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Racconto n° 2628
Autore: ElisaN Altri racconti di ElisaN
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Professione: felino
Quattro sgualdrine.
Quattro sorrisi plastificati.
Top Versace, jeans Cavalli, sandali Paciotti.
Quattro Marlboro light che bruciano all'unisono.
Quattro vittime intemperanti del capitalismo.
Borsette ricolme di centoni del papy.

Quattro sgualdrine.
Ma di lusso.
Disposte a tutto per scoparsi il tipo ok.
Il figlio di buonadonna il cui cognome fa rima con denaro.
Piede sull'acceleratore.
Folle corsa per raggiungere la concorrenza.

Locale del buon vecchio Flavio.
Sembra che tutti siano suoi amici.
Lo nominano.
Lo imitano.
Lo mitizzano.
Lo invidiano.

Quattro sgualdrine.
Anonime.
Si mescolano fra le loro simili.
Commentano ogni decolleté siliconato.
Si fanno appiccicare addosso occhi astiosi.
Tutte sono nemiche di tutte.

Ma i sorrisi non si risparmiano a nessuno.
Per catturare un flash.
Lo sguardo dell'armatore.
La simpatia di qualche regina delle parvenues.
Per sistemarsi.
Per chiudere nel cassetto i diplomi, le lauree, i pezzi di carta.

Le sgualdrine non sono più quattro.
Diventano centinaia.
Bevono.
Ridono.
Si trasformano in gallinacce.
Si fanno calpestare come tappeti.

Credono di essere uniche.
Invincibili.
Irraggiungibili.
Oltre la morte.
Ognuna si adopera a nascondere le ombre delle proprie radici.
L'imperativo è arrivare, nel posto giusto, al momento giusto, con il tipo giusto.

La musica pompa tracotante.
Techno house anche al cesso.
Inizia l'animazione dei cubisti.
Transessuali col tutù salmonato manifestano la loro ambiguità con capriole circensi.
Un uomo efebico si liscia il cazzo intrappolato in pantaloncini attillati e trasparenti.
Un nero in smoking ostenta le sue giganti vergogne al pubblico.

Perversione.
Squilibrio.
Tutto è nella norma.
Tutto è in sintonia.
Con l'animo delle quattro sgualdrine.
Con tutte le sgualdrine del locale e le loro prede: i nuovi viscidi arrivati.

Cambio!
Il Felino!
Lei.
La donna.
Vera.
L'unica.

Sale agilmente sul cubo afferrando il palo della lap dance.
È fasciata in una tuta di ecopel nera da cat woman, con una lunga zip che parte dal collo, giù, fino al taglio della figa.
Non balla da subito, prima cattura ogni sguardo su di sé, puntellando sulla superficie lunghi e sottilissimi tacchi in ferro e abbandonando l'intero corpo all'incertezza del vuoto, in una giravolta di magistrale spettacolarità.
Aggancia al palo una sola mano e offre agli astanti il suo capo, penzolante dall'inarcatura completa della schiena.
I suoi occhi di ghiaccio puntano all'incontrario la ridicolezza delle bambolone.
È figa allo stato puro.
La musica esplode e diventa alchimia con il felino.
Le sgualdrine la odiano, lei lo sa e di questo gode.
Il suo culo perfetto si apre lungo l'arrampicata del palo e un primo brivido di piacere scuote i riccastri.
Il felino ruota intorno all'acciaio e inizia a leccarlo, succhiarlo, morderlo in una fellatio immaginativa.
La musica pompa sempre più vertiginosamente e centinaia di cazzi si gonfiano di sangue.
Le luci puntano nella sua direzione. Tutto il resto è penombra.
Il felino è il punto concentrico in cui si intersecano le traiettorie di innumerevoli sguardi. È l'epicentro del sogno erotico. È la causa incurante dell'urgenza di una sega.
Strofina puttana la sua figa contro quel cazzo, tanto finto quanto maledettamente invidiato.
Lo stringe fra i seni e scende, prima lenta, poi veloce, scintillando la cerniera della tuta contro l'acciaio e regalando a mezzo pubblico l'allargamento totale dei glutei.

La musica si ferma!

Il locale rimane sospeso.

Il felino è madido di sudore, i capelli neri e mossi gli si incollano al viso. Si sentono solo i suoi respiri carichi di baldanza, il suo affanno ritmato e indecente.

Tutti aspettano il colpo di scena, tanti sperano che il felino apra la cerniera, ma nulla!

Lei è l'unica vera regina della serata. Niente nudo, nessuna concessione. La sua frenetica danza era un omaggio al suo ego. Nulla per gli altri. Mai!

Il felino scende dal cubo.
Quattro buttafuori la accerchiano e la accompagnano fuori dallo sciame di eccitati.

La musica irrompe nuovamente nel locale e ciascuno ricomincia a recitare il canovaccio della sua serata.



ElisaN

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