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Racconto n° 2739
Autore: Matilde S. Altri racconti di Matilde S.
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Un'ora
È stato divertente, intrigante, sconvolgente. È stato un momento di puro delirio dei sensi.
Sei stato sublime.
In macchina.
Il traffico caotico di Bologna mi obbliga alla massima concentrazione.
Semaforo rosso.
Cellulare che squilla.
Ricerca affannosa nella borsa.
Conoscete la borsa di una donna? Un cratere che ingoia tutto quello che di inutile si può portare appresso. E le poche cose necessarie non le trovi mai quando servono. Finalmente recupero il telefono, ma ormai non suona più. Il numero ovviamente anonimo e la mia curiosità in fibrillazione.
Okay, stiamo calme, se qualcuno mi vuole mi chiama di nuovo.
Parcheggio la macchina. Finalmente a casa. Finalmente venerdì. Finalmente risuona il telefono.
Stavolta sono preparata, l'ho lasciato sul cruscotto.
– Pronto ? –
La voce è calda, avvolgente come una carezza – Ciao Amanda -
Amanda? Ma... solo in chat mi conoscono come Amanda e solo pochissimi... a chi ho dato il numero? Solo a lui...
Ma il patto era solo messaggi, e solo per motivi speciali.
- Matteo? - la mia voce vibra di emozione, è la prima volta che sento la sua voce, e le gambe si piegano in un languore strano e inaspettato.
- Amanda sono a Bologna, possiamo incontrarci? – Adesso non solo le gambe si piegano, ma è tutto il corpo che crolla rovinosamente in un terremoto di intensità massima. I miei sensi in allerta mi inviano segnali rossi di pericolo, dalle labbra non escono le parole e la tensione mi attanaglia lo stomaco.
- Matteo, ma non si è mai parlato di incontrarci e non mi avevi parlato di un tuo viaggio qui -
Prendo tempo, Matteo mi intriga molto, è un uomo che conosco da qualche mese, tante serate passate a scriverci in chat, a raccontarci i nostri sogni, i nostri gusti e, mano a mano che la confidenza è aumentata, abbiamo anche iniziato a parlare di sesso. E a stuzzicarci con parole e piccole malizie.
Ma vederci non era nei miei piani, non ho mai incontrato nessuno conosciuto così. Mi spaventa.
E poi... sì, almeno a me stessa lo posso confessare, quello che mi frena è anche la paura di deluderlo. A parlare in chat sono brava, so essere brillante, maliziosa e seduttiva, so regalare la mia immagine confezionata nel modo migliore. La telecamera è adorabile e grazia le imperfezioni. Ma dal vero come nascondere le prime rughe, il filo di pancetta e tutti quei piccoli difetti che osservo allo specchio con odio tutte le mattine? Lo ammetto, ho paura soprattutto di non piacergli.
Accidenti! Ora che gli dico?
- Amanda, so che non ne abbiamo mai parlato, ma la voglia di conoscerti è davvero tanta e speravo di poterti vedere, non ti chiedo altro che un aperitivo assieme, devo ripartire fra tre ore. –
Deve ripartire? Non capisco. Sarà l'emozione, sarà che sono completamente fuori di testa, ma che ci fa qui a 400 km da casa sua solo per poche ore?
Con la voce impostata per nascondere l'inquietudine chiedo: – Come mai a Bologna? -
- Sono con un collega, un problema all'ultimo minuto nello stand dell'azienda in fiera, un viaggio imprevisto che speravo di coronare incontrandoti. –
Non posso essere codarda, la voglia di incontrarlo è tanta...
Appuntamento fuori dalla fiera fra un'ora. Il tempo di un rapido restauro al trucco, indossare il vestito nuovo che nasconde con il drappeggio di seta le curve un po' troppo piene dei fianchi ed esalta la pienezza del seno, infilare le scarpe a tacco alto che slanciano la caviglia e sono pronta.
Lo vedo e il cuore fa una capriola. Respiro lentamente una boccata di ossigeno mista a coraggio. Scendo dall'auto. Sul viso lo sguardo sicuro da donna in carriera, nell'anima il tremore della ragazzina timorosa. Mi corre incontro, il sorriso disarmante, lo sguardo vivo.
Mamma quanto mi piace!
- Amanda finalmente! - Si ferma a pochi centimetri e mi osserva. E io quasi svengo. Scruto con ansia i suoi occhi, cerco l'approvazione trattenendo il fiato. Mi sfiora con la mano il viso, si abbassa e mi bacia la guancia. L'imbarazzo fra noi è palpabile, spirali di tensione che diradano il tempo. Sospesi ci guardiamo. – Sei bellissima Amanda – la voce è un sussurro, ma io la sento espandersi e far vibrare di gioia il mio animo.
Gli piaccio!
Sfumano i timori, ci guardiamo e ci scopriamo complici, i nostri sorrisi un po' ebeti si intrecciano mentre ci stringiamo in un abbraccio finalmente spontaneo. Poi le parole ci sommergono. Come in chat le cose da dirsi sono infinite, ci raccontiamo occhi negli occhi, senza pudori, senza freni. – Dove mi porti Amanda? Abbiamo un'ora tutta nostra! –
Solo sessanta minuti, una manciata di briciole di tempo, secondi inadeguati alla mia voglia di lui.
Il parco è vicino, un posto adatto ad adolescenti in cerca di angoli nascosti. Ma noi siamo adolescenti, nelle nostre vene scorre ora quella libertà di vivere senza frontiere di morale statica.
La primavera ci circonda. Seduti sull'erba con le schiene appoggiate al grande albero finalmente le nostre bocche si conoscono e si sfiorano languide. Poi tu bevi il mio respiro e affondi in me la lingua.
La mia testa è leggera, la tua bocca ubriaca i miei sensi. Prepotente sale il desiderio. Le tue mani sotto al vestito, carezze che incendiano. Le tue dita disegnano le mie curve, salgono dal ventre al seno, stuzzicano i capezzoli, li fanno ergere bramosi. Le tue labbra sul collo mi fanno impazzire. Anch'io voglio sentirti. Ti sfioro, poi ti tocco, mi insinuo, ti percorro con le unghie, assorbo ingorda i tuoi brividi. Mi fai stendere sull'erba. Sento la terra umida sulla mia pelle nuda e mi eccita da morire questo nostro amarci così distante dal nostro essere quotidiano. I miei slip scendono fra le tue mani. La tua bocca mi assaggia e mi fa gemere e urlare. Poi la cerniera scende, ti posizioni fra le mie gambe coi pantaloni abbassati e scivoli nel mio lago di lussuria. Ti sento fino all'anima, ogni spinta dei tuoi fianchi mi innalza verso il paradiso, ad ogni affondo rispondo con altrettanta urgenza, guidata dall'istinto alla ricerca dell'assoluta estasi.
Ti appartengo.
Mi appartieni.
Qui su questo prato, all'ombra del grande albero che con le sue fronde ci protegge dagli sguardi del mondo, i nostri corpi si fondono e si amano, la passione ci avvolge e ci sommerge in un delirio dei sensi che ci fa volare fino all'apice estremo del piacere.
Poi la tenerezza delle tue braccia che mi cullano mi riporta al presente. Su di noi l'azzurro del cielo e il canto degli uccelli. La margherita fra le tue mani la posizioni fra i miei capelli. La pioggia di baci sui miei occhi, sulle guance, sulle labbra. Il tuo profumo mischiato al mio.
La tua voce – Amanda volevo solo un aperitivo e tu mi hai donato il sole. -
Ridiamo assieme, due folli ragazzini privi di rimorsi, ma solo felici
L'ora è finita.
Ti guardo andare con rimpianto.
Fra le mie dita la margherita, un pegno d'amore che stringo al cuore.
Forse ci rivedremo.
Forse le nostre strade si stanno già allontanando.
Il futuro è sconosciuto, ma l'emozione condivisa è nostra e ci appartiene per l'eternità.
Solo un'ora.
Ma sei stato solo mio.
E io solo tua.



Matilde S.

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