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Racconto n° 2667
Autore: Matilde S. Altri racconti di Matilde S.
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L'ultimo ballo
Ora basta. Stasera ti saluto.
Lo farò con cinismo, lo farò lasciandoti il segno, ti marchierò il cuore col fuoco della vendetta. Graffierò la tua scorza dura, farò scorrere la tua linfa, inebrierò il tuo corpo, lo porterò a superare la barriera della ragione. Per l'ultima volta.
Guardami. Stasera ballo per te.
Ho acceso tre candele: una verde, una bianca e una rossa.
La verde rappresenta i miei sogni, la dolcezza che ti ho regalato, la speranza di cambiarti, l'ingenua utopia di chi ama.
La bianca rappresenta la mia anima, restata pura e intatta, indenne al tuo contagio.
La rossa rappresenta la passione, la lussuria, le vibrazioni forti che ho provocato in te e il dolore che in cambio ho ricevuto.
Guardami. Ballo per te, perché è finita.
Imprimiti bene nella testa il mio sorriso, la mia pelle profumata, le mie movenze feline e sensuali. Non lo sai ancora ma mi rimpiangerai. La musica che ho scelto è acuta, sale e ti avvolge come un lamento lacerante. Ho indossato una veste da odalisca. Tintinnano i sonagli alle caviglie e ai polsi, il corpetto orientale esalta la femminilità, l'ombelico occhieggia malizioso, la vita è delineata da una cintura ricamata con oro zecchino da cui partono sette veli colorati. I piedi sono nudi e battono a terra seguendo il ritmo, le mani strusciano sulla pelle, la bocca ti invita lasciva. Muovo i fianchi, li ondeggio piano con movimenti circolari del bacino, il ventre vibra, le anche oscillano avanti e indietro, i glutei si contraggono. La pelle brilla alla luce tremolante delle candele, stille di sudore nascono sulle mie membra, perle che lasciano il mio corpo, veleno che finalmente fuoriesce... assieme a te.
Segui il movimento delle mani ora. Prima mi accarezzo il viso, asciugo una lacrima che non resiste e vuole dirti addio, la porto alla bocca e la bevo in un brindisi alla tua ingordigia.
Scendo, sfioro la tenera pelle della gola, trattengo al suo interno tutte le parole che non hai voluto sentire. Proseguo, lascio cadere a terra il corpetto, mi accarezzo il seno voluttuosa. Vedi i brividi che mi percorrono? Vedi la mia eccitazione che sale?
Sfioro i capezzoli con dolcezza infinita, li stringo fra le dita, li stuzzico con le unghie e loro mi rispondono, crescono e si infiammano, invocano le tue labbra e i tuoi denti. Vedi come ti desiderano bramosi?
Giungo sul ventre, entrambe le mani aperte vi premono sopra a frenare il tremito che sale da dentro. La voglia di farti entrare a colmarmi, la senti?
E ancora sfioro, accarezzo, esploro, sempre più licenziosa, sempre più erotica, fino a giungere ai veli della gonna. Mi avvicino a te, ancheggio invitante. Strappali ad uno ad uno, stasera ti concedo di usarmi... Ad ogni velo mi allontano e ballo ancora, ondeggio e mi muovo solo per te, una danza carnale e un invito esplicito alla tua virilità di alzarsi, di prepararsi. L'ultimo velo è nelle tue mani. Ora guarda le mie dita, nota con quanto amore entrano nel mio sesso, come lo sanno risvegliare, come brilla il piacere fra le mie mani, come scivola fra le mie cosce.
Continuo a ballare. Sempre più veloce, sempre più ispirata, sempre più sfrenata. Il mio ventre sempre più vicino alla tua bocca. Vieni ora fra le mie gambe aperte, mangia questo frutto che ti offro, saziati col mio miele. Fallo adesso, perché è l'ultima volta che puoi banchettare col mio corpo.
Mi sei addosso, mi fai scivolare a terra, mi spingi bocconi sul pavimento e mi penetri con lucida crudeltà. Ti muovi come un padrone nella mia carne, colpi duri e selvaggi a cui io rispondo con altrettanto ardore.
Non ti trattenere, fammi pure male, lasciati andare, goditi questo istante, imprimiti il mio odore e i miei brividi. Vedi come tremo ora? Senti che sto per godere? Senti il mio grido soddisfatto mentre giungo all'estasi?
Ti spingo via dal mio corpo. Ho avuto il mio piacere. Tu mi guardi sconcertato e sconfitto, il tuo membro vuole affogare dentro di me e regalarmi il suo prezioso fluido, ma io non lo voglio più. Arrangiati con le mani ora, io me ne vado.
Una donna può regalarti il cuore, rinunciare all'anima, vivere per te. Ma quando la deludi, quando il rispetto e la fiducia muoiono seppelliti dall'aridità e dall'ipocrisia, allora si trasforma in strega. Tu hai trasformato me.

Matilde S.

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