Per Ale, mia Musa
‘Sei davvero meraviglioso!'
La frase ti esce dalle labbra e risuona nella serra, anche se solo le tue orecchie la possono ascoltare. Lo guardi, davanti a te, frutto di mesi di lavoro, di anni di cure. E' il segno che un'altra primavera ti sta cominciando a sorridere, che la tua natura ancora si risveglia. Le piccolissime gemme, appena accennate, ti fanno già immaginare le minuscole foglie che inverdiranno quella chioma, che con tanta cura hai reso armonica come uno scampolo di universo. E sai che tra poco un tripudio di fiori bianchi lo abbelliranno, per lasciare poi lo spazio ai piccoli frutti, rotondi, rossi, perfetti.
Il tuo melo bonsai.
Ricordi bene quando lo ricevesti.
Ti sentivi così innamorata, persa nei meandri tumultuosi della passione! Il tuo cuore dava spinte più forti al sangue che fluiva nelle tue vene, quando sapevi di incontrarlo, o quando semplicemente ti entrava nei pensieri con il suo sguardo penetrante. L'incontro dei vostri corpi era perfetto, la calamita della sua pelle ti procurava una cosa che definire ‘attrazione' era troppo riduttivo. Sentivi letteralmente la tua pelle che veniva attirata dalla sua, come se da dentro di te un diffuso magnete si animasse di una forza irresistibile e che si esauriva solo nel contatto stretto con la sua pelle. E lui ti raccontava che lo stesso accadeva dentro di lui.
Ti parlava, dopo averti sfinito nella passione più selvaggia, di quanto eri importante per lui. Per sentire il senso della Vita, per capire quanto i limiti del proprio godere fossero continuamente spostati in avanti, oltre.
Oltre.
Come quel giorno, che arrivò nella tua casa con un grande pacco e con un sorriso enigmatico sul volto.
Sempre capace di stupirti, sapeva ancora eccitarti come una bambina davanti alle sorprese. Gli saltellavi intorno:
‘Dai, dimmi cos'è!, Dai...'
‘E' un regalo per la mia bimba, un dono del quale ti prenderai sempre cura, che ti starà accanto e che ti ricorderà sempre la bellezza del tempo che passa.'
Curiosa, insistevi, ma lui voleva che tu indovinassi.
‘Ti guiderò nella strada della scoperta.' Ti disse guardandoti negli occhi.
Prese tra le dita i fiocchetti che tenevano legate le spalline della tunica di seta bianca che morbida accarezzava il tuo corpo. Con un semplice gesto, i nodi si aprirono e la seta scivolò lungo la tua pelle, modellando un cerchio di onde bianche attorno ai tuoi piedi.
‘Ora guarda la tua primavera. Senti sulla pelle l'aria fresca che si muove, guarda la luce tenera che ti nutre, senti come i tuoi piedi assorbono energia dalla terra...'
Ti parlava, girandoti lentamente intorno, tanto vicino alla pelle da sentire il suo respiro caldo. A tratti si fermava accanto ad un orecchio, sussurrandoti parole che ti entravano direttamente nel cervello e sotto la pelle.
‘Senti la linfa che scorre dentro di te, linfa che ti porta energia, vita, che ti riempie ogni spazio tra le cellule e che le nutre. La tua linfa, è il tuo Piacere. Sentilo scorrere, crescere, nella tua primavera...'
Qualcosa di strano ti stava succedendo. Stregata dalle sue parole, dal suono della sua voce, sentivi un brivido partire dai piedi, risalire lungo le gambe, diffondersi nel ventre, salire ancora. Le tue braccia si alzarono, verso l'alto, con i gomiti leggermente piegati, rami nel sole.
‘Il tuo Piacere cresce sempre di più, parte da lontano, in quella parte di te che solo a te appartiene e che puoi modellare su chi vuoi con la mente, ma che rimane solo tua. Un'onda, che monta sempre di più, che porta con sé la potenza e la forza di mille orgasmi...'
La sentivi proprio! Come un'onda, sentivi dentro di te salire la quella sensazione di passione, desiderio, voglia animale. Cresceva, sempre di più. Sentivi colare la tua voglia sulla coscia.
‘E la primavera sfocia nell'estate. Il calore si fa più intenso, i colori più vivi, tutto è più caldo, pieno di energia. Sai cosa vedo ora? Guardo quel filo limpido e luminescente che parte dalle sue labbra lisce ed arriva sulla tua coscia. La goccia del tuo succo che lo percorre e che scivola scendendo sulla tua gamba. La tua estate, sta per esplodere...'
L'onda montava sempre di più dentro di te. Sentivi la sua voce dentro l'orecchio penetrarti come fosse il cazzo più duro. Sentivi i capezzoli, turgidi, che bramavano un morso, il clitoride pulsare, gonfio di voglia. Con le braccia in alto, le gambe appena divaricate, i piedi piantati in terra, sentivi arrivare il tuo tsunami.
Ed arrivò.
Improvviso, violentemente accelerò gli ultimi passi e ti travolse. Sentivi il tuo corpo essere scosso come da una convulsione, un terremoto con l'epicentro nel tuo clitoride. Sentivi il tuo corpo muoversi, a scatti, le mani agitarsi nell'aria, le gambe tremare.
‘Impossibile...' dicesti, nei gemiti, pensando che tutto quello ti stava succedendo senza nessun contatto fisico, veniva solo da te.
‘Il tuo Piacere, Kiraj, sei tu. Tutto è possibile.'
Il tuo bacino rallentò i movimenti. La sentivi ancora contrarsi, quasi a spremere le ultime gocce di succo che ormai colavano veloci fino alla seta ai tuoi piedi.
‘E dopo la gioia dell'estate, ti arriva la splendida malinconia dell'autunno. Hai colto il frutto del tuo Piacere, lo hai succhiato, assaporato, te ne sei nutrita. Ma poi senti le onde del piacere che si allontanano, e ti senti appagata e stanca. E ti possono anche venire alla mente i pensieri dell'abbandono. Vedi l'onda che se ne va e sai che non la puoi fermare. Sai che tornerà, ma non sai quando riuscirai a ricondurla a te. A volte la potrai evocare, a volte ti travolgerà senza che tu l'aspetti. Ma a volte ti mancherà, e ti sentirai svuotata, senza forze. Così debole da non riuscire a trattenere le tue foglie. Ti sentirai triste e sola, anche se non lo sei.'
Le sue parole, nel tono caldo, ti colpirono dentro. Dai tuoi occhi chiusi cominciarono a scendere lacrime lente. Senza scosse o singhiozzi, solo scendevano sulle guance, piano.
‘Le piogge dell'autunno sono il nutrimento per l'inverno. Lasciale arrivare, scendere, sono parte di te e per te scorrono.'
Una sensazione di profonda malinconia ti pervase. Sentimento intenso, non sapevi se bello o sgradevole. Sicuramente intenso, come un male dolce.
‘E dopo il dolore tenero, dentro di te la difesa più solida. Fermi la vita nel tuo inverno. Chi non ti conosce bene, cade nell'inganno di crederti insensibile a tutto, priva di vita e di emozioni. Ma tu sei viva dentro. Pari indifferente al mondo, ma ti stai nutrendo di te. Stai solo aspettando il tempo giusto per rimettere le gemme, le foglie, i fiori ed i frutti.'
Sentivi il gelo scorrere nelle vene, dove prima il sangue ribolliva nell'estate. Ma era un gelo protettivo, come quello che ogni tanto restituisce tesori perfettamente conservati che altrimenti sarebbero andati perduti. Le sue parole ti avvolgevano, ancora, e ti guidavano lontano.
‘Poi, lentamente, dalla terra rinasci. Come emergessi dal tuo letargo affettivo, senti che qualcosa si muove. Un piccolo brivido, uno sguardo, una sensazione. E sai che la linfa sta ricominciando a scorrere dentro di te. Ti nasce un sorriso, spontaneo come una gemma. Sai che tutto il ciclo sta per ricominciare, e che la prossima onda lunga sta costruendosi dentro di te...'
Le sue braccia forti ti avvolsero da dietro, in un abbraccio caldo ed intenso come se foste un unico essere vivente. Sentivi le sue mani sulla pelle, spingesti indietro i tuoi fianchi per sentire il suo sesso duro contro le tue sode metà.
‘Ora vieni, guarda.'
Apristi il grande pacco. Ti guardò affascinato la bocca, aperta per lo stupore. Lo vedesti per la prima volta, con le sue piccole gemme di smeraldo tenero. La sua forma perfetta, l'armonia delle proporzioni, la vita che scorreva.
‘Il tuo melo bonsai, Kiraj. Sei tu. Prenditi cura di lui. Di te.'
Mindexpander