente freddo.
Si solleva da terra appoggiando la mano sul muro fradicio, osservandosi le unghie spezzate.
Dove sono finite le scarpe?
Anna si guarda le gambe. Le calze sono smagliate, le ginocchia sbucciate.
Anna si tocca il sesso. Filamenti appiccicosi si insinuano dentro di lei come piccole serpi.
Anna si afferra il ventre e lo scuote intenta a staccare il seme dalla sua terra fertile.
Gli odori di terra, di sporco e di sangue riempiono l'aria.
Anna è seduta e fissa il mantello afflosciato sul selciato. Il mago ha il capo riverso e gli occhi fissi sul soffitto.
Tin Tin, l'acqua scorre portando via il sangue, il respiro, l'umore, l'altrui vita.
Il mago resta lì, con il coltello conficcato nell'addome, le mani intorno al membro floscio.

Sono le 8.00 di mattina. Anna ha avuto il solito ricorrente incubo. Impiega sempre un po' di tempo prima di rendersi conto di aver sognato, ma ha imparato, col tempo, a convivere con le sue paure e a dominarle. Il suo corpo è ricoperto di piccolissime goccioline di sudore, i capelli sono attaccati al viso, i battiti del cuore accelerati. Come sempre. Ogni volta. Tutte le volte. Da anni.
Questa mattina però è diverso: le sue mani sono tinte di rosso, un bel rosso vermiglio, odorano di sangue. Non ha paura. Non più.
Il suo sguardo insegue rapido lo scintillio che lo attrae. La lama di un coltello conficcato in un addome.

Malodo03

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