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Racconto n° 2754
Autore: Matilde S. Altri racconti di Matilde S.
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Laura
Bella, giovane, indomita, con quel briciolo di spregiudicata fantasia che la rende speciale.
Questa è Laura.
Laureata col massimo dei voti e un master di specializzazione in giornalismo. Ora è pronta per realizzare il suo sogno: diventare giornalista.
Ma non basta per entrare in una redazione importante. il giornalismo è ancora un mondo estremamente maschile, e per una donna la strada è piena di difficoltà e pregiudizi, soprattutto per una come Laura che esibisce la sua femminilità senza mortificarla.
È molto bella Laura, un corpo esile dalle curve procaci, un sedere che fa letteralmente impazzire gli uomini, e un viso da madonna del settecento di una dolcezza ingannevole. Occhi grandi e luminosi, di un colore azzurro che ricorda il mare e ciglia lunghe e ricurve che rendono lo sguardo languido e misterioso. I lunghi capelli neri e ondulati e l'abbigliamento estremamente femminile danno il tocco finale alla sua incredibile bellezza.
Ha imparato da bambina ad usare il suo fascino per ottenere quello che desidera. Da piccola uno sguardo e un piccolo broncio le ottenevano regali e caramelle e il perdono a tutti i capricci. Alle medie ha scoperto il suo potere sugli uomini. I compagni di scuola per un suo sorriso erano disposti a tutto. Crescendo ha affinato le sue potenzialità. Sa usare la seduzione con arte.
Quello che nel mondo del lavoro è difficile ma raggiungibile per un uomo diventa un percorso ad ostacoli per una donna, anche se la bravura è superiore. Questo per una come Laura è intollerabile.
È sempre stata affascinata dalle femministe degli anni settanta, donne coraggiose che hanno insegnato a tutte la dignità e la libertà di essere donna di godere della vita e del sesso senza moralismo e con gioia. Ma nonostante tutto lo zoccolo duro del maschilismo non è stato vinto, solo è meglio nascosto da una società ancora intrisa di arcaico patriarcalismo.
Quindi ha deciso di usare tutte le sue armi per giungere allo scopo: intelligenza, cultura e la sua sensuale bellezza.
E non c'è bisogno di svendersi per questo.
Non è importante dare ad un uomo il proprio corpo per ottenere un favore, basta farglielo sognare.
Si perché gli uomini ragionano con una parte poco razionale del loro corpo. E basta farli sentire importanti, lusingare la loro virilità e stimolare il loro istinto protettivo per averli in pugno.
Si considerano il sesso forte... illusi!
Ricorda quasi con tenerezza il viso arrossato del professore che le ha procurato questo incarico al giornale. Si è presentata con un abitino nero molto aderente che metteva in risalto la sua florida esuberanza, e mentre gli chiedeva di aiutarla a trovare un lavoro in una redazione, lo affascinava con movimenti sensuali ed un sorriso angelico. Il tocco geniale di raccontare di colloqui in cui uomini lascivi cercavano in cambio favori personali con la voce quasi rotta dal pianto, e il grazie sincero sussurrato con gli occhi lucidi nel salutarlo dopo la telefonata all'amico direttore ... un capolavoro di recitazione !
E senza concedere nulla, senza svilirsi con storie di sesso mercenario ma solo con l'uso della seduzione, arma femminile antica ma sempre vincente.
Il detto "dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna" l'ha sempre fatta infuriare: è ora che le donne stiano in prima fila!
Primo giorno di lavoro al giornale: abbigliamento aggressivo, minigonna e top, sandali a tacco alto e sorriso sicuro. All'ingresso tutti la osservano, sente i commenti sussurrati e gli sguardi lascivi, ma la sua attenzione è catturata dal tipo alla scrivania d'angolo. Un bell'uomo sui quarant'anni, occhi grandi e scuri, fisico atletico e indubbio carisma. La guarda con sguardo duro e quasi annoiato, e lascia trasparire il giudizio implacabile con cui l'ha già etichettata.
Che stronzo!
Entra dal direttore e si presenta. È un uomo sulla sessantina dalla faccia benevola e paterna che non disdegna però una seconda occhiata alle sue gambe. Tutti uguali ! dopo averle chiesto le sue precedenti esperienze la mette al corrente del periodo di prova e del suo affiancamento ad un collega esperto. Prende il telefono interno e chiama il giornalista che le farà da tutor.
Fra tutti proprio lui! Con rabbia lo vede arrivare. – Marco ti presento Laura la nuova collega te l'affido – la risposta di lui la fa fremere di sdegno – devo farle da balia? Non puoi affidarla ad un altro? – ma è veramente un cafone! Nella mente di Laura la rabbia esplode, le parole che a stento frena le rimbombano nella mente: - ti farò pentire della tua maleducazione e giocherò con le tue palle fottuto bastardo! - il classico maschilista che proprio non sopporta, quello convinto che le donne stiano bene solo a casa a cucinare o nel letto a gambe aperte. I pensieri di Laura non traspaiono dal viso angelico e dalla voce con cui gli dice che cercherà di non intralciarlo nel lavoro ma di rendersi utile.
Ma nella sua mente ha già deciso come punirlo: lo farà impazzire dal desiderio!
Lo segue nell'ufficio e iniziano a parlare di lavoro. La voce di Marco è saccente e annoiata, ma il suo sguardo è attratto dalle gambe che lente si socchiudono. Gli occhi diventano più grandi quando si rende conto che Laura non porta slip. Maliziosamente Laura chiude le gambe e le accavalla. Con la mano si sfiora il seno, movimenti lenti e sensuali che lui segue con attenzione.
Poi si immerge nella conversazione, ribatte con competenza alle domande che lui le fa. Essere bella non significa essere stupida!
Il gioco della seduzione procede lento, minuti che diventano ore. Frammenti di erotismo dosati con cura in cui le cosce si divaricano lentamente, la mano accarezza lieve la pelle vellutata delle gambe, la lingua quasi per caso sfiora le labbra, la scollatura lascia ammirare il seno che fa capolino, il capezzolo occhieggia invitante quando lei si china...
Marco parla sempre meno, distratto e preso nella rete ammaliatrice. Ed infine l'erezione prepotente che preme nei pantaloni diventa inequivocabile.
Laura lo guarda negli occhi, allusiva e sorridente, un sorriso malizioso che è un invito ad osare. Si alza e si avvicina a lui, la mano si posa sul fallo duro, prima una carezza dolcissima, quindi saggia spregiudicata l'effetto che ha ottenuto.
Poi la voce le esce con un tono diverso, non più dolce e carezzevole, ma gelido e sarcastico:
- che ti succede collega? non riesci a tenere a freno gli ormoni? sei il solito uomo che ragiona con l'uccello? mi deludi, pensavo tu fossi un professionista serio! –
Si allontana sculettando.
Stronza esattamente come lui.
Arrivata sulla porta si ferma e da il colpo di grazia:
– ci vediamo domani e, se non sei in grado di lavorare con me senza eccitarti chiedi di essere sostituito! – non ascolta la risposta, le basta leggere nei suoi occhi la rabbia bruciante per capire di essersi fatta un nemico.
Ma non importa, per una volta non ha sfruttato la seduzione per ottenere un favore, ma solo per vendicarsi di lui e di tutti gli uomini che giudicano con tanta ottusa certezza le donne. Perché in fondo oltre l'apparenza spregiudicata e forte nell'animo è sempre quella bimba pura che gioca maliziosa con gli uomini, ma che non tollera l'ingiustizia del luogo comune: - un uomo è maschio se ha molte storie, una donna è troia".

Matilde S.

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