Se ti dicesse che sono dieci anni, non dieci mesi, non un anno, ma dieci lunghissimi anni.
Se ti rivelasse che sei l'immagine che ha inquinato più spesso le sue sinapsi, che ha popolato così sovente i suoi sogni, che si è infilata in ogni giorno, subdola e imperterrita come una goccia d'acqua che scava la pietra.
Vivi da anni dentro di lei, nel triangolo perduto tra ombelico e anche.
Fortunatamente col tempo ti sei intorpidito e solitamente giaci sedato, ben nascosto dalla pelle, ma a volte, senza preavviso, ti risvegli e inizi a solleticare con le dita nodose il monte di venere. Lo fai da dentro, dove non ti si può fermare in alcun modo. Quando accade, ovunque lei sia, perde l'equilibrio, la mente sballa, la spina della razionalità si sfilaccia e il corto circuito torna alla sua origine, nel ventre.
Come sempre basta poco: un suono, una parola, un'immagine presente o un ricordo passato. Ne ha mille tra cui pescare, sai? Potrebbe passare ore sola, seduta a gambe incrociate sul divano, gli occhi aperti su una superficie monocroma, preferibilmente scura, così le pupille si possono aprire meglio. Fissa un punto e poi l'annulla, lo fa diventare sfondo trasparente su cui dipingerti. Ha migliaia di istanti da catturare, catalogare, selezionare e poi combinare con cura, come fossero tocchi di Seurat che lentamente scompongono la luce in punti per poi ricomporla armoniosa sulla retina.
Le piace farlo con calma, in solitudine, avere tempo per sé. Allora ti va a prendere tra le pieghe morbide del suo corpo, ti accarezza tra le dita lucide e ti sparge sull'anima e sul sesso, finché non si gonfia, vibra, si stende, esplode. Nel piacere effimero di una manciata di secondi lenisce il desiderio compresso dal tempo. Sulla lingua traccia il sapore acidulo della sua passione segreta, ne fissa l'essenza proibita e lascia che le raschi la gola.
Non sempre è così facile. Il più delle volte non è a casa, non è sola, non ha spazio fisico dove quietarsi, quindi sbanda e si isola pericolosamente. Gli altri non lo notano, non preoccuparti; tu per primo non lo sai. Conosce talmente quel baratro che, quando le si apre davanti, ne conosce ogni crepa e può scartarla senza la minima vibrazione visibile. A dire il vero qualcosa si nota. C'è un breve momento in cui occhi e pelle si spalancano al buio. Il suo sguardo rimane fisso per un istante, prima di scuotersi, e se le sei accanto senti quel profumo, quel suo inebriante odore di brama assoluta, disarmante, speziata di vita.
Forse ti è capitato di annusarla. Sì, ti è capitato di sicuro. Quando ci sei tu infatti, tutto si amplifica e lei vive ogni istante come un ricordo già da immagazzinare. Fa scorta di sensazioni, di profumi, di tocchi. Si sente attirata dal tuo corpo e non riesce a frenare, ha bisogno del tuo calore. Trattiene con tutte le sue forze il guizzo della mani, la bocca che si schiude, la pelle che sembra aprirsi violentemente. Nel petto il cuore pompa desiderio puro ad ogni battito, lo fa liquido e lo lascia colare tra le gambe. Lei teme tu ne senta l'odore. A volte invece desidera che accada.
Se ti dicesse tutto questo cosa faresti? Saresti pronto a gestire una passione così viscerale? Non è Amore. Non come lo intendete voi due almeno. Avete entrambi troppo rispetto per questa parola. Forse tu più di lei in effetti. Così mi dice almeno, ma è stregata: smania un buio improvviso per poterti travolgere, per farti sentire i solchi che questi anni di passione hanno scavato nel suo sesso.
Prima di morire, almeno una volta, vorrebbe riuscire a togliere quel se.
Abbassa gli occhi su un sorriso amaro e mi dice: - Ma non accadrà mai - .
Madamesnob