Si staglia nella luce lunare una sinuosa figura di donna, i lunghi capelli biondi scendono a coprirle quasi i glutei. Il seno è piccolo, sodo, con i capezzoli che guardano verso il cielo. Cammina completamente nuda sulla terrazza, ignara che qualcuno a quell'ora tarda possa vederla. Nel silenzio della notte si sente solo il canto del mare e lei ne sembra attratta. Si avvicina alla ringhiera e si sporge verso il vuoto, la brezza gioca coi suoi capelli facendoli danzare attorno. Marco la osserva incantato: sembra una sirena, una splendida creatura che emana sensualità e mistero.
Vicino alla ringhiera c'è uno sdraio e lei vi si siede in una posa languida, le gambe accavallate, la testa reclinata da un lato, una mano morbidamente appoggiata sulla coscia e l'altra a sostenere il mento, con un dito che sfiora le labbra socchiuse.
Marco è giunto stasera nell'albergo di Rimini. La sua stanza è all'ultimo piano e si affaccia sulla terrazza panoramica. E' nudo, steso sul letto, la portafinestra aperta per lasciare entrare la brezza marina quando la vede. Rimane immobile ed in silenzio per non spaventarla, per non farla fuggire, per poter continuare a spiarla. La mano sulla coscia si muove, sale lentamente verso l'interno, ridiscende toccando la pelle serica solo con la punta delle dita, risale, si sofferma sul triangolo di peli che da lì può solo immaginare, prosegue salendo ancora, sembra abbia vita propria mentre sfiora in movimenti sensuali il ventre, il seno, il collo fino a congiungersi all'altra mano sfiorando le labbra per poi ridiscendere con entrambe. Lentamente si accarezza tutta, distesa sullo sdraio gioca col suo corpo regalandogli i gemiti soffocati che il vento porta nella sua stanza.
L'eccitazione pervade Marco, il suo corpo freme, la sua mano scende a toccarsi, lente carezze sul fallo già turgido, seguendo il ritmo della bella sconosciuta.
Lei si muove, solleva una gamba, poi l'altra, appoggiando i piedi sullo sdraio in una posizione strana, con le ginocchia che quasi si toccano. E la mano si tuffa nel centro, s'insinua in profondità, va a stuzzicare, titillare, amare la sua parte più calda di donna con movimenti audaci mentre accompagna il gioco delle dita con l'oscillazione dei fianchi. La luna ora illumina il suo viso esaltandone la purezza dei lineamenti; è a occhi chiusi, con la punta della lingua si accarezza le labbra emettendo lievi sospiri di piacere. Marco vorrebbe raggiungerla e assaggiare quelle labbra, toccare quella pelle, scostare quelle dita ed essere lui a farla gemere di piacere, ma non si muove per timore che lei fugga. Le sue mani ora scorrono veloci sulla sua asta pulsante, il corpo è un unico brivido voluttuoso, la guarda e sente il piacere avvicinarsi rapido. Dalle sue labbra strette per non emettere rumore sfugge infine un gemito roco, l'ardore è troppo forte per poterlo trattenere ancora. Lei si ferma, il corpo improvvisamente rigido, guarda verso la portafinestra intimorita. Forse lo vede, forse lo immagina, un dolcissimo sorriso le illumina il viso mentre si rilassa di nuovo e continuando a guardare verso il buio della stanza ricomincia languidamente a masturbarsi. Ora i sospiri di piacere si uniscono, il vento li prende e li intreccia in un crescendo di note afrodisiache mentre i due corpi si lasciano andare. Lei sempre più veloce con le dita immerse nel suo calore, lui sempre più rapido sul suo membro. Fino all'ultima nota, fino all'ultimo spasimo, fino all'orgasmo che riempie le mani di Marco di un caldo getto di sperma che lui si spalma sul ventre continuando a guardarla mentre lei rabbrividisce e gode con un piccolo urlo di gioia. Per alcuni minuti non si muovono, ognuno immerso nella dolcezza del desiderio appagato, infine lei si alza, guarda verso la portafinestra, sul viso uno sguardo malizioso, porta un dito alle labbra, vi appoggia un bacio e lo soffia nella sua direzione. Lui si alza, si avvicina alla porta finestra nel momento in cui lei si volta per andarsene - fermati ti prego, dimmi almeno il tuo nome – lei si ferma solo il tempo di sussurrargli il nome che il vento dispettoso disperde, a lui giunge solo l'inizio - An ... - Poi si allontana silenziosa sparendo alla sua vista e lasciandolo solo.
Matilde S.