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Racconto n° 2592
Autore: Matilde S. Altri racconti di Matilde S.
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La sedia
Uno sgabello in pelle nera, alto, girevole ed ergonomico con lo schienale inclinabile studiato per postazioni al computer. Chi lo ha progettato ha pensato a dare la massima comodità a chi passa molte ore ad una scrivania davanti ad un monitor per lavoro, ma ha trascurato, o non ha mai capito che può diventare il posto ideale per momenti di puro benessere.
Sono nel mio ufficio, con la mente stanca guardo fuori dalla finestra, il grigio avvolge tutto, una tediosa giornata di novembre sta volgendo al termine.
La segretaria annuncia il Dottor Claudio Maioli, consulente del lavoro a cui la nostra società sta valutando di affidare la selezione e la preparazione del personale.
Alto, capelli scuri, fisico magro ma ben fatto, un viso interessante e uno sguardo molto tenero. Mi stringe la mano, un brivido percorre la mia schiena, riconosco subito il significato, sono in uno di quei magici momenti in cui la mia libido prende il sopravvento sulla mia moralità. Cerco di controllare l'impulso di provocarlo, porto velocemente la conversazione sull'argomento da discutere, sono come sempre molto concreta, pretendo il massimo da chi deve lavorare con me, e con poche domande sono in grado di valutare se la persona che ho davanti è adatta all'incarico. Claudio parla con voce pacata e prospetta le modalità operative, in modo esauriente e convincente. Ma stasera sono distratta, più che di lavoro vorrei parlare di sensazioni. Non resisto... devo giocare... ci sono attimi della mia vita che evadono dalla realtà, dove la ragione cede il posto all'istinto. Davanti agli occhi dolci di Claudio inizio a trasformarmi. Sciolgo i capelli dalle forcine che li trattengono in un'acconciatura severa, tolgo gli occhiali in tartaruga che mi donano quell'aria dura che contraddistingue il mio stile, sfilo le scarpe e davanti a lui inizio a massaggiarmi i piedi. Leggo sorpresa e un certo imbarazzo sul suo viso, certamente non si aspettava un atteggiamento così informale dall'amministratore delegato di una delle più importanti società di moda di Milano. - Mi perdoni dottor Maioli, ma la stanchezza vince sulla buona educazione stasera, le dispiace se mi metto in libertà mentre finiamo il nostro discorso? – La sua risposta è scontata, prosegue ad illustrarmi il programma mentre io mi slaccio la camicia un bottone alla volta fino all'ultimo, divertendomi un mondo nel leggere sul suo viso il passare rapido di emozioni e pensieri. In pochi minuti perde il filo del discorso, ma capisce bene il filo dei miei pensieri.
Si alza, si avvicina e le sue mani prendono i miei piedi e iniziano un massaggio molto conturbante. Con le labbra sfiora la pelle delle mie caviglie, sale lentamente accarezzandomi con la lingua e con le mani. Calda la sua bocca sulla mia, forti le sue mani mentre esplorano la mia carne, il mio corpo è abbandonato sulla sedia, la testa all'indietro, gli occhi chiusi, completamente abbandonata fra le mani di questo sconosciuto. Percorre tutto il mio corpo, risvegliando ogni centimetro della mia pelle fino a raggiungere il centro della mia femminilità, immergendovisi, bevendo la mia essenza, il nettare del mio piacere e la mia volontà. Mi fa alzare e cadono le barriere fra di noi. Due corpi nudi strofinati assieme, pelle che si chiama, umori che si mischiano, vibrazioni che si uniscono in un salire di sensazioni che ci fanno librare eterei. Lo faccio sedere sulla mia sedia, mi chino su di lui, le mie mani lo cercano, lo sfiorano, come ali di farfalla sono ovunque in lui. I suoi brividi sono i miei, il suo sapore è il mio afrodisiaco, assieme raggiungiamo vette lucenti. E poi salgo sulla sedia, salgo su di lui, il suo fallo duro penetra in me, la sua bocca è sul mio seno mentre i miei capelli sfiorano le sue spalle. Movimenti prima lenti, poi sempre più sfrenati, gemiti rochi si intrecciano. mentre lo sento espandersi dentro alla mia carne, mentre riempie col suo calore il mio bisogno di lui. la sedia si muove con noi, completa i nostri movimenti, partecipe anch'essa all'amplesso, due corpi vivi e accesi da una passione che rapisce la ragione. Sfrenata, con le mani sulle sue spalle, muovo i fianchi sempre più velocemente, salgo e scendo su di lui contraendo i muscoli interni e avvolgendolo completamente, fino a quando con un ultimo gemito lui si scioglie in me e io mi sciolgo in lui. Poi i nostri respiri affannati riempiono il silenzio dell'ufficio, le sue mani trattengono il mio corpo fino all'ultimo fremito, i nostri cuori placano la corsa battendo uno sopra l'altro, la sua tenerezza avvolge la mia anima e sento quel sentimento dolce di gratitudine che si prova quando il desiderio cede all'appagamento.
La sedia, uno sgabello alto ed ergonomico, ora è il simbolo della nostra lussuria, e quando Claudio deve discutere con me per lavoro ci accoglie complice e ci accompagna in altri estasianti momenti di follia.

Matilde S.

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