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Racconto n° 2525
Autore: Morgain Altri racconti di Morgain
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Storia di T. (e di altre).
Oggi hai voglia di parlare. Anzi no, mi chiedi di spiegare, vuoi capire. Testardo, sei. Ti accontento. Ma, bada, questa volta sarò lunga, e, ti avverto, questa volta non troverai nulla che possa solleticare la tua vanità o soddisfare il tuo amor proprio.
Vedi, credo di essermi innamorata di Lui la prima volta quando L' ho visto chino sulla donna spezzata nella polvere. Quella volta era solo un' immagine ma presto sarebbe stato anche parole che sarei stata in grado di leggere oltre che di ascoltare e, ricordo, avrei pensato che se ci fosse stato Lui, T. non sarebbe morta. T. era una mia amica, anche se io ero solo una bambina, e immaginavo che da grande sarei stata come lei, anche se non le somigliavo per niente, lei coi capelli scuri come la notte e gli occhi nerineri pure... tu mi pensavi così, credo, prima di vedermi. Detestavo quell' uomo piccolo e anziano che l' avrebbe presto sposata e, vedi, avevo ragione, perchè T. era innamorata di un compagno di studi del fratello, ma agli occhi della famiglia di lei, ricca e importante nella nostra città, quello che allora era un semplice studente in Medicina non poteva andar bene. Così T. aveva sposato l' altro uomo che l' aveva portata a vivere in una casa diversa, insieme alla propria madre, le aveva impedito di continuare gli studi, e si era trovato un' amante. Dopo un pò T. aveva iniziato ad impazzire, l' avevano portata da uno specialista, il quale aveva sentenziato: "si ammazzerà, si ammazzerà se non la portate via di lì", lo aveva persino messo nero su bianco. Ma divorziare non si poteva, tornare a casa dei genitori era impensabile, il fratello in particolare si opponeva, era stato lui anni prima ad avversare maggiormente quella storia d' amore con il suo compagno di studi. Così T. era rimasta, un giorno aveva acquistato una latta di benzina senza che nessuno la fermasse, nessuno le chiedesse a cosa le serviva, e si era data fuoco. Così: si era cosparsa di liquido e si era data fuoco, come uno straccio vecchio. Come uno straccio vecchio l' avevano infine adagiata nel cortile: era scesa giù forse cercando aiuto, da un negozio vicino avevano scavalcato il basso cancelletto tentando di spegnerla, troppo tardi. Il marito aveva lasciato che pezzi di lei rimanessero attaccati lì dove era passata, tastando a tentoni il muro, probabilmente ormai cieca, per un anno almeno. Chi aveva visto quelle impronte di carbone era rabbrividito (non era amore quello, no). Intanto il fratello si era laureato, faceva nascere bambini adesso, e adesso rabbrividivo io pensando alle donne che si affidavano a lui.
Chi ama paga pegno. Questo pensavo quando pensavo a T. e alle altre come lei, storie che qualche volta giungevano alle mie orecchie, storie che tu adesso consideri di un altro tempo, anche se abbiamo all' incirca la stessa età. E anch' io, sai, mi sento di un altro tempo, come quando ripeto il gesto antico compiuto da chissà quante donne prima di me e che quel sacerdote ha guardato con stupore: non somiglio a quelle donne, e poi insolita l' ora. E' che cambio sempre chiesa, non voglio essere riconosciuta quando prego per T. e le altre, e, più sommessamente, per me stessa, e accendere una piccola fiamma non sembra un gesto antico ma l' unica cosa sensata da fare in questo mondo che qualche volta è tenebra.
-Ti sembra una cosa così sporca stare tra le braccia di un uomo se non ne sei innamorata? -mi avevi chiesto. Ci ho pensato davvero su, volevo darti una risposta che fosse il più onesta possibile. No, non mi sembra sporca, neanche quando forse lo è o dovrebbe essere considerata tale. Ma è priva di significato per me.
Ascolta: dopo quella storia, e altre simili a quella, cominciai a guardare gli uomini con occhi diversi. Strani, mi sembravano, capaci come erano di sciocche infatuazioni e crudelissimi abbandoni. Non mi annoiavo mai quando erano assorbiti in quelle loro attività che sembravano invece disturbare tanto le altre. A me apparivano degni di rispetto solo quando facevano ciò che realmente amavano, a dispetto delle loro parole. Ma non avevo intenzione di farne la mia occupazione principale, come invece sembravano disposte a fare quelle altre, e tornavo alle mie, di occupazioni. Questo, unitamente ai libri (e ad altro), mi valse la reputazione di... virtù, seppi poi. Stai ridendo: hai ragione. In un ambiente in cui tutti sparlavano di tutto, avrebbero potuto dire, che so, che mi piacevano le donne. Che ero carina ma di legno, ed altro ancora. Avrebbero potuto essere cattivi. Ma tutto sommato furono gentili con me, che pregavo per loro perchè avevano ammazzato T. e le altre, e mi sembrava che in questo ci fosse una certa giustizia. Avrebbero ammazzato anche me, se glielo avessi
permesso? Chi ama paga pegno, ed io non avevo intenzione di pagarlo.
Una sola voce si era distinta dal coro. Un' acqua cheta, ero, e ci avrebbe pensato lui a dimostrarlo. Sì, avevo capito di chi si trattava. Un giorno, dovevo raggiungere un' amica che abitava fuori città, gli avevo chiesto di accompagnarmi. In passato mi aveva corteggiata, sinceramente non interessata gli avevo risposto "no grazie", diversi eravamo, diversi come possono esserlo due che appartengono a due specie diverse ma che tuttavia possono essere quasi amici. Così adesso pensavo di potergli chiedere un passaggio in auto come lo si può chiedere ad un buon conoscente di cui ragionevolmente ci si fida, non poteva pensare ad un gioco da parte mia. Mi sbagliavo, non avevo capito niente. Per qualche motivo, se l' era legata al dito. Forse aveva preso la mia indifferenza, la mia tranquilla constatazione che diversi eravamo, nessuna possibilità di contatto mi spiace, per una forma di alterigia o Dio sa che altro. Il breve viaggio fu un piccolo incubo di profferte per fortuna solo verbali. A un certo punto avevo chiuso il mio orecchio interno, lui era diventato solo un rumore di fondo. In seguito, persuaso della propria irresistibilità e forse davvero convinto che la mia "serietà" fosse l' unica spiegazione di un rifiuto altrimenti inspiegabile, scornato ammise il suo scorno con gli altri e riconobbe che sì, ero difficilmente conquistabile e, insomma, "seria". Oh beh. Gliel' avreste spiegata, voi, la teoria della bioincompatibilità tra specie differenti? Io non lo feci, e ciò mi valse una serena convivenza con la popolazione indigena.
Sorridi, scuoti il capo, te ne vai. Scuotere il capo andandomene è ciò che farò tra pochi mesi. Vado via. Questa città è malata dentro, malata nel cuore e nell' anima, seppur ancora splendida. Percorro per una delle ultime volte questi acciottolati, calpesto i marmi preziosi. Lo voglio ancora. Ma so che non sarò mai come mi vorrebbe Lui. Prego ancora, ma amo troppo il comune amore umano per poter accogliere il Suo, che pure assicura essere eterno e fedele. Se mai è stato un uomo come gli altri, adesso non lo è più. Ma, negli uomini che incontro, è quel Suo sguardo di infinita tenerezza posato sulla donna ai Suoi piedi che continuo a cercare.

Morgain

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