"Manca solo una firma su questa pratica"
"E per il pagamento?"
"Si rivolga alla mia segretaria, ma penso che dovra' tornare domani. Si e' fatto tardi e se ne e' gia' andata" disse Michele mentre nella sua mente cercava una scusa per continuare la conversazione.
La fissava, mentre il cono di luce che illuminava la sua scrivania, lasciava la donna un po' in ombra.
"Posso chiederle una cosa? Il suo nome...e'.. particolare, ha una ragione precisa?"
Allegra gli sorrise: "Idea di mio padre lui ha la passione per tutto cio' che non e' comune"
Michele giocherellava con la penna, quasi a dare sfogo all'imbarazzo.
La ragazza stava in piedi davanti a lui,il viso in penombra. Impossibile decifrarne l'espressione Si appoggiava con una mano alla scrivania, con l'altra reggeva la borsa.
Pareva accennare ad un movimento del corpo appena percettibile, come se resistesse ad un impulso che la spingeva ad andarsene.
Era abituato a scrutare i dettagli Michele. "Fanno la differenza nel nostro mestiere" gli rimproverava spesso l'avv. Marchetti il titolare dello studio. "E' distratto avvocato" gli aveva detto la mattina stessa, poco prima di un'udienza. Prenda ad esempio le sue cravatte, non sempre sono intonate, la cura dei dettagli, mi raccomando..."
Lo sopportava Michele. Tutto sommato era vicino alla pensione e sperava,un giorno, di diventare lui stesso il titolare dello studio
Allegra cercava, attraverso la penombra, di fissargi le labbra. E Michele ringrazio' di avere anche lui il volto in ombra, altrimenti lei avrebbe letto tutto il suo turbamento.
"Ma ora che e' un'artista" continuo' " Un nome un po' originale le si addice"
Si dette immediatamente del cretino dopo questa frase. Ma non riusciva a trovare altri argomenti. Si trovava come spiazzato. Essi' che con le donne aveva parecchia intuizione. Ma non era mai riuscito a decifrare Allegra. Lo attraeva in un modo che non sapeva come spiegarsi. Era indubbiamente una bella donna ( e del resto faceva la modella all'accademia di belle arti), capelli color mogano, alta , dai fianchi un po' tondi ma sodi come potevano esserlo quelli delle statue antiche. Aveva un modo di esporsi, questo lo aveva notato Michele, quasi sfacciato: alludeva, Lasciava intendere, per poi rivolgere uno sguardo di rimprovero e far vergognare dei propri pensieri.
"Ma non la imbarazza?" Cercava ora di portare la conversazione su un terreno equivoco. "Dicevo il suo mestiere, quando poi incontra gli studenti fuori dall'aula, magari lungo i corridoi"
"E' diverso lo spogliarsi per lavoro dal farlo per il proprio uomo!" Una vibrazione nel tono della voce lasciava intendere che aveva raccolto l'allusione
"Spogliati ora! Per me! "
Ecco, la sfida era stata lanciata.
Allegra si sfilo' con la camicetta, i pantaloni , e calze, il reggiseno. Abbastanza velocemente ma con naturalezza . Non come se avesse avuto davanti un uomo eccitato, ma come fossse stata nel bagno di casa sua. Dai suoi occhi traspariva quasi un invito ad essere guardata. Fece per abbassarsi gli slip
"No " disse Michele.
" Resta cosi' "
E inizio' a fissarla . A percorrela con lo sguardo. Guardava i seni non grandi ma sodi, dai capezzoli piccoli e morbidi, scendeva verso il ventre e l'inguine.
Gli ritorno' in mente un quadro che aveva visto da ragazzino nel salotto di un suo amico. Un uomo vestito da arabo che esaminava una ragazza che, davanti a lui, apriva uno scialle a mostrare le sue nudita'. Si erano piu' volte toccati,lui e il suo amico, invidiando quell'uomo..
Le fece cenno di avvicinarsi .
Le passo' la mano lungo i fianchi, ne soppeso' i seni come se si trattasse di merce preziosa.
Allegra sentiva il calore emanato da quella mano. Era affusolata, con unghie ben curate, e dita lunghe che avrebbero potuto infilarsi ovunque.
Michele infilo' gli indici ai due lati degli slip, li allargo' mentre con i pollici ne accarezzava leggermente la pelle.
Aveva il pube completamente rasato. La ammiro', quando fu nuda, gli ricordava davvero la ragazza del quadro.
Allegra tentava di fissarlo negli occhi azzurri ma fu costretta ad abbassare lo sguardo questa volta
Michele si sfilo' la cravatta, con questa le cinse i fianchi e la attiro' a se' facendola sedere sulle sue ginocchia.
Faceva scivolare la cravatta attorno ai seni come a formare un otto, stuzzicando prima un capezzolo e poi l'altro. Le sussurrava all'orecchio "E' questo che vorresti vero? Quando posi davanti agli studenti, che qualcuno osasse"
Allegra era percorsa dai brividi, sentiva l'eccitazione di Michele premerle contro la coscia.
Con la testa appoggiata sulla sua spalla, si abbandonava a quel piacere che cresceva sempre di piu'
Michele avvolgeva ora il nastro di seta attorno alle cosce, avvicinandosi sempre piu' all'inguine. " Vorresti vero?" le sussurrava Michele, facendo attenzione a modulare il tono della voce (altro dettaglio da non trascurare secondo Marchetti) "Vorresti essere scopata?" Allegra teneva gli occhi socchiusi per gustare al meglio quella situazione. La seta fredda le comunicava brividi in tutto il corpo mentre si avvicinava sempre piu' al suo sesso, fino a farla esplodere in un orgasmo quando le sfioro' il clitoride. "Ti prego Michele, non aspettare piu'"
Tribunale, la mattina dopo " Bene, vedo che stavolta ha trovato la cravatta giusta" lo apostrofo' Marchetti. "certo, avvocato, questione di dettagli, a volte fanno proprio la differenza!"
Alisa Mittler